Hope Dallas non aveva amici.
Anzi no, meglio riformulare, credevo che Hope non avesse amici perché l'unica persona un minimo vicina a lei laveva appena lasciata sola.
Quella persona era un ragazzo, un ottimo ragazzo, di nome Robert Kingsley. Un mio amico. Ma questo capitolo non parla di lui, questo capitolo parla di Hope. Solo Hope. Non che manchi Rob in questa storia, di lui si parlerà così tanto più avanti che sarà impossibile non stufarsi, non sperare che solo se ne vada, o perfino muoia.
Ma questo piccola parte è per Hope. Perché la sua storia merita di essere raccontata più della mia.
Credevo che Hope non avesse amici perché al terzo anno della Julia High School, e forse anche ai primi due, questa ragazza si comportava come chiunque non avesse amici: aveva svariate difficoltà a parlare, a volte si perdeva nei suoi pensieri e non rispondeva alle mie domande. Spesso stava solo zitta ad ascoltarmi o anche ad ignorarmi mentre raccontavo le mie solite stronzate: come mi era andata in metro, come quell'uomo alla stazione mi avesse guardato il culo, come fossi rimasta a secco di sigarette, pensi che questa maglietta sia troppo scollata per scuola? e un sacco di altri argomenti in cui praticamente conversavo da sola. Forse era colpa mia se lei non rispondeva, ma ne dubito: Hope non voleva proprio parlare, non era il tipo.
Chissà se la mia compagnia le piacesse davvero all'inizio o se fossi un peso. Certo, io spero fosse solo una ragazzina timida, anche so che il mio pensiero non corrisponde spesso alla realtà. Per dire, il primo giorno aveva a malapena pronunciato tre parole in croce, anche quando me ne stavo zitta, e spesso mi guardava male sottecchi. Come molti introversi vestiva quasi sciatta, con pantaloni molto stretti e una felpa troppo larga; non si truccava quasi mai, al massimo aveva una riga di eyeliner sulle palpebre ma niente di troppo esagerato o appariscente.
Ma il modo in cui si vestiva o come appariva erano ininfluenti: ogni suo gesto, sempre compiuto con delicatezza disarmante, faceva trasparire quanto avesse paura che qualcuno scoprisse qualcosa in più su di lei o che la prendesse in giro per questo. Il secondo giorno di scuola, per fare un esempio, aveva per sbaglio lasciato sul suo banco una vecchia copia stropicciata di Cime Tempestose mentre si alzava per andare ad unaltra lezione. Non mi aveva aspettato per fare un salto al bagno, così lho restituita a lei direttamente alla lezione successiva. Non dimenticherò mai il rossore che le si formò sulle guance appena le porsi il volume indietro. -Penserai che sono una secchiona ora?- aveva domandato imbarazzata, con le guance rosse come fragole. In realtà a me non fregava proprio niente che quella ragazza prendesse voti alti o bassi: io a scuola ero un disastro, non ero nessuno per giudicare la condotta degli altri.
-Che c'è di male? Che vai a scuola per imparare e impari davvero invece di fingere?- era una cosa che avevo detto così, sul momento, senza davvero fregarmene del significato che avesse per lei. Hope si era limitata ad arricciare le labbra in un sorriso e a borbottare un grazie. Credo sia stato in quel momento che mi abbia preso sul serio in simpatia.
O magari è stato il giorno dopo ancora, quando andando in mensa Susan Bonnie Picky le aveva bloccato la strada.
Per farla breve, Picky era una ragazza piuttosto popolare a scuola, quella che avevo seguito per arrivare in classe il primo giorno; non era un tipo simpatico, ma risultava affascinante. Peccato che avesse un qualche tipo di cattiveria innata o dei trascorsi con Hope, perché quel giorno mentre camminava le aveva tirato uno spintone tanto forte da spingerla a terra.
Non credo che Picky stesse a posto con la testa, perché prima che la tirassi via di peso da sopra Hope lei iniziò a farfugliare qualcosa sul non toccare ciò che è suo e l'allontanarsi da qualcuno. Gli occhi le sembravano uscire dalle orbite da quanto erano sporgenti dalla rabbia, ma mi trattenni dal farmela sotto e la sollevai dal corpo della mia compagna per poi mollarla in malo modo sul pavimento del corridoio.
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Fuori dalle righe
Teen FictionMichelle si è appena trasferita in un nuovo stato dopo il divorzio dei suoi: l'ambiente della scuola nuova è accogliente e i suoi nuovi compagni sono più che simpatici, eppure lei non riesce a sentirsi a posto. I suoi ormoni allo sbaraglio e la sua...