Luke’s pov
Da quando mi ero trasferito a New York non avevo avuto tempo di stringere rapporti con persone al di fuori di Michael, Ashton e Calum.
Non avevo un lavoro fisso, mi limitavo a cogliere la palla al balzo ogni qual volta si parlasse di sostituire qualche dipendente in malattia… ovviamente quando si trattava di lavori semplici e manuali.
A me piaceva da morire scrivere, e per scrivere non intendo romanzi, poesie e canzoni… o almeno non solo quello. Mi piaceva sfogarmi su un qualunque pezzo di carta mi capitasse tra le mani, scrivendo frasi sconnesse, che non sempre avevano un senso logico ma era quello che io provavo in quel momento e mi aiutava a rilassarmi. Nessuno era a conoscenza di questa mia ‘dote’ tantomeno i miei migliori amici, che quando mi vedevano scrivere si limitavano a lanciarmi occhiate curiose senza però fare domande. Già sapevano che quando mi isolavo in quel modo volevo essere lasciato in pace.Tornando all’argomento ‘lavoro’, ricevevo saltuariamente richieste da ristoranti privi di personale o anche da scuole che necessitavano di collaboratori per la segreteria. Questo mi bastava per permettermi un monolocale che comprendeva un bagno, una cucina, e due letti singoli, ai quali aggiungevamo due materassi che ci dividevamo a turno, poiché Michael trovava inconcepibile il fatto che dovesse dormire per il resto della sua vita su un ‘lurido materasso’, come lo descriveva lui.
A me andava piu’ che bene, non avevo pretese e riuscivo a pagare l’affitto grazie anche all’aiuto di Ashton che aveva un lavoro fisso in un pub, e ai soldi che ogni tanto mandava la famiglia benestante di Calum, il quale stava seguendo dei corsi all’università per potersi laureare.
Non avevo mai capito cosa volesse fare davvero in futuro Calum, ma a lui piaceva l’astronomia e soprattutto gli era facile prendere il massimo dei voti agli esami all’università e questo gli dava molte soddisfazioni, era felice.Per quanto riguarda Michael, bhe lui era quello mantenuto da noi, economicamente parlando. Continuava a ripetere che per lui non c’era posto in questo mondo, facendo il melodrammatico e come scusa per non avere ancora un lavoro diceva di non essere portato per niente.
L’unica cosa che gli piaceva fare, oltre a poltrire sul letto e giocare a Fifa con l’xbox di Calum, era suonare la sua chitarra elettrica guadagnandosi le proteste di Ashton. Dovevo ammettere che era davvero bravissimo e quando si trattava di musica sicuramente ci si poteva rivolgere a lui, che quando iniziava a parlare di rock non la finiva piu’ continuando a dire che lo faceva sentire libero, lontano dai pregiudizi delle persone. E un po’ lo capivo… da quando ci eravamo trasferiti dall’Australia si respirava sempre un’aria un po’ malinconica, amavamo il nostro paese ma decidemmo insieme di iniziare una nuova vita indipendente, cosa che agli inizi risultò non poco difficile.-Michael hai finito con quella dannatissima chitarra?! Giuro che un giorno di questi la ritroverai nella spazzatura se continui cosi. Cazzo non ti sopporto piu’, finiscila di fare l’idiota e lava i piatti che stanno facendo la muffa da ieri pomeriggio nel lavello. Non posso farli sempre io, alza il culo!- Era dalle sette del mattino che Ashton e Michael continuavano a litigare senza sosta, Ashton era scoppiato tutto d’un tratto e Michael non voleva dargliela vinta, così si limitava ad ignorarlo e ad iniziare una nuova partita all’xbox, rinunciando per il momento alla chitarra. Mentre io, bhe guardavo la scena con Calum come se fosse uno spettacolo comico.
-Ma che cazzo vuoi, eh?- ribatté Michael esausto delle urla di Ashton -Stai urlando da stamattina fammi giocare in santa pace e poi perché cazzo te la prendi solo con me? Se vedi bene in questo fottuto monolocale ne siamo quattro e sottolineo QUATTRO! Perché devi rompere i coglioni a me? Vai un po’ da quei due idioti che se la stanno spassando a vedere te, Ashton Irwin aka cameriera nevrotica di turno che mi urla contro per dei stupidissimi piatti! Fatti una vita cazzo.-
A quell’affermazione Ashton si scaraventò su Michael quasi togliendogli il respiro mentre quest'ultimo urlava come un ossesso mentre lo pregava di smettere. Io e Calum intanto ridevamo ancora piu’ di prima se possibile.
Prima di fare un’uscita di scena degna di oscar, Ashton spense di colpo l’xbox lasciando Michael interdetto per poi uscire dall’appartamento e sbattere la porta con forza, diretto al pub per il suo turno delle 17.
Michael ancora non poteva credere che avesse interrotto una delle fatidiche partite del campionato di calcio all’xbox, quando si svegliò dallo stato di shock iniziò a imprecare contro Ashton e i suoi ‘discorsetti da ragazzina mestruata’.
Una volta che si fu calmato si sdraiò sul letto con il broncio, mentre Calum si rifugiava all’angolo del monolocale cercando di studiare con i lamenti di Michael in sottofondo.
Sapevo già che di li a poco sarebbe nata una nuova discussione, stavolta però Michael avrebbe dovuto vedersela con Calum che poteva essere tanto gentile e simpatico quanto aggressivo e stronzo. Perciò decisi di risparmiare un’agonia alle mie povere orecchie, uscendo dal monolocale.-Ragazzi io vado a fare un giro per vedere se posso recuperare qualche lavoretto part-time. Vi lascio soli.- Detto questo mi avvicinai a Calum –Mi raccomando, non arrabbiarti subito, cerca di essere ragionevole… Fagli anche male ma quando torno non voglio vedere il suo cadavere sul mio letto.- gli sussurrai ridacchiando. Come risposta Calum mi rivolse un sorrisetto nervoso e spazientito per poi riconcentrarsi sullo studio cercando di non pensare a Michael per non ucciderlo.
Una volta uscito fui accolto da un alito di vento caldo. Nonostante fosse metà Settembre, New York era abbastanza soleggiata, ma la nostalgia del caldo afoso australiano persisteva. Scossi la testa per tornare con la mente a New York… era li ora la mia vita, sarebbe stato inutile intrappolarsi negli accoglienti ricordi del passato.
Holaa!
Allora ragazze volevo dirvi che ho già due capitoli pronti per la storia, ma prima di pubblicarli avrei bisogno di piu' opinioni perchè non so se continuarla o meno, perciò fatemi sapere cosa ne pensate con un commento oppure anche in un messaggio.
Grazie mille a chi ha votato e letto il primo capitolo, ve ne sono grata :')
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Live and let die || Luke hemmings
Fanfic"Preferisco essere odiato per quello che sono, che amato per quello che non sono." Sam Price era una semplice sedicenne newyorkese. Sam Price era stata ferita più volte dalle persone che la circondavano. Persone in cui lei aveva riposto la propria f...