Capitolo 6

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Luke's pov

-Alla buon'ora!- Urlò qualcuno alla mie spalle. Tolsi di scatto lo sguardo dalla ragazza minuta di fronte a me per posarlo sull'imponente figura del signor Foster, il quale aveva la fronte corrucciata ed era visibilmente irritato.

Vidi Sam irrigidirsi di colpo, ma si riprese quasi subito quando vide Brendon. Pensavo si sarebbe giustificata con una qualunque stupidissima scusa inventata al momento e invece sembrava tranquillissima mentre si scusava con Foster.

-Scusami Bren.- iniziò lei. -Non mi ero proprio accorta che stavo per fare ritardo, e appena ho visto l'orario sono corsa qui.- finì con un sorriso forzato.

-Non fa niente Sammy, vieni qui.- Si avvicinò a lei con due semplici ed eleganti passi. -Non mi permetterei mai di sgridare la mia dipendente preferita, ci mancherebbe altro, sei come la figlia che ho sempre desiderato.- le pizzicò una guancia.

Sam alzò gli occhi al cielo.

-Ti ricordo che una figlia ce l'hai già, Bren.- rispose lei con una smorfia di dolore dipinta in volto.

-Chi è che osa nominarmi?- Si sentì una voce squillante provenire da dietro le mie spalle. Mi girai e vidi una ragazzina molto bassa, mi arrivava al gomito, avrà avuto si e no 15 anni. Aveva i capelli biondo platino e gli occhi neri, era truccata pesantemente, tanto che si vedeva il distacco tra il colore del fondotinta scuro sul suo viso e la carnagione chiara del collo. Sarebbe stata niente male se avesse avuto qualche anno in piu' e se si fosse truccata di meno.

-Oddio!- urlò di nuovo la ragazzina guardandomi con occhi pieni di lussuria. Rimangiai tutto, sarebbe stata niente male se solo avesse evitato di aprire bocca. -Papà! Chi è questo bel ragazzo? Un tuo nuovo dipendente? Scegli sempre gente di classe paparino, non c'è niente da fare: tale figlia, tale padre.- disse ridacchiando. -Ah dimenticavo che poi ci sono le eccezioni, c'è gente che entra qui dentro manco fossero i provini per il circo.- Disse guardando in direzione di Sam mentre rideva della sua presunta battuta. Sam intanto era stata tutto il tempo a braccia incrociate mentre guardava con aria afflitta la scena, come se si fosse arresa alla demenza della ragazza davanti a me, che in quel momento  si lasciò andare a un sospiro guardandomi negli occhi.

-Eccola di nuovo all'attacco.- si fece scappare Kevin, provocando una risata da parte di Sam e guadagnandosi un'occhiata piuttosto torva da parte di Foster. Non potei evitare di far nascere l'accenno di un sorriso divertito sul mio volto. Ci furono pochi istanti di silenzio prima che Foster tornasse in cucina e prima che sua figlia si avvinghiasse al mio braccio come un koala, iniziando a parlare a raffica.

-Oh che sbadata non ti ho nemmeno detto come mi chiamo, sono Kaycee Foster piacere mio, puoi chiamarmi Kay se vuoi.- Non glie l'avevo chiesto in realtà e capii che nemmeno a lei importava sapere il mio, di nome. Era solo in cerca di conquiste da quanto potei capire e io non sopportavo piu' la sua voce che ad ogni frase si alzava di un'ottava. Non ero gay, anzi mi piacevano le attenzioni delle donne, ma non in quel caso. Perciò con molta fatica riuscii a liberare il mio braccio dalla presa ferrea di Kaycee per poi allontanarla.

-Bene, ora però inizierà a venire gente, mi dispiace ma devo proprio lasciarti.- Le dissi con un finto sorriso dispiaciuto, ma quando stavo per allontanarmi mi afferrò per il gomito facendomi girare, si avvicinò al mio orecchio alzandosi sulle punte dei piedi mentre mi passava davanti agli occhi un pezzo di carta stropicciato con su scritto un numero telefonico. Era così vicina che riuscivo a sentire il profumo intenso del fondotinta che quasi mi impediva di respirare.

-Questo è il mio numero.- mi sussurrò a un orecchio. -Chiamami quando ti va.-

Di colpo sentii la sua mano farsi spazio nella tasca posteriore dei miei jeans neri, indugiò per qualche secondo prima di toglierla, lasciando il biglietto all'interno della tasca. Si allontanò sculettando soddisfatta e prima di uscire dal locale chiudendo la porta alle sue spalle, mi fece l'occhiolino.

Rimasi per un istante a guardare la porta d'entrata del locale prima di girarmi con l'intenzione di continuare a sistemare il locale. Inaspettatamente trovai Kevin a fissarmi con un sorrisetto, mi sentii come se fossi stato beccato mentre rubavo qualcosa e non ne sapevo nemmeno il perché.

-E' il tuo primo giorno e già facciamo conquiste, vedo.- Disse mentre il sorriso sul suo volto si allargava.

-Bhe per la prima volta nella mia vita non sono felice di far colpo sulle donne.- Risposi ridendo, seguito subito dopo da lui.

-Ti capisco fratello, Kaycee fece così anche con me la prima volta che mi vide, e ogni tanto continua a provarci, anche se si è arresa al fatto che da me non otterrà mai nulla. Falle vedere che ti è indifferente e nel giro di due-tre giorni lascerà in pace anche te. E' fatta così, ci prova con tutti. È la sua natura.-

-Natura da troia, intendi?- intervenne Sam, guadagnandosi le nostre risate.

-Forse.- Rispose Kevin.

-Dai dopotutto è ben fornita la ragazza, ma quanti anni ha?- Chiesi incuriosito.

-Cosa c'è?  T'interessa la tredicenne? Presumo tu abbia 18-19 anni e se è così potresti benissimo passare per pedofilo.- Rispose alla mia domanda ridacchiando. Onestamente mi sentii davvero come se fossi un pedofilo, cazzo non pensavo che una tredicenne potesse conciarsi in quel modo e soprattutto avere quegli atteggiamenti.

-Cazzo. Sul serio ha 13 anni? Non ci credo, dio. Bhe resta il fatto che non è poi così male e poi quanti anni avresti tu per ritenerla una bambina?- Ammisi, rivolgendomi a Sam con un sorriso furbo. Avevo intuito che lei non sopportava Kaycee e ovviamente non la biasimavo per questo, ma aveva un bel caratterino e così provai a stuzzicarla.

-Ho 16 anni. E nessuno ha detto che è brutta, ma se vuoi condividere la tua fidanzata con altri cento ragazzi allora fai pure, è tutta tua bello.- disse ironicamente.

-Nessuno ha detto che la voglio come fidanzata, ma allo stesso tempo nessuno mi vieta un po' di divertimento, non credi? Ah, e grazie per il bello, bella.- Le feci l'occhiolino e capii che si stava trattenendo dall'urlarmi contro o quantomeno dal mandarmi a fanculo.

-Bello si fa per dire, ma ti ringrazio per il bella. E ripeto, fai come ti pare...  non ti conosco nemmeno, non vedo perché debba interessarmi come ti diverti o con chi ti diverti.- Mi rispose a tono con un sorrisino acido stampato in viso, per poi entrare nella cucina senza degnarmi di uno sguardo. Probabilmente non le avevo fatto proprio una buona impressione, ma era davvero divertente stuzzicarla e avevo trovato un modo per non annoiarmi durante i turni lavorativi.

Ok ragazze sono a scuola (again) e mi sto deprimendo.

Ho scritto questo capitolo ieri alle tre di notte capitemi, ma l'ho pubblicato stamattina perchè dovevo correggerlo.

Ho giá il capitolo successivo pronto e lo pubblicherò stasera.

VE SE AMA♥

Live and let die || Luke hemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora