Capitolo 20

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POV GULF

Finalmente dopo anni di continui insulti, minacce e percosse sono riuscito a colpire il mio vecchio: i tre mesi di addestramento mi hanno permesso di colpirlo nel suo punto più debole; tutto questo lo devo ad Alfred, che con pazienza e determinazione, mi ha permesso di imparare tutto quello che dovevo sapere e soprattutto grazie a Mew, che mi ha incoraggiato e supportato in questa mia folle decisione. Nonostante tutto, nonostante io e Alfred abbiamo calcolato qualsiasi imprevisto, adesso mi ritrovo nella piccola villa di famiglia avvolto nel buio più totale mentre premo sul fianco sinistro un panno, cercando di fermare l'emorragia visto che il bastardo è riuscito a colpirmi con un proiettile. Sono seduto ai piedi del divano, con la pistola al mio fianco visto che potrei aspettarmi di tutto, mentre aspetto Alfred che torna con i medicinali e bende per potermi medicare: inizia a girarmi la testa, i miei occhi iniziano ad abbassarsi lentamente, sto perdendo la più totale cognizione di quello che mi sta succedendo intorno fino a quando un rumore mi fa leggermente sobbalzare. Con la poca lucidità che mi rimane noto che qualcuno è entrato dalla finestra di fronte a me, che è stata completamente disintegrata...non può essere Alfred visto che lui ha le chiavi di casa. I miei sensi si mettono subito in allerta, nel momento esatto in cui una torcia viene puntata su di me, e con le poche forze che mi restano, carico il caricatore della pistola e la punto verso il raggio di luce "fermo lì" dico e mentre sto per premere il grilletto sento la sua voce "GULF!" urla ed io, mentre faccio cadere la pistola a terra riesco a sussurrare "amore mio" per poi svenire.

Uno strano fastidio si fa strada sul mio fianco sinistro e istintivamente cerco di sedermi ma qualcosa mi blocca: aprendo gli occhi noto che mi trovo nella mia vecchia stanzetta, steso sul mio letto e al mio lato trovo lui...Mew dorme profondamente, con la sua testa appoggiata sulla mia piccola mano. La porta della stanza si apre ed entra Alfred, che lentamente e silenziosamente si porta vicino a Mew, adagiandogli poi una piccola coperta sulla schiena "si è affaticato tantissimo per salvarle la vita signorino...qui ci sono dei vestiti puliti" sussurra per poi salutarmi e uscire dalla stanza "cosa ho fatto per meritare una persona tanto dolce e amorevole come te?" penso mentre con la mano libera cerco di accarezzare i suoi capelli. Cerco di fare piano per non svegliarlo ma ottengo l'effetto contrario "ma ciao" dico mentre lui mi fissa "ho avuto tanta paura...perdevi sangue...il proiettile" dice farfugliando una frase di senso compiuto "sto bene, grazie a te...ancora una volta" sussurro "oh Gulf" sussurra per poi scoppiare a piangere: io non dico più nulla, lo tiro verso di me e lo abbraccio; la sua testa nascosta tra il mio collo e la spalla, le sue lacrime mi bagnano la maglietta, la sua schiena si alza e si abbassa ad un ritmo incontrollato mentre le mie mani la accarezzano per rassicurarlo. Rimaniamo così non so per quanto tempo e quando Mew si porta seduto al mio fianco, aiutandomi poi a mettermi seduto, noto che la sua mano è fasciata e i suoi vestiti pieni di sangue: istintivamente porto la mia mano sulla sua e accarezzo il tessuto che separa le nostre mani "non è nulla, sono solo due graffi...sto bene" dice rassicurandomi "è tutto finito Mew vero?" chiedo "si Gulf, ci saranno delle battaglie giuridiche da portare avanti ma non sarai solo, non più adesso" risponde Mew guardandomi dritto negli occhi per poi continuare "che ne dici di una doccia?" ed io riesco solo ad annuire. Voglio lavare via la sporcizia del giorno che è passato, lavare il ricordo dello scontro con papà: così delicatamente Mew mi fa alzare dal letto, mi porta in bagno e il suono della cascata d'acqua si fa strada nella stanza "vorrei che non fossi mai nato...sei una nullità...dovevi morire come tua madre, piccolo bastardo" , queste sono alcune della frasi che mi ha detto: singhiozzo portandomi le mani al volto, libero tutto quello che ho passato mentre Mew si inginocchia davanti a me, mi scosta le mani dalle guance rigate di lacrime e mi prende il viso tra le dita. Lo guardo, sbattendo le palpebre per allontanare le lacrime "sei al sicuro adesso" sussurra cercando di farmi calmare ma io continuo semplicemente a piangere "adesso basta! non sopporto vederti piangere" mi dice con voce roca per poi asciugare le guance con i pollici, ma io continuo a piangere e tra un singhiozzo ed un altro dico "mi dispiace, Mew...mi dispiace tanto, per averti fatto preoccupare..."

