8: Insieme per forza

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<Tristan fermati>

Gli artigli del mio creatore fendono il mio braccio aprendolo in due come un coltello rovente sul burro.

Il mio stesso sangue colora di nero il polsino bianco della camicia.

Mi volto verso di lui con l'animo che mi ribolle per la rabbia.

Gli occhi di Darius sono rosso fuoco ed il suo volto sembra una maschera che rappresenta la morte in una farsa grottesca.

<Se la uccidi muori> tuona nella mia mente scombussolando ogni connessione cerebrale.

Crystal trema come una foglia sbattuta in aria da un tornado ed il suo labbro inferiore vibra come le corde di un violino.

Il mio maestro me la strappa da sotto le fauci ed io provo un senso di collera che cresce esponenzialmente.

<Vieni con me> dice alla ragazza prendendola per la vita e trascinandola nel corridoio.

Provo a contrastarlo, ma lui mi immobilizza sulla poltrona inchiodandomi come un asse di legno fissato al muro con dei chiodi.

Escono dalla mia visuale ed io ne approfitto per ricompormi, faccio rientrare i canini e provo a ristabilire un equilibrio interno.

<Ascoltami bene, umana. Tristan è un vampiro potente, non sottovalutarlo. Fino a quando non troverò il modo di spezzare questo strano legame che si è formato tra voi due, ti conviene non sfidarlo e provare ad andarci d'accordo>

Ascolto attentamente la conversazione tra Darius e la ragazza abbassando la testa a causa del senso di oppressione che mi sta letteralmente stritolando.

Darius ha ragione, fino a che sarò legato all'umana devo sforzarmi di non ucciderla anche se il sapore del suo sangue è una droga per me.

Rientrano nell'aula, Crystal ha gli occhi gonfi per il pianto e le labbra aride a causa della tortura a cui le sta sottoponendo.

Mi alzo, vado verso di lei che indietreggia impaurita, le afferro il polso e provo a parlarle con tutta la calma del mondo.

<Ascoltami umana> mi correggo velocemente <ascoltami Crystal. Il maestro ha ragione, dobbiamo stare insieme per forza quindi cerchiamo di conoscerci. Posso sforzarmi di comprendere il tuo mondo e mostrarti il mio>

Alza gli occhi fissando le mie iridi rosse come il fuoco ed il suo sguardo mi trafigge da parte a parte.

<Ad un patto> sussurra flebile <che quando spezzerete questo legame tu non prenderai la mia vita né quella dei miei genitori>

È una promessa che posso soddisfare.

Spezzata la maledizione sarò liberato dalla compagnia forzata della ragazzina e sarò io stesso ad allontanarmi dall'umana alla velocità della luce.

<Affare fatto> rispondo tendendole la mano.

Lei la osserva indecisa sul da farsi, poi allunga la sua e la intreccia con la mia.

La scarica arriva improvvisa al mio cuore, mi piego su me stesso a causa del dolore mentre sento le gambe vacillare.

<Tristan cosa succede?> mi domanda il maestro con una nota di stupore nella voce.

La ragazza è ammutolita, non comprende cosa mi stia accadendo ma, con mio sommo stupore, si inginocchia accanto a me e mi prende il viso tra le sue mani.

<State male per causa mia?> mi chiede addolorata per il dolore procuratomi.

La squadro da capo a piedi, rimanendo imbambolato davanti un simile comportamento.

L'ho minacciata, terrorizzata e quasi dissanguata eppure lei si preoccupa per il predatore che ha di fianco a lei.

Incredibile!

Riprendo fiato a contatto con le sue mani calde, mi risollevo da terra aiutandola a mettersi in piedi.

Sono strane le sensazioni che stanno sconvolgendo il mio animo, non riesco a decifrarle eppure con lei vicino il mare in tempesta della mia esistenza sembra placarsi leggermente.

<Direi di cominciare con il farti conoscere la mia casa. Vieni>

La prendo per la vita e la porto con me vicino alla finestra.

Lei capisce quello che sto per fare e si blocca.

<Non ci pensare proprio> ribadisce con tono autoritario.

Scoppio a ridere a causa della situazione grottesca, un'umana che mi ordina cosa fare!

<Tranquilla non ti accadrà nulla. Ricordi? Se muori tu muoio anch'io> affermo solenne.

Tituba per qualche istante, poi si lascia andare.

Poggia entrambe le braccia sulle mie spalle intrecciando le mani dietro il mio collo, la prendo in braccio come una sposa e mi sporgo dal davanzale.

Lei strizza forte gli occhi per non vedere di sotto.

<Se chiudi gli occhi ti perdi lo spettacolo> le dico stringendola forte a me.

<Però vai piano> bisbiglia al mio orecchio provocandomi un brivido lungo la colonna vertebrale.

Le risa di Darius ci travolgono mentre con un balzo sorpasso la finestra per approdare sull'asfalto sottostante.

<Wow> soffia ad un millimetro dalla mia bocca.

Corro, anche se in realtà sto andando a passo di lumaca, con lei tra le braccia che sorride estasiata dalla particolarità della situazione.

La brezza notturna le scompiglia i capelli che odorano di mughetto e lavanda ed io inalo a pieni polmoni il profumo di lei.

Dopo alcuni istanti arriviamo alla villa, la deposito per terra, anche se avrei decisamente voluto mantenere il contatto con il suo corpo.

Crystal osserva il giardino e si guarda intorno con aria curiosa proprio come una bimba in un negozio di caramelle.

<Prego> le dico aprendole la porta di casa.

Lei varca la soglia e, così facendo, entra contemporaneamente nella mia dimora e nella mia vita.

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