L'errore più bello (2° parte)

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Dopo incontro con mia figlia, sono ritornato a casa e con mia grande sorpresa trovo mia sorella giocare con Gilda sul pavimento.
"Mi ha aperto Ceci. Ti sono venuta a trovare ma non c'eri quindi mi sono tenuta occupata. Dov'eri?" Chiese mia sorella continuando a giocare con Gilda.
"Ho incontrato un amico al bar. Come mai sei venuta qui? Oggi non era la Victor's day?" Chiesi prendendola un po' in giro. Quando viene in Italia con il suo ragazzo, dedica un intera giornata a lui e lo fa visitare i luoghi più belli.
"Si, ma lo farò domani. Questi giorni ho un tarlo nella testa che solo tu mi puoi togliere. Sai come siamo fatti... Pieni di paranoie ed ansie, non avrei vissuto bene la giornata con Victor con questo pensiero fisso. Quindi sono qui." Disse alzandosi da terra e sedendosi sul divano. Mi avvicino anch'io preoccupato. Paranoia modalità on... Feci cenno di continuare perché mi sto agitando più del previsto.
"Alla cena ho notato una cosa. Quella ragazza Anna é identica a te. So che sembra folle ma guardandovi sembravate padre e figlia. Lo so sembro una pazza, e forse lo sono pensando questo ma quando vi ho visti..."
"É mia figlia" Dissi abbassando la testa. Non volevo vedere la sua delusione.
"...eravate due gocce d'a... Aspetta cosa hai detto?" Chiese Gaia con tono acuto.
"É. Mia. Figlia." Dissi scandendo le parole e alzando il mio sguardo su di lei.
Aveva la bocca leggermente aperta, occhi sgranati e penso che non stia respirando.
"Gaia?" Toccai la sua spalla e come se fosse stata toccata dalla corrente si alza di scatto.
"Stai scherzando Tommy? É uno di quei scherzi che fai quando non hai un cazzo da fare nella giornata e così fai venire un infarto alle persone?" Chiese guardandomi seria.
"So quanto sia difficile credere alle mie parole, ma é vero. Anna Oppini é mia figlia biologica. É stato un errore adolescenziale che oggi é diventata la cosa più bella del mondo. É mia figlia." Dissi sorridendo pensando all'incontro di poche ore fa con lei.
Dopo minuti di silenzio Gaia ricomincia a parlare. "Quella ragazza ha raccontato che il padre non l'ha riconosciuta ed é finita in un orfanotrofio. Tu non hai accettato tua figlia? Tu l'hai lasciata andare?" Disse guardandomi con gli occhi lucidi.
Il mio più grande incubo si é avverato. Mia sorella delusa da me...
"Gaia ascolta é vero. Ho perso mia figlia, l'ho lasciata andare, ma ero troppo giovane per capire che stavo commettendo l'errore più grande di sempre. Non pensavo di essere all'altezza della situazione. Fidati se ti dico che quando ho scoperto che Francesco aveva adottato Anna, non l'ho presa molto bene. Ma oggi rifarei quella scelta un milione di volte."
"Cosa? Ma sei impazzito?" Chiese guardandomi come se avessi tre teste.
"L hai vista come é cresciuta. Come é matura, sorridente, rispettosa. Lei lo sa, mi poteva benissimo sputtanare davanti a tutti quella sera ma non l'ha fatto. Oggi l'incontrata, mi ha detto che mi devo perdonare... É vero mi sento colpevole, perché potevo fare di più che perderla, ma oggi guardandola penso di aver scelto bene. Tutto questo non significa che non voglia conoscerla e amarla come merita." Dissi sorridendo come un cretino.
"Non ti sei fidato di me... Perché non me l'hai detto?"
"Gaia io mi fido di te, questa cosa l'ha sa solo mamma... Anche Francesco, Alba e Anna... Anche Stefania. Giuro più nessuno. Non volevo che mi guardassi come adesso... Con delusione." Dissi abbassando lo sguardo.
Lei mi alza la testa e mi dice: "Non sono delusa da te. La tua scelta ha delle conseguenze che tu stai affrontando e non ti serve una sorella che ti vuole uccidere al momento. Sono amareggiata che non ti sia fidato abbastanza da confidarti con me." Poi si avvicinò alla porta, prese la borsa dall'attaccapanni e disse "mi serve un po' di tempo per pensare. Ci vediamo nei prossimi giorni Tommy" Chiuse la porta. Mi lascio con Gilda che piego di lato la sua testolina mentre mi guardava.
"Non giudicarmi anche tu, stronzetta" per poi prenderla in braccio e accarezzarla.

