Capitolo 4

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POV GULF

Sono passati solamente 7 giorni da quando mi sono "trasferito" a Ko Chang da zia Linda: è sempre bella e assomiglia tantissimo alla mia mamma: qui, per fortuna nessuno conosce il cognome di mio padre e quindi non ho dovuto cambiare identità, l'unica cosa che ho di "nuovo" è un cellulare, in modo tale che papà non mi riesca a rintracciare. Mi trovo benissimo qui: per la prima volta, dopo 6 anni la mia vita mi sembra più leggera, più serena; ogni mattina non c'è più quel peso sullo stomaco quando mi alzo. Vivo insieme a mia zia e al marito, nella depandance del resort dove lavorano da tantissimi anni: appena sono arrivato, zia Linda dopo che ha versato, non so quante lacrime, mi ha subito portato a conoscere la proprietaria del grande resort, nonché sua datrice di lavoro e amica; è una signora ci di circa una sessantina di anni ma è un vulcano sempre in ebollizione, che appena mi ha visto mi ha semplicemente abbracciato e mi ha sussurrato all'orecchio "va tutto bene ragazzo, sei una persona speciale e buona" ed io stavo per piangere come un bambino sentendo quelle parole. La nonnina, così ha voluto farsi chiamare da me, mi ha assunto come contabile/commercialista visto che, come sapete sono bravo in matematica ma poichè non mi piace stare fermo in un solo posto, svolgo altre mansioni.

Stamattina, poichè i nuovi ospiti arrivano nel pomeriggio, mi dedico alla pulizia del giardino che si trova alle spalle della reception: qui gli ospiti, si mettono a sorseggiare un caffè, fanno due chiacchere o leggono semplicemente un libro; mentre elimino le ultime foglie delle piante da terra per poi posizionarle in un piccolo sacchetto sento il campanello della reception suonare "driin driin": che strano, eppure non dovrebbe esserci nessuno stamattina "un attimo e sono da lei" urlo nella speranza che l'ospite mi senta "non si preoccupi, faccia con comodo" risponde urlando. Perfetto, un ospite molto educato e paziente: in fetta e furia mi pulisco le mani e mi dirigo nella grande hall, dove lo trovo seduto di spalle sul divano avanti a me "scusi se l'ho fatta aspettare" dico mentre tengo tra le mani un panno per asciugarmi le mani "oh tranquillo, nessun problema" mi dice mentre si alza e si gira verso di me. "Tu.." sussurra guardandomi e spalancando gli occhi "si, per caso ci conosciamo?" chiedo mentre la mia mente inizia a farsi delle fantasie tutte sue: ho davanti a me un ragazzo di una bellezza che...oh dio! 

"Mew ragazzo mio, finalmente sei arrivato" sento dire alle mie spalle "oh si, ciao nonna...come stai?" risponde questo ragazzo di nome Mew mentre abbraccia la nonnina "io bene, tu che mi dici? Guarda come sei sciupato, la vita in ospedale ti sta distruggendo vero? Ah lascia che ti presenti il nipote della mia amica Linda, nonché nuovo contabile del resort...vieni ragazzo avvicinati. Mew ti presento Gulf Kanawut, Gulf lui invece mio nipote Mew capo del pronto soccorso a Bangkok" dice la nonnina e mentre stringo la grande mano del ragazzo avanti a me, ecco che mi torna in mente il ricordo di quella brutta sera: appena la mia mano tocca la sua una scossa elettrica si interpone tra noi e istintivamente allontaniamo le mani "p-pia-cere, io-io vado un attimo eh.." balbetto mentre mi allontano da loro per poi andarmi a nascondere nel magazzino. Una volta chiusa la porta alle mie spalle, cado a terra, con la schiena appoggiata alla porta e le gambe strette al mio petto: allora è lui colui che mi ha curato quella sera, è lui il proprietario di quella maglietta che ho portato con me e che uso come pigiama "Gulf ti senti bene?" sento dire dietro la porta, mentre una persona sbatte i pugni contro di essa "la tua ferita sta bene?" chiede...ed è lui. 

POV MEW

Finalmente l'ho trovato: che sia fortuna o semplicemente il destino, Gulf Kanawut e davanti ai miei occhi: è lui il ragazzo che lavora per nonna, non è più una mia fantasia, non è più un sogno. Tutto mi aspettavo ma non che scappasse da me "ma che gli è preso?" chiede mia nonna "non saprei, aspetta che vado a vedere: tu nel frattempo occupati degli ospiti che stanno per arrivare" gli rispondo per poi dirigermi davanti alla porta del magazzino, dove Gulf si è nascosto; batto i pugni su di essa e chiedo come sta, ma dall'altra parte nessuna risposta. Appoggio un orecchio al freddo legno della porta e sento dei piccoli singhiozzi "Gulf apri, non succederà nulla tranquillo" dico mentre la mia mano è già sulla maniglia e che lentamente cerca di aprirla: con mio stupore, la porta si apre di poco, quel poco che mi permette di entrare e rimanere senza parole: Gulf è seduto per terra, rannicchiato su se stesso singhiozzando ed io, senza emettere nessun suono, mi inginocchio avanti a lui "hey stai bene?" sussurro mentre le mie mani gli accarezzano le braccia e senza ricevere nessuna risposta da parte sua: decido di azzardare una piccola cosa, che faceva sempre la mia mamma quando ero piccolo e che mi faceva rilassare e smettere di piangere. Lentamente e delicatamente, mi spingo in avanti e, prendendogli il piccolo viso tra le mie mani, gli depongo un dolce bacio sulla fronte: il suo respiro inizia ad essere regolare, segno che si sta rilassando; mentre tengo ancora gli occhi chiusi, gustandomi il momento, sento le sue braccia intorno al mio collo che cercano di stringermi a lui; così annullo la distanza che c'è tra i nostri corpi e lo tengo stretto a me, con la sua testa appoggiata al mio petto, entrambi ancora seduti per terra "ssh va tutto bene" sussurro mentre una mia mano è sulla sua schiena mentre l'altra si fa strada tra i suoi folti capelli color cenere. 


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