12: È più forte di me!

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Le luci sono accese segno che Darius e la ragazzina sono rientrati.

Io puzzo di fumo ed alcool, ho i vestiti strappati e le labbra sporche di sangue.

Immagino già la reazione dell’umana e la faccia che farà non appena metterò piede nel soggiorno!

Mi soffermo sul mio ultimo pensiero dandomi del cretino.

Da quando in qua mi importa cosa pensa di me la ragazzina!

Darius annusa l’aria peggio di un segugio inarcando un sopracciglio davanti alla visione del sottoscritto così malente conciato.

Crystal si trova davanti a Darius.

Stanno parlando come due vecchi amici.

Lei ride tranquilla, non è impaurita o intimorita.

Sembra di fronte ad un suo amico o uno studente della sua facoltà e non di certo un secolare vampiro.

Si volta non appena percepita la mia presenza ed il suo viso muta in una frazione di secondi.

Impallidisce.

Il labbro inferiore trema visibilmente ed i suoi occhi indugiano sulle macchie di sangue che ho ai lati della bocca.

<Avevi promesso di non>

Balbetta colta dalla paura per quello che posso aver fatto alla persona incontrata.

<Promesse? Ma ti rendi conto ragazzina che sono un vampiro e non un imbranato studentello?>

Lei mi si avvicina stizzita, osserva la camicia strappata, le tracce di rossetto sul collo ed il sangue poi, cogliendomi del tutto impreparato mi tira un ceffone con tutta la forza che ha in corpo.

Per me è poco più di una carezza, ma il suo gesto mi ha decisamente spiazzato.

Gli umani mi temono mentre questa sciocca ragazzina si è permessa di colpirmi!

<Come osi?> le dico rosso in volto per la collera.

Le afferro il braccio, ma lei decisa, mi sfida e con un sorrisetto diabolico mi sussurra nell’orecchio <uccidimi, se puoi>

Le lascio il polso con ira.

Vorrei strangolarla, ma mi trattengo utilizzando la poca forza di volontà che possiedo in questo momento.

<Vieni con me Crystal. Ti accompagno io a casa>

Darius le prende delicatamente la mano, mentre una smorfia di dolore le fa arricciare il naso.

Non volevo farle del male e non mi sono accorto di aver utilizzato troppa forza.

Crystal segue il mio maestro con gli occhi rossi.

Si sta trattenendo, ma capisco che vorrebbe scoppiare a piangere come una fontana.

Dopo alcuni minuti, che mi sono parsi decenni, il mio maestro rientra in casa.

Il suo sguardo duro mi trapassa da parte a parte.

<Perché non glielo hai detto?> mi domanda con voce ferma e dura.

<È più forte di me. Quella ragazzina tira fuori il peggio di me> ribadisco con la rabbia che pian piano sta scemando.

<Dovevi dirle che non l’hai uccisa. Tristan tu prendi questa storia alla leggera. Voi due siete uniti da un filo che è meglio non tirare troppo. È anche probabile che le tue emozioni siano legate a quelle di Crystal. Non lo so, ho ancora poche informazioni e devo ancora elaborare la mia teoria>

Ha perfettamente ragione, non sappiamo nulla riguardo all’anima gemella e perdere Crystal in questo momento sarebbe un vero problema.

<D’accordo, vado da lei> rispondo poco convinto.

Darius annuisce.

Corro dalla ragazzina con la confusione in testa.

Il pensiero di scusarmi con lei mi infastidisce, però non posso fare altrimenti.

Sento i suoi singhiozzi da lontano, aumento la velocità ed in un battito di ciglia, mi ritrovo sotto il balconcino della sua camera.

Salto a piedi uniti ed entro dalla finestra aperta.

La trovo distesa sul letto, a pancia in giù, con il cuscino ormai bagnato a causa delle lacrime.

<Crystal>

Lei si volta di colpo, i suoi occhi si scuriscono, si alza di scatto e si mette a sedere gridandomi di uscire immediatamente dalla sua stanza.

Mi siedo accanto a lei intercettando il secondo ceffone che sta per rifilarmi.

Le blocco entrambi i polsi e le parlo con calma.

<Non è morta, non l’ho uccisa> le dico fissandola negli occhi color del prato.

<Menti> esclama a piena voce divincolandosi nel tentativo di liberarsi.

<Se vuoi posso portarti da lei così potrai constatare di persona che sta dormendo beatamente nel suo letto>

Mi guarda di sbieco indecisa sul da farsi.

<Ero arrabbiato> le confesso <sono uscito, mi sono ritrovato al pub, ho rimorchiato un’umana, l’ho morsa ma mi sono fermato in tempo. Non le ho strappato la vita. Ho mantenuto la promessa che ti avevo fatto>

Ho omesso di dire che me la sono portata a letto, ma su questo dettaglio preferisco sorvolare per ora!

Le lacrime cessano di colpo di rigarle le gote mentre un radioso sorriso le illumina il volto.

Le libero i polsi e lei, veloce come una gazzella, mi getta le braccia al collo e mi ringrazia per aver mantenuto la parola data.

Le sfioro una ciocca di capelli e me la intreccio tra le dita, poso delicatamente le mie labbra, gelide come il ghiaccio, sulle sue calde e morbide e la bacio.

Mille scariche mi travolgono, ma non me ne curo.

Continuo a baciarla come se non ci fosse un domani.

Lei è di una delicatezza fatta persona, ricambia il mio bacio mentre le sue mani giocano con i miei capelli.

Mi stacco da lei malvolentieri, non posso rischiare di morderla o farle del male come l’ultima volta.

Si volta verso di me, arpiona il mio braccio e poggia la testa nell’incavo del mio collo.

La stanchezza si impossessa velocemente del suo corpo minuto stremato dal pianto e dalla paura.

Si addormenta tranquilla mentre io continuo a seguire i suoi respiri ed a vegliare su di lei affinché il suo sonno sia sereno.

Pensavate fossi defunta, vero?😁 Scusate per il ritardo🙏sono in paese dai miei nonni e non riesco tanto bene a scrivere il capitolo con il cellulare Prometto di aggiornare presto...croce sul ❤️
Bacioni alla prox!!!

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