Il mio amato riposo pomeridiano distrutto dal mio citofono. Chi cavolo é alle 16 del pomeriggio. Le persone non hanno niente da fare che rompere. In tutto questo c'è anche la mia ansia che non gioca al mio favore, quindi sono parecchio irascibile. Vado ad aprire all'ospite indesiderato e mi trovo davanti una ragazzina, la mia ragazzina.
"Cavolo quando quale tir ti ha investito?" Guarda che lingua biforcuta... É tutta il sottoscritto.
"Molto divertente ragazzina. Cosa ci fai qui non dovresti studiare o che so andare ai tuoi allenamenti di calcio?" Chiesi mentre lei entra dentro senza permesso e portando con sé una serie di buste.
"Davvero? Innanzitutto la scuola é finita, totalmente finita. Sono uscita con il 100 e pretendo il tuo regalo nei prossimi giorni. E poi eri veramente tu quel giorno all'amichevole sui spalti? Woo... Pensavo di avere l'allucinazione. Grazie." Disse sorridendo dolcemente e io sorrisi con lei. "Ora dobbiamo, o meglio, devi riconquistare il mio papà. Ho portato l'occorrente per tutto, oggi cuciniamo la sua torta preferita. Domani verrai a cena da noi, dirò che verrà un mio amico di scuola. Quando scoprirà che sei tu, dopo una serie di infarti e urla io sparisco per permettere a te e papà di riappacificarvi. Il mio piano funzionerà." Disse orgogliosa di se stessa.
"Tu sei completamente pazza!" Dissi mentre lei comincia a uscire gli ingredienti per la torta alle mele.
"Ti sei guardato allo specchio? Per non parlare della tua faccia... Che diamine ti é successo? Il gatto ti ha mangiato tutte le energie e il buon umore." Disse. Ragazzina non hai la minima idea di quello che é successo.
"Ho raccontato la verità a Gaia. É per verità intendo la tua storia." Dissi aiutandola a sistemare tutto.
"Dalla tua faccia noto che non la presa molto bene." Disse mentre cominciava ad unire tutti gli ingredienti per l'impasto.
"L'ho delusa e per di più pensa che io non mi fidi di lei. Penso di aver distrutto il rapporto più bello di sempre quello con mia sorella."
"Io penso che stai esagerando. Non penso che l'hai rovinato, le serve tempo e poi ho visto il tuo rapporto con Gaia, non penso proprio che lei ti odio o sia delusa da te. Dalle tempo e poi spiegale tutto nei minimi dettagli, capirà e ti perdonerà alla fine. Se l'ho fatto io, ti perdonerà anche lei." Disse
Aggiungiamo all'impasto le mele e inforniamo. Mentre attendiamo noto una cosa che non ho visto prima. La sua camicia é la mia camicia... La camicia nera con i cuori rossi, l'ho messa nella valigia di Francesco la sera stessa che é uscito. Come diamine...
"Quella camicia..." Dissi accarezzandola con il dito.
"Ah già. Papà me l'ha regata una settimana dopo la lite. Mi disse che non potevo avere il mio padre biologico ma dovevo per forza avere un pezzo di lui, cioè te. Io amo questa camicia." Disse sorridendo.
Tu piccola ami quella camicia, ma io amo tuo padre per tutto questo. Per il tuo sorriso, per quella camicia, perché ti ha amato dal primo giorno. Ti ha dato un pezzo di me, di noi, per farti sentire amata e più vicina a me. Io amo quel uomo.

Amori affini - ZorpiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora