Capitolo 19 - Blackout

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Harry era riuscito a sfuggire per tre giorni dalle grinfie di un padre livido di rabbia, nemmeno lui sapeva come.Era riuscito a tornare sulla terra ferma, aveva fatto la sua lezione all'università e ora si stava dirigendo verso casa di Louis, assolutamente impaziente di rivederlo.

Bussò alla porta e quando la porta si aprì, si ritrovò davanti due occhi blu bellissimi e una benda sulla tempia:"Louis! Che cazzo hai fatto alla testa?", finse Harry.

"Te lo avevo detto che sarebbe stato meglio ci fossi stato anche tu!", rispose Louis ridendo.
"Non c'é niente da ridere e questa non è una risposta alla mia domanda."
"Ok ok... Al falò l'altra sera... Eravamo un po' tutti fatti e ubriachi, abbiamo preso le moto d'acqua e ci siamo messi a fare le gare... Io e Luke ci siamo spinti un po' troppo in là, abbiamo evitato una barchetta, poi Luke é tornato indietro ed io mi sono girato, sono andato contro un'onda, ho perso il controllo della moto ed ero troppo vicino ad uno dei pali del molo. Il contraccolpo mi ha sbalzato giù e ho sbattuto la testa contro un palo...."
"Cristo Louis!"
"Non ti preoccupare, Harry, sto bene, ma..."
Louis lo guardò titubante. Quello che stava per dirgli o forse chiedergli, gli sembrava assurdo, quanto normale.
"Ma cosa?!"
"Harry quando mi sono svegliato dopo qualche minuto di incoscienza, mi sono ritrovato sul pontile del Sebastian, ma non so come..."
Harry lo guardò confuso.
"Mi ricordo solo un paio di cose... Ho sentito la tua voce che mi chiamava e mi diceva di svegliarmi... E poi quando ho aperto gli occhi e mi sono seduto, ho visto, o meglio... Credo di aver visto una roba verde... Una coda... Una coda bella grossa...
"Harry perse un battito.
"Louis, amore... Che stai dicendo? Io-io non ero lì... E poi una coda verde?? Amore hai battuto la testa...", disse Harry accarezzandogli i capelli, proprio sopra la ferita.
Louis lo guardò quasi deluso... Come se si fosse aspettato che Harry avrebbe chiarito i suoi dubbi o diradato la nebbia presente nei suoi pensieri.
"Lou eri fatto e ubriaco... E per aggravare il tutto hai anche sbattuto pesantemente la testa. Quanti punti sono? Quattro?"
"Cinque"
"Ecco... Non mi stupisce che tu abbia visto i mostri...", finì Harry con una mezza risata.
"Però mi fa piacere che anche nei momenti di delirio io sia una delle cose che vedi...", disse Harry sporgendosi verso il più grande, contornandogli il viso con una delle enormi mani mentre con l'altra sorreggeva il suo peso sul materasso, e baciandolo lentamente.
Louis rispose immediatamente al piccolo assalto e ben presto le sue braccia furono avvolte attorno al busto del riccio, accarezzandogli la schiena e i fianchi. Dopo pochi secondi Louis cominciò a sdraiarsi sul letto, portandosi dietro Harry sopra di lui. Harry lo baciò ripetutamente sulle labbra, cambiando solo l'inclinazione della testa, guardandolo fisso in quegli occhi blu profondi come l'oceano. Gli accarezzava il viso tranquillo e riposato con ogni parte della mano, i polpastrelli, il dorso della mano, il palmo, come se ogni parte gli desse una percezione diversa di quella pelle soffice in contrasto con la barba spessa e dura. Alternava baci premuti sulle labbra di Louis a piccoli e delicati morsetti del labbro inferiore, piccole e timide apparizioni della punta della lingua sul labbro superiore. Louis era sopraffatto dalle cure del riccio, non stavano facendo assolutamente nulla di trascendentale, ma tremava, il cuore non batteva nemmeno più, scalpitava contro la cassa toracica e lo stomaco gli bruciava.
"Passerei tutta la vita così Lou...", disse il riccio, cercando di rievocare una domanda fatta qualche settimana prima.Louis guardava Harry sopra di lui e con un braccio gli accarezzava la schiena da sotto la camicia bianca.
"La mia proposta è sempre valida..."
"Ci speravo tanto...", disse Harry mentre sul suo viso si stava allargando un sorriso che fecd uscire le fossette, segno della sua veridicità.
"Sei serio?"
"Lo ero anche la prima volta che me l'hai chiesto! Solo che poi sono successi dei casini ed è passata in secondo piano, ma lo voglio Lou..."
"Quel 'lo voglio'  mi sa tanto di qualcos'altro...", disse Louis con un ghigno malizioso.
"Non ti sto dicendo di no, solo, un passo per volta... Piano piano faremo tutto...".
A quel punto la testa di Louis era una scatola contenente poltiglia di cervello, così strinse le braccia al collo del riccio, quasi non lasciandolo respirare e tirandoselo addosso. Cominciò a spogliarlo, sbottonandogli lentamente la camicia e Harry fece lo stesso con i vestiti di Louis. Preso dal momento e frastornato ancora dall'eco delle parole di Harry che aleggiavano in quel poco del suo cervello che era rimasto, Louis quasi non si accorse che il riccio avesse abbandonato le sue labbra per prendere del lubrificante e un preservativo dal comodino, che aveva già per metà srotolato sulla lunghezza tesa e calda di Louis.
"Harry che stai..."
"Shh! Oggi mi prendo cura io di te!", disse Harry massaggiandogli delicatamente i testicoli. Louis fece per alzarsi e prendere il comando, quando Harry lo inchiodò al materasso dalle spalle con un ghigno malefico stampato in volto, lasciando Louis confuso.
"Harry ma che...".
Harry prese i polsi di Louis e li bloccò con una mano sopra la sua testa, sul cuscino, poi con le ginocchia ai lati del busto del più grande, avanzò finché le sue natiche piccole e sode, non furono esattamente sopra la sua erezione. Il cuore di Louis batteva come quello di un colibrì, il respiro incrementato, la realizzazione delle intenzioni di Harry a deformargli il viso e lo stomaco che gli bruciava tremendamente. Con la mano libera, Harry, prese il membro di Louis, allineandolo con la propria entrata e cominciando a fare pressione. Louis strinse gli occhi alla sensazione della carne di Harry che si apriva e stringeva intorno a lui e ne sentiva ogni millimetro che bruciava da far male, un male sadico però, di quelli di cui non poteva e non voleva fare a meno. Harry si calò lentamente sull'erezione di Louis finché non rilasciò un sospiro di sollievo quando arrivò alla base.
"Cristo Harry", imprecò Louis. Harry scese a baciargli le labbra, cercando di guadagnare qualche secondo per adattarsi bene alla presenza di Louis dentro di se. Dopo poco, cominciò a muoversi, spingendosi il membro di Louis dentro il suo corpo, dapprima lentamente e dolcemente, poi più veloce e più profondamente. Ogni volta che il riccio scendeva a Louis si bloccava il fiato in gola. Era la prima volta che Harry faceva una cosa del genere e Louis stava già pensando alla seconda e alla terza e all'infinito. Harry non lasciò che Louis facesse assolutamente nulla se non rispondere ai suoi baci. Lo baciò ovunque, le guance, la mascella, gli occhi, il naso, le labbra e perfino la ferita sulla tempia. Louis provò più volte ad avvicinarsi al membro eretto di Harry, per dargli un po' di sollievo, ma il riccio glielo impedì ogni volta, così Louis lo afferrò per i fianchi e lo aiutò nei suoi movimenti.Il dolore e il bruciore che Harry aveva provato all'inizio erano stati sostituiti da puro piacere tanto che non gli servì nemmeno toccarsi o essere toccato. Le gambe cominciarono a tremargli, il fiato corto e il labbro inferiore stretto tra i denti così tanto che il sangue sarebbe potuto uscire da un momento all'altro. Louis posò le mani un po' più su dei fianchi e se lo spinse addosso baciandolo. Si baciavano respirando pesantemente l'uno nella bocca dell'altro, cercando di trattenere i gemiti, vista la presenza dei loro amici al piano inferiore. Cercarono, inconsapevolmente l'uno dall'altro, di trattenere l'orgasmo per alcuni minuti, ma dopo che Harry ebbe cambiato nuovamente ritmo, non riuscendo più nemmeno a capire cosa stesse facendo, con un gemito strozzato venne intoccato sporcando il petto di Louis che intanto strinse il bacino del riccio talmente forte da lasciargli profondi segni rossi, mentre rilasciava il suo seme nel preservativo. Harry crollò esausto su un lato di Louis, lasciando che fosse lui per una volta a coccolarlo, nonostante la visione dall'esterno potesse risultare ridicola. La differenza di dimensioni infatti era notevole. Harry non era solo più alto, era anche muscolarmente più grosso, ma quando  si accucciava tra le braccia di Louis sembrava solo un bambino troppo cresciuto. Louis gli accarezzava lievemente la spalla e il braccio che gli stringeva il busto e rimasero in quel piacevole limbo per qualche minuto, prima che il telefono del più grande squillasse fastidiosamente. Lo recuperò dal comodino, ma visto l'utente in entrata decise di lasciarlo squillare. Squillò insistentemente per tre volte quando Harry infastidito disse:"ti prego rispondi Lou."
"Ma è mia madre!"
"Non mi interessa fai finire questo maledetto rumore!"
Louis sbuffò portandosi il telefono all'orecchio:"pronto?"
"Ciao Louis! Come stai?"
*Ho appena finito di scopare con il mio compagno*, pensò Louis, rispondendo invece:"Bene madre, voi? Le ragazze?"
Johanna sempre storcendo il naso a quel nome per identificarla, ma se lo meritava. Era colpa sua. Ci sarebbe voluto tempo, ma era determinata a riprendersi il rapporto con i suoi figli più grandi.
"Le ragazze stanno bene! Vorrebbero vedervi... E anche io e papà... Che ne dite di una cena domani sera? Magari vengono tutti, anche Harry, Niall, Zayn e Liam..."
"Sento gli altri e ti faccio sapere, magari la facciamo da noi, Lottie e Harry cucinano da dio..."
"Allora aspetto tue notizie Lou... Grazie..."
"A dopo!"
Louis abbandonò le braccia sul materasso ed emise un rantolo di frustrazione.
"Che succede?", chiese Harry.
"I miei... Vogliono fare una cena insieme e vogliono anche voi..."
"Per me è ok..."
Louis sbuffò.

Underwater // Larry Stylinson AU! #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora