Genitori morti e quattro fratelli.
Era il 2006 quando tre ragazzi e una bambina vengono abbandonati davanti l'ingresso dell'orfanotrofio Santa Clelia, a Los Angeles.
Quando Thomas Malik, Il più grande tra i fratelli, compie 18 anni cerca di ottene...
T: <kate! É da mezz'ora che quella sveglia suona, alzati!> urla Thomas entrando nella mia stanza e sbattendo la porta.
Io: <eh? Cosa? Che é successo?> chiedo allarmata essendomi svegliata con quel rumore.
T: <kate sono le le 7:45, devi alzarti! Ora!> mi ripete urlando
Io: <mmh...Tom smettila di urlare!! Non mi sento bene. Posso non andare a scuola?> chiesi prima incavolata e poi, con riluttanza facendo gli occhi da cucciolo bastonato.
T: <ei principessa, che hai? E comunque no, non puoi rimanere a casa quindi forza e alzati>
Io: <Niente. Lascia stare! In questa casa non mi capisce nessuno mmh!> gli rispondo urlando. Quando ho il ciclo non voglio sapere nulla e nessuno si deve azzardare a parlarmi o lo faccio fuori.
Appena mi alzo dal letto mi arriva una manata al centro del sedere che mi fa fermare sia per l'imbarazzo che per il fastidio.
T: <signorina, non alzare mai più la voce con me o vedrai come to finirà!>
cazzo, non lo capisce che ho il ciclo!? É così tanto complicato? Adesso mi ritrovo con un assorbente spiaccicato nel mio di dietro e una faccia rossa per la rabbia. Ora mi sente quest'idiota.
Io: <ma sei stupido!? Cazzo non ti é venuto in mente che potrei avere il ciclo!? Ma dico io, tutti i fratelli stupidi a me sono capitati!> impreco mentre scappo in bagno e mi chiudo a chiave per avere un po' di privacy e perché sennò dovrei subire una stupida ramanzina.
Appena finisco di lavarmi torno in camera mia contenta di essere sola, così vado a chiudere anche questa porta a chiave e scelgo cosa mettere.
Dopo circa mezz'ora in cui é anche salito Noah per dirmi di sbrigarmi e andare a fare colazione ho deciso di mettere dei jeans larghi, una maglietta corta bianca e le mie amatissime scarpe bianche.
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Finisco di truccarmi con una sottile linea di Eye-liner e un po' di mascara. Prendo lo zaino già pronto dalla sera prima e scendo in cucina per fare colazione.
Entro in cucina senza neanche salutare, oggi non é proprio giornata. I miei fratelli alzano tutti la testa di scatto dal loro cappuccino e mi fissano per un tempo indeterminato fino a che Noah non se ne esce con un <buongiorno eh!>
Io: <giorno> rispondo scocciata prendendo un bicchiere d'acqua prima di uscire da casa.
C: <dai vieni a sederti e a fare colazione. Sai che é importante questo pasto della giornata>
Oddio. Ecco che ricomincia con quella storia. Stamattina non ho la voglia di ascoltarlo perciò lo dileguo con un semplice gesto della testa per annuire.