16: Scambi culturali

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<Sai, mamma non ne sono molto convinta. Tu che ne pensi?>

Resto fuori in giardino per assistere alla discussione tra madre e figlia.

La ragazzina ci sa fare veramente, si è inventata una balla con i suoi genitori, ossia uno scambio culturale universitario che la terrà lontano da casa per oltre un mese.

<Penso che dovresti accettare, Crystal. Puoi imparare molto frequentando un corso fuori del nostro Paese. Una cultura diversa ed una lingua diversa. Tesoro, se non  arricchisci il tuo patrimonio ora che sei giovane, ti sarà ben difficile farlo un giorno quando dovrai dividerti tra marito, lavoro e figli>

Lei batte appena gli occhi facendo finta di essere combattuta tra l’accettare l’invito ed il restare a casa.

Un’attrice da oscar, non c’è che dire!

<Non sono d’accordo. Abitiamo a Los Angeles mica nel deserto del Sahara. Tra l’altro in un mese cosa vuoi possa imparare di così tanto diverso da qui?>

Suo padre sta rischiando di mandare a monte il nostro piano.

Io, Darius ed i cinque saggi, non possiamo proteggere Crystal nella sua abitazione, con i genitori in mezzo ai piedi giorno e notte.

<Sono d’accordo con papà> risponde candida come un angioletto appena sceso sulla terra.

Sgrano gli occhi per la sorpresa, questa non me l’aspettavo.

La ragazzina ci ha ripensato!

D’accordo, ho deciso, me ne frego dello choc che i suoi subiranno, entro in casa, la rapisco e la porto in villa senza tanti complimenti.

Crystal apre la finestra e guarda dritto davanti a me, abbozza un tenue sorriso e fa un cenno che non comprendo con la testa.

<Santo cielo Arthur! Nostra figlia non è una bimbetta di tre anni ed io non trovo giusto bloccare i suoi studi. In quanto a te principessa di casa, non puoi permetterti di gettare alle ortiche simili offerte>

Il padre, abbassa mestamente lo sguardo poi scompiglia i capelli di sua figlia e le sussurra una frase che io comprendo benissimo nonostante la distanza.

<Come al solito, la mamma ha ragione. Il fatto è che per me sei e resterai sempre la piccola di papà>

Crystal si tuffa tra le braccia di suo padre mentre una piccola lacrima, che solo io riesco a vedere, le scivola veloce lungo la gota.

Ora capisco da chi ha ripreso l’umana.

Ha il carattere dolce e gentile di suo padre con alcuni sprazzi del carattere dominante di sua madre.

Un bel mix non c’è che dire!

Vado via e li lascio da soli in cucina a ridere e scherzare.

Mentre mi allontano scorgo la madre di Crystal intenta ad agitare il mestolo di legno in segno di rimprovero.

È giusto che Crystal trascorra una giornata serena con la sua famiglia.

Non sappiamo cosa potrà accaderci in futuro e lei potrebbe non avere altre possibilità di rivedere i suoi.

Vado in giro per la città ripensando alla notte in cui l’ho conosciuta.

Non avevo mai frequentato quel vicolo e non ero mai passato davanti a quella biblioteca.

Quella sera mi sentivo strano, quasi stordito.

Ripensandoci ora, con il senno di poi, sembravo guidato da una mano invisibile.

Ho anche ucciso dei miei simili affinché non si avvicinassero a lei!

Potevo fregarmene e scegliere un’altra preda eppure ho combattuto strenuamente per difenderla.

Forse ha ragione Laerte, questo vincolo che ci lega è molto più forte di quanto io pensi.

Non darò la vita per Crystal, ma la riporterò a casa dai suoi e poi sparirò alla velocità della luce.

Continuo a camminare fino a quando le luci della sera iniziano a prendere il sopravvento sui raggi del sole.

Domani mattina Danae si presenterà a casa di Crystal, soggiogherà le menti dei suoi genitori e farà credere loro di appartenere alla Laval, l’università del Quebec che ha progettato l’interscambio culturale tra americani e canadesi.

Danae è senza dubbio la più adatta ad un simile scopo, il suo volto aristocratico, le sue fattezze da lady vittoriana la rendono molto vicina ad un’educatrice vecchio stampo.

In realtà lei era una biologa, una delle migliori del suo tempo.

Rimase vedova molto presto e, per il dolore della perdita del suo amato marito, si buttò a capofitto nella ricerca.

Ebbe la sfortuna di incontrare un vampiro rientrando a casa a notte fonda.

Faceva freddo quella notte e la pioggia cadeva forte ed inesorabile sui tetti di Londra.

Carel la trovò esangue, prossima a varcare la soglia della morte.

Ebbe compassione di lei e la salvò.

Le salvò la vita, ma il suo cuore non ha mai trovato pace sebbene siano passati secoli dalla morte del suo amato sposo.

Mi desto dai miei tristi pensieri e mi dirigo a casa.

Il mio umore è sotto i piedi ed il futuro non mi è sembrato mai tanto nero ed imperscrutabile!

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