"calmati, amore, ti prego" sussurra baciandomi la fronte "lascia che ti svesta adesso dai" mi dice con voce dolce: mi asciugo il naso con il dorso della mano mentre lui mi bacia di nuovo la fronte; mi spoglia velocemente, con particolare cautela quando mi toglie la maglietta sfilandomela dalla testa. Mentre mi accompagna verso la doccia, si spoglia a tempo di record prima di entrare insieme a me sotto il gradito getto di acqua calda; mi prende tra le braccia e mi tiene stretto per un tempo lunghissimo, mentre l'acqua scroscia su di noi, calmandoci entrambi. Mi lascia piangere sul suo petto, di tanto in tanto mi bacia i capelli, ma non molla la presa: si limita a cullarmi piano sotto l'acqua calda; sento la sua pelle sulla mia, è l'uomo che amo, quest'uomo meraviglioso, l'uomo che avrei potuto perdere con il mio comportamento folle. Avverto una sensazione di vuoto e di pena, eppure sono riconoscente che sia ancora qui, nonostante quello che è successo: smetto di piangere e mi sciolgo dal suo abbraccio "va meglio?" chiede mentre il getto d'acqua gli colpisce la schiena ed io riesco solo ad annuire. Prende una spugna e il docciaschiuma dalla mensola "girati dai" e inizia a lavarmi con cautela il braccio, poi il collo, le spalle, la schiena e l'altro braccio: mi fa girare e mi accarezza il fianco con le sue dita affusolate mi lava i fianchi e il sedere poi, inginocchiandosi, scende verso le gambe. Chinandomi, gli accarezzo la testa, passandogli le dita nei capelli bagnati. Si alza in piedi e percorre con le dita il contorno della ferita sul fianco sinistro, che papà mi ha procurato con il proiettile "oh Gulf" geme, con la voce spezzata per l'angoscia e gli occhi incupiti per l'ira "sto bene" rispondo e poi lo attiro a me e lo bacio sulle labbra. Prima di ricambiare, esita, ma, quando le nostre lingue si incontrano, il suo corpo aderisce al mio.

Mi sento rinfrescato e rinvigorito, non so se per la doccia, perché ho pianto: Mew mi avvolge in un grande asciugamano e se ne mette un altro intorno ai fianchi, mentre io mi asciugo i capelli ma qualcosa mi distrae: Mew si sta frizionando i capelli con un asciugamano, ha il petto e le spalle imperlati di gocce d'acqua che scintillano sotto la luce del bagno. Si ferma e mi sorride malizioso "ti piace lo spettacolo, eh?" sussurra "come fai a saperlo?" gli chiedo, cercando di non pensare al fatto che sono stato sorpreso a spiare il mio fidanzato. Dopo aver indossato i pantaloni della tuta e una T-shirt, mi trovo seduto sul mio letto e tra le gambe di Mew mentre mi asciuga i capelli con un asciugamano: mentre mi godo questa coccola la mia testa inizia a fantasticare sul futuro che mi aspetta; finalmente posso vivere una vita normale e tranquilla. Mentre sono completamente immerso nei miei pensieri improvvisamente dico "vorrei portarti a conoscere mamma Mew" "sarà un onore per me, conoscere la persona che ha messo al mondo il mio uomo" sussurra per poi depositare un bacio sui miei capelli "ti amo" dico per poi appoggiare la mia testa sulla sua spalla "anche io" risponde Mew mentre mi stringe in un forte abbraccio.

Da oggi inizia la nostra vita insieme...chissà dove ci porterà!

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