Capitolo 11

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E da lì iniziò il crollo.
Castiel passò la notte di Natale abbracciato a Dean, con il viso infossato nel suo petto e le lacrime che bagnavano la T-Shirt del fidanzato. Aveva sopportato fin troppo a lungo quella situazione in casa, dopo la morte di Raphael. La pressione su di lui era costante, e non era mai riuscito a difendersi, a trovare il coraggio di ribellarsi.
E quella sera aveva fatto tutto in un colpo solo.

Passarono due settimane in cui Castiel transitò dal piangere al vagare per la casa in silenzio. La reazione della madre l’aveva scioccato e deluso.
Come se non fosse bastato tutto quello, si era aggiunto anche Michael.
“Non lascerò mio figlio in mano a dei froci, oh no, non lo farò.” aveva detto, dopo essere piombato in casa di Cas come una furia reclamando la sua patria potestà. Preso Ezeckiel se ne era andato così come era venuto, e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Probabilmente Lucy per vendicarsi aveva detto di Dean e Castiel al figlio, che non aveva perso tempo e aveva preso il primo volo da Montecarlo.
Così Castiel Novak si era trasformato in un fantasma. Di notte Dean lo sentiva sussultare contro il suo petto, singhiozzare, e non poteva fare altro che stringerlo e consolarlo.
Al mattino entrambi uscivano di casa, chi per andare all’università, chi per andare al lavoro, consapevoli che alla sera, una volta tornati a casa, stanchi, esausti, si sarebbero trovati e sarebbe ripartita la routine.

Un giorno però non accadde.

Dean tornò a casa dal negozio di dischi con un CD per Cas, che aveva trovato in fondo ad un vecchio scatolone. Era una vecchia edizione della colonna sonora di “Rent”, sapeva che l’avrebbe apprezzato.
Le luci erano spente. Appena le accese si accorse che mancavano alcune cose, come le scarpe di Cas vicino alla porta, o il trench appeso all’attaccapanni.
Sospirò, pensò che forse aveva fatto tardi in università. Toltosi la giacca e abbandonatola sul divano salì fino in camera, desideroso di farsi una doccia.
Fu in quel momento che la vide. Campeggiava sul copriletto blu tirato perfettamente sopra le lenzuola. Una busta bianca, senza scritte. Dean la aprì, e lette poche righe si sedette sul letto, stringendo i denti.

“Caro Dean,

Mi dispiace di non essere in casa. Ho detto a Gabriel che per un po’ ci saresti stato solo tu. Ha capito.
Potrei scriverti mille bugie. Che non siamo fatti l’uno per l’altro, che non è scattata nessuna scintilla, che non ti ho mai amato.
Ma la verità è un’altra.
La verità è che ho deluso tutti, e prima o poi deluderò anche te.
Non so cosa scrivere, sul serio. Sai che non sono mai stato bravo con le parole.
Ti prego, non cercarmi.
Può darsi che non ci rincontreremo di nuovo in questa vita,
perciò lasciami dire prima di separarci… che gran parte di me è formata da ciò che ho imparato da te.
Sarai sempre con me come un'impronta nel mio cuore.
E ora, comunque finiscano le nostre storie… so che hai riscritto la mia.
Addio, Dean.
Ci vediamo.

Castiel”

As long as you're mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora