IX

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I giorni passavano, il freddo andava scomparendo portando con sé la neve che aveva ricoperto hogwarts da tempo, le giornate si allungavano e gli studenti del castello erano in subbuglio.

Tutti erano emozionati, alunni, professori, spettri e mostri, ma d'altronde come dargli torto, da lì a poco ci sarebbe stato il ballo di fine anno programmato dal preside in persona.

La sala grande era piena di scatoloni volanti, scale di legno massiccio attaccate a tutti i muri e adolescenti intenti ad aiutare con i preparativi.

Tra essi, con gran stupore di tutti, si poteva scorgere il gruppo più rumoroso di Hogwarts, comunemente chiamato 'I malandrini'.

Non che di solito non si vedessero in giro, ma nessuno si sarebbe aspettato di averli come aiutanti di loro spontanea volontà, ma, come solo pochi sapevano ma tutti potevano prevedere, la combriccola non era affatto felice di sprecare il loro tempo a spargere brillantini e festoni colorati invece di usarlo per progettare scherzi che avrebbero fatto rizzare i capelli alla direttrice della loro casata.

Difatti, erano tutti stati costretti da Elisabeth, loro carissima amica, una ragazza che a prima vista diresti incredibilmente gentile e dolce, e difatti è così, se non fosse che, poteva essere tremendamente spaventosa e, cosa più importante, aveva minacciato tutti costringendoli ad aiutare.

Aveva detto a James Potter, che se fosse venuto con lei, li avrebbe fatto avere un ballo con la bellissima Lily Evans durante la festa, il corvino aveva ovviamente accettato con gioia l'incarico al solo scopo di poter sfiorare la rossa senza essere colpito da qualche maledizione senza perdono.

Per Sirius Black era stato molto più facile, le era bastato prestargli il suo balsamo al cocco, e si sà, i prodotti per capelli erano il punto debole di Padfoot che accettò zompettando per i corridoi cantando canzoni di dubbio gusto con in mano il flacone doppio appena ricevuto.

Per Remus, invece, non aveva dovuto faticare nemmeno un po', poiché le bastò fargli gli occhi dolci e puntare tutto sulla gentilezza del licantropo.

Peter semplicemente seguì gli amici, terrorizzato all' idea di essere abbandonato in camera da solo.
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Elizabeth pov
Spalancai le porte della sala grande, camminando in modo leggermente imbarazzante, ma troppo orgogliosa di aver radunato questa mandria di scemi e essere riuscita a canvincerli per accorgermene.

Visti da fuori probabilmente, saremmo molto buffi,

Stavo tenendo James per il colletto della divisa scolastica, per evitare che scappi e torni nella camerate, l'occhialuto tirava a sua volta Sirius per la manica, in cerca di conforto, il maggiore dei Black urlava i peggio insulti al migliore amico, Peter ci fissava spaventato da dietro Remus che stava camminando a testa bassa imbarazzato da tutti gli sguardi su di noi, nonostante ormai, da sei anni a questa parte non c'era giorno in cui non eravamo sulle bocche di tutti.

Il pomeriggio arrivò presto e i ragazzi decisero di giocare a 'chi lega prima Peter vince' aveva detto Sirius iniziando a imballare l'amico con dei festoni porpora ingorando le urla spaventate di quest'ultimo.

La sera, io decisi di andare in biblioteca per finire i compiti di pozioni.
Come di consueto quando le lezioni non c'erano non misi la divisa, o almeno, non la mia.
Difatti oramai tutti erano abituati a vedermi con un può di pantaloni al posto della consueta con a poiché li trovavo incredibilmente più comodi e, motivo aggiuntivo, Remus mi aveva prestato i suoi, per motivi che narrerò più avanti.

In Biblioteca però trovai una sorpresa inaspettata.

Una sorpresa alta un metro e ottantaquattro, con capelli neri e ricci e due occhi grigi che lo rendono incredibilmebte attraente.

Sorpresa che mi sta ignorando da un mese a questa parte, dopo avermi baciato e scaricato in mazzo al lago nero scappando via urlando scuse che non ricordo nemmeno più.

Una sorpresa che nonostante stante tutto ciò che ha fatto, non esce mai dalla mia testa e per cui provo ancora sentimenti molto chiari e distinti.

Mi ero stancata si aspettare che si facesse vivo, non pretendevo che provasse qualcosa per me, ma speravo in delle spiegazioni.

Ero esattamente dietro di lui dunque scattati in avanti appoggiando i miei libri sul tavolo per fargli notare la mia presenza e mi sedetti di fronte a lui senza spicciare parola.

Lui mi guardò, strinse le labbra e mugnugnò qualcosa di simile a un "devo andare" alzandosi e iniziando a camminare.

Io, ringrazio Dio per i miei riflessi, marciai dietro di lui e lo afferra per un polso facendolo girare verso di me

Mi guardò rassegnato e prese un respiro profondo

-hey- mi disse accennando un sorriso pentito
Io lo guardai scioccata
-hey? Mi prendi in giro? - domanda con una calma sovrumana
-senti mi dispiace okey? - disse senza mai guardarni negli occhi
-non è okey Regulus, penso di meritare delle spiegazioni - dissi sempre in modo molto pacato e accennando un sorriso
Lui sono in quel momento alzò lo sguardo e incontrò i miei occhi, la mia mano era ancora sul suo polso e non accennavo a mollare la presa
-no.. - lui non seppe mai cosa stavo per dire poiché mi interruppe tirando il suo braccio e dunque trascinandomi sul suo petto.

Sono alta un metro e sessantacinque, dunque avevo la faccia letteralmente spiaccicata sul suo collo, le mia fronte era sul tuo mento e le mie mani sul suo petto.

Prima che potessi capire cosa stava succedendo mi tirò per il braccio facendomi scontrare con la libreria dove si avvicinò a me fino a far scontrare le nostre labbra

In quel momento non capii nulla, e sinceramente, non sprecai nemmeno un istante per cercare di far funzionare i miei neuroni, non pensai a nulla se non che, colui per cui avevo una cotta da mesi mi stava baciando per la seconda fottuta volta.

Risposi al bacio che, al contrario degli strttoni di prima, era molto dolce, chiese l'accesso alla mia bocca mordicchiando il mio labbro inferiore, cosa che, dopo un secondo di urletti felici interiori, concessi con un po' di riluttanza.

Non ero abituata, non era colpa mia, non era il mio primo bacio, era il secondo e quello precedente mi era stato rubato dallo stesso ragazzo, dunque non ero un esperta nel campo.

Il contatto durò circa venti secondi, e come quello precedente fu interrotto da lui, che esattamente come la volta prima mormorò qualcosa, che però era molto diverso dalla prima volta poiché ora sentii un "dio se sono scemo", ma il risultato fu lo stesso, cioè si allontanò di scatto da me, mi strattonò per il colletto della divisa e mi guardò begli occhi

Ammetto che in quel momento avevo paura di lui poiché al posto del suo solito sguardo timido e serio, ora era tremendamente arrabbiