Luke’s pov
Vagavo da ormai un’ora e mezza per le strade affollate di New York in cerca di un lavoro che mi tenesse occupato quella settimana. Non avevo trovato niente di interessante, niente che fossi in grado di fare. A volte mi sentivo davvero un incapace, non potevo andare avanti così, avrei dovuto cercare un lavoro fisso come quello di Ashton, così quando svoltai l’angolo e mi trovai di fronte a un ristorante chiamato ‘Moonstruck’ capii che era il posto che stavo cercando. Mi avvicinai alla vetrina e potei capire che era un posticino abbastanza frequentato; ‘niente male ’, pensai.
Senza pensarci troppo entrai. Vidi un uomo barbuto dietro la cassa impegnato al computer, pensai che potesse avere si e no una quarantina d’anni, mi schiarii la voce e chiesi se c’era posto per lavorare come cameriere, poiché avevo abbastanza esperienza in quel campo lavorativo. La maggior parte dei lavori part-time che avevo fatto si basavano su quello. Mi dissero che per quel momento c’erano già altri ragazzi in prova, ma se avessero avuto bisogno di me mi avrebbero chiamato, così gli lasciai il mio numero e me ne andai.
Il giorno dopo ero nella cucina mentre cercavo di preparare un semplice toast senza far saltare in aria l’intero monolocale, quando mi arrivò la chiamata dal ristorante. Mi dissero che avevano bisogno di me almeno per quel giorno. Onestamente non mi aspettavo mi chiamassero dopo così poco tempo ma ne fui entusiasta, dopotutto quei soldi erano più un extra per me quindi potevo anche comprarci dei CD, dei vestiti o magari semplicemente spenderli per cose futili.
Quando arrivai al Moonstruck erano le 16. Trovai ad accogliermi il tipo barbuto del giorno precedente insieme ad un ragazzo. Quest’ultimo era alto, occhi e capelli scuri… mi sembrava un ragazzo apposto all’apparenza. L’uomo sulla quarantina mi si avvicinò porgendomi la mano destra.
-Brendon Foster, piacere di conoscerti.- Gli strinsi la mano e feci per presentarmi ma mi precedette.
-Chiamami come ti pare ma ti avviso, non sei il primo ragazzo che cerca di ottenere questo lavoro. Non credere che sia una passeggiata… qui si lavora sul serio, quindi se le tue intenzioni sono altre sei pregato di andartene, senza troppe cerimonie.- disse schietto.
-Non si preoccupi signor Foster. Io sono Luke Hemmings, piacere mio. Non è la prima volta che lavoro in un ristorante quindi può stare tranquillo.- Mi lasciò un’occhiata fredda, era abbastanza nervoso. Probabilmente aveva avuto a che fare con ragazzi inesperti tutta la mattina.
Mentre Foster continuava a parlarmi dell’organizzazione e degli orari lavorativi, notai che il ragazzo era al telefono. D’un tratto si girò puntando lo sguardo su di noi, o meglio sul signor Foster.
-Brendon- Chiamò a voce alta il ragazzo. L’uomo si girò di scatto verso di lui con aria interrogativa.
-Ha appena chiamato Sam, dice che tra 10 minuti sarà qui. Ha avuto un contrattempo.- Disse con sguardo indifferente e apparentemente anche un po’ irritato.
-Bene.- Rispose l’altro -E’ fortunata che non c’è ancora nessuno.- Continuò, per poi entrare in quella che supponevo fosse la cucina.
Una volta che fu fuori dal mio campo visivo presi il grembiule color bordò che mi aveva lasciato sul bancone del bar e lo infilai con non molta difficoltà. Quando alzai la testa dal ridicolo grembiulino mi ritrovai il ragazzo moro difronte.
-Io sono Kevin.- Mi disse con un sorriso amichevole stampato sul volto ancora visibilmente irritato dalla conversazione precedente con Foster.
-Luke Hemmings.- Gli sorrisi a mia volta.
-Bene, ti consiglio di scappare il prima possibile da qui se non vuoi fare la mia stessa fine, ovvero ritrovarti a lavorare giorno e notte per un misero stipendio mensile.- disse ridacchiando. Una risata abbastanza forzata, si vedeva che lavorare in quel ristorante non era una cosa che gli stava molto a cuore, considerando anche il fatto che odiasse il suo datore di lavoro, il che rendeva la situazione ancora meno sopportabile.
Non potei fare altro che ridacchiare con lui, infondo avevo visto bene… era davvero un bravo ragazzo.
-Bhe lavorare giorno e notte in questo posto non è sicuramente nei miei piani, ma un guadagno extra mi farebbe comodo, quindi per ora mi accontento… ma avvisami quando vedi che sto per fare la tua stessa fine.- ridemmo insieme. L’argomento trattato non era poi così divertente di per se, ma cercavamo di rendere la cosa un po’ più umoristica… com’è che si dice? Si ride per non piangere.
Mentre chiacchieravamo del più e del meno e preparavamo il locale per ospitare i clienti, sentimmo la porta del bar aprirsi ed entrambi ci girammo.
Una ragazza era appena entrata. Era magra e non molto alta, aveva i capelli tinti di blu e gli occhi color ghiaccio. Era davvero molto carina. Si avvicinò al bancone e mi ignorò, concentrandosi sulla figura di Kevin al mio fianco. Lo salutò amichevolmente con un abbraccio amorevole, dovevano conoscersi bene. Quando si sciolsero dall’abbraccio, la ragazza si girò nella mia direzione rivolgendomi uno sguardo abbastanza curioso.
-Ciao… tu sei?- Mi chiese.
-Luke Hemmings, piacere.- Le rivolsi uno dei miei sorrisi migliori che utilizzavo spesso con le ragazze. Ero abituato alle attenzioni delle donne ormai, e ci sapevo fare.
-Sam Price.- Mi guardò con aria indifferente, come se la mia presentazione fosse stata la cosa più futile al mondo per lei.
YAAY
sono felicissima che anche se a pochissime persone, la storia stia piacendo. In questo capitolo come avete potuto vedere si incontrano Luke e Sam per la prima volta, ma questo ovviamente è soltanto l'inizio di un lungo e complicato rapporto. Ma non voglio dire nient'altro, odio gli spoiler.
Perciò ringrazio di nuovo le poche ragazze che mi seguono, siete fantastiche, davvero. Continuate a leggere i miei aggiornamenti e non vi deluderò, promise u.u
MI dileguo, bye.
ps: fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo ;P
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Live and let die || Luke hemmings
Fanfic"Preferisco essere odiato per quello che sono, che amato per quello che non sono." Sam Price era una semplice sedicenne newyorkese. Sam Price era stata ferita più volte dalle persone che la circondavano. Persone in cui lei aveva riposto la propria f...