Capitolo 16

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POV GULF

Sono sopravvissuto al primo mese senza Mew e al primo mese alla piena mercè di mio padre: mi trovo nel giardino della nostra villa, in un piccolo paesino di Bangkok, e faccio un bel respiro che però non riempie affatto il vuoto che ho dentro e che sento da giorni ormai, un buco doloroso che mi ricordala mia perdita; cammino avanti e indietro a testa bassa, fissandomi i piedi, e rifletto sul fatto che non ho più la mia felicità...Le giornate passano sempre allo stesso modo, la mattina "lavoro" per papà davanti ad un pc, gestendo le sue sporche finanze, il pomeriggio mi chiudo in palestra e la sera resto a guadare le stelle ascoltando un pò di musica, sperando che il rumore possa riempire il silenzio che ormai mi circonda e mi dia un senso di compagnia: sono letteralmente vuoto, provo solo dolore...per quanto riuscirò a sopportare tutto questo? 

E così si sviluppa uno schema: svegliarsi, lavorare, piangere, cercare di dormire: non posso sfuggirgli neanche nei sogni: ardenti occhi marroni, il suo dolce sguardo, le sue braccia intorno alla mia vita...tutto mi perseguita. Trovo difficile anche mangiare, non so nemmeno quanto peso abbia perso in questo mese, faccio fatica anche a guardarmi allo specchio: mi trovo sul mio letto, non riesco a dormire (come al solito) perchè ricordi strazianti scorrono fulminei nella mia mente: il mare, le sue mani che mi tengono, i baci nella vasca da bagno, la nostra prima volta, la sua gentilezza, l'umorismo, il suo sguardo torbido, cupo e sexy; Mew mi manca, è passato solo un mese, trenta giorni di agonia che mi sono parsi un'eternità: mi stringo forte le braccia intorno al corpo, tenendomi insieme...mi manca, davvero...perchè lo amo, semplice! 

Con gli occhi della mente visualizzo il volto di Mew com'era l'ultima volta che l'ho visto, quando papà mi stata selvaggiamente picchiando: il suo volto era bagnato dalle lacrime e dal sangue, urlava al pazzo di smettere di infliggermi dolore...mi giro sul fianco e abbraccio il cuscino, sopraffatto da una tristezza schiacciante "mi manchi da morire Mew" penso per poi chiudere gli occhi. Improvvisamente mi sveglio, guardo la sveglia sul comodino e noto che sono le 6 del mattino: mi alzo dal letto, mi dirigo in cucina e noto che qualcuno sta armeggiando con i fornelli "buongiorno signorino, immagino che abbia dormito poco" mi dice Alfred "buongiorno a te Alfred...come mai sei ancora qui? Dopo quello che ti ha fatto papà.." cerco di dire, per farlo ragionare e farlo andare via "suo padre non mi avrebbe mai fatto del male e poi io..." dice mentre mi pone davanti la colazione "ho promesso a sua madre di proteggerla e di prendermi cura di lei, qualsiasi cosa" continua a dire. Mamma...quel giorno avrei voluto morire insieme a te, perchè non riesco a sopportare tutto questo, ogni giorno è un inferno "so che le manca quella persona signorino, se mi lascia qualche giorno, posso aiutarla a fuggire da qua di nuovo" mi dice improvvisamente Alfred "NO!" urlo "non ti permetto di mettere di nuovo la tua vita in pericolo per me" continuo a dire "stia tranquillo" dice cercando di rassicurarmi "piuttosto vorrei essere più forte Alfred, vorrei non essere così "buono"  in modo tale da poter contrastare papà con le mie mani e proteggere io stesso le persone che amo" dico "allora facciamo così: diremo a suo padre che vuole seguire le sue orme, gli faremo credere che vuole entrare nel giro, così ci farà trasferire nel suo appartamento in campagna in America dove io le insegnerò tutto il necessario" dice Alfred "perfetto, però vorrei che tu facessi un piccolo favore per me...dovrai consegnare una cosa" dico per poi lasciare la cucina e dirigermi nella mia stanza. 

POV MEW

Saranno passati quanti giorni? Ormai ho perso il conto: infiniti giorni senza Gulf sono passati, giorni in cui non ho sue notizie, non so se è riuscito a scappare da quell'essere, se è vivo...non so assolutamente nulla. Un senso di vuoto ormai mi accompagna da quella sera, in quel fottuto capannone: mi sono licenziato dall'ospedale a Bangkok, sono rimasto qui con nonna, nel residence "Mew tesoro, io e Linda andiamo in Paese per comprare due cose, hai bisogno di qualcosa?" chiede mia nonna mentre mi trovo seduto sull'amaca "no grazie nonna, state attente" rispondo per poi tornare a fissare il vuoto. 

Decido di alzarmi e di ritornare in camera, tanto ci sono altri collaboratori qui "ehm mi scusi, sto cercando il signor Suppasit Mew" dice il fattorino "sono io, mi dica" rispondo "c'è un pacco per lei, può mettere una firma di consegna?" risponde il fattorino "grazie e arrivederci" continua a dire per poi scomparire dalla mia vista. "Cosa sarà mai? Chi me lo ha mandato?" penso perchè non ha un mittente: titubante, salgo in camera e deposito questo piccolo pacco sul letto: con mani tremanti rompo il nastro, per poi aprire lo scatolo; c'è una piccola scatolina ed una piccola lettera. "Non può essere...non può essere lui" penso mentre apro la lettera per poi leggerne il contenuto: 

"Caro Mew, anzi amore mio, non sono tanto bravo con le parole ma prima di fare questo passo molto importante per me, dovevo assolutamente farti avere questa lettera. In questi giorni di totale isolamento, ho pensato alla mia vita prima che tu ne facessi parte: ricordo di essere andato alla deriva senza meta da un posto all'altro, perché ero privo di uno scopo nella mia vita. Poi sei arrivato tu e da quel giorno tutto è cambiato; mi hai dato così tanto che non potrò mai ricambiarlo nel modo giusto e so che posso solo passare la mia vita ad amarti e farti sentire al sicuro tra le mie braccia. Sei quel dono che capita una volta sola nella vita, che arriva solo per chi è molto fortunato. Non avranno tanto valore scritte qui, ma queste parole ho bisogno di scrivertele...Ti amo. Aspettami, che verrò a prenderti e potremmo vivere la nostra vita insieme.."

E dopo un mese di lacrime tristi, ecco che queste, che scorrono sul mio viso, sono lacrime di gioia: il mio piccolo è vivo, si è fatto vivo. Dopo prendo la piccola scatolina che accompagna la lettera, la apro e resto senza parole: un piccolo filo d'argento brilla sullo sfondo scuro, lo prendo e appena lo sfilo un piccolo cartoncino cade ai miei piedi "vorrei poterti promettere il mondo, ma il mondo non è mio: quello che ti prometto è il mio mondo e tutto ciò che comporta; il mio amore, supporto, passione, compassione ed entusiasmo" leggo per poi mettermi l'anello al pollice destro. 

"Ti amo anche io amore mio...torna da me presto, sano e salvo" penso mentre osservo il paesaggio che fa da sfondo al residence, con un piccolo sorriso che si fa strada sul mio viso.

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