Capitolo 1 - PROLOGO

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"Buongiorno biondo! Non ci posso credere che tu sia già sveglio!", aveva detto Harry al suo migliore amico, sicuro che avrebbero dovuto chiamarlo per due ore prima di vederlo comparire al centro.

"Lascia perdere Styles... Non sono proprio andato a dormire, perchè ho fatto tardi stanotte e se mi fossi addormentato non mi avreste svegliato nemmeno buttandomi nell'Oceano da un elicottero!"

"Nì ma sei scemo! Non puoi immergerti mezzo morto! Avrai anche bevuto ieri sera! Dai per stavolta la saltiamo!", aveva sentenziato Harry.

"Harry faccio immersioni da più di 15 anni, non essere ridicolo! E poi tu ci rimarresti troppo male se saltassimo la nostra tradizione!", aveva ribattuto il biondo.

"Ma...-", cercò di continuare Harry, ma Niall lo fermò:"Harry, no! L'immersione si fa! Dobbiamo solo aspettare Liam!", e Harry si arrese sorridendo. In fondo era felice che quella piccola usanza, che era solo loro, non saltasse. Era una delle poche certezze che il riccio aveva nella sua vita, insieme all'amore per il mare, e ci teneva da morire.

Harry si era trasferito, se così si potesse dire, da Runcorn, nella costa ovest del nord Inghilterra a Santa Monica, in California, subito dopo essersi laureato con il massimo dei voti all'Università di Manchester, in biologia marina.

Forse era proprio stato un segno del destino a far si che Harry avesse trovato la propria strada in ciò che gli somigliava di più.

Harry aveva passato cinque anni in quell'università e per quanto la amasse, nonostante la solitudine e l'emarginazione a cui si era autocondannato, allo stesso tempo avrebbe preferito i tentacoli velenosi di mille meduse addosso piuttosto che farsi quasi ogni giorno quaranta minuti di macchina nel traffico perennemente congestionato che era costantemente presente intorno a Manchester.

E lui di tentacoli ne sapeva qualcosa.

Harry non aveva avuto vita facile all'università, dal momento che tre giorni ogni sette, era costretto a passarli fuori casa, dovendo compensare per gli altri la mancanza di studio, essendo così costretto a studiare, nei periodi più intensi, notte e giorno, ma confortato dalla sicurezza di avere almeno settantadue ore a settimana solo per dormire.

Harry era alto quasi un metro e novanta, asciutto e muscoloso, capelli lunghi fino alla base del collo, castani con leggeri riflessi biondi e riccioluti sulle punte, ma quasi sempre racchiusi in un cipollotto.

Gambe lunghe ed affusolate da far invidia alle migliori modelle del mondo, una voce profonda e roca che contribuiva a farlo sembrare ancora di più una creatura estranea a quel mondo, come se già non lo fosse sembrato abbastanza per tutto il resto.

La mascella pronunciata, la quasi totale assenza di barba, gli occhi verdi, le spalle larghe e scoscese ne facevano un bocconcino appetibile dalla maggior parte della popolazione universitaria da entrambi i sessi.

Ma ad Harry il genere femminile non interessava proprio. Tutt'al più quello maschile, ma un po' perché non aveva la benché minima intenzione di interagire con i suoi coetanei, un po' perché effettivamente non ce n'era nemmeno uno in grado di meritarsi Harry, si era sempre limitato ad imitazioni di rapporti che puntualmente dopo una, massimo due sere, terminavano.

Tuttavia da quando si era trasferito a Santa Monica, si era imbattuto in due esseri umani davvero particolari che gli avevano fatto venire voglia e necessità di rompere il guscio da crisalide in cui si era costretto per tutta la vita e farne uscire la splendida farfalla che era.

Uno era Niall, un biondo irlandese pazzo come un cavallo, amante degli sport estremi, specialmente per la subacquea di profondità, sia con bombole che in apnea.

Underwater // Larry Stylinson AU! #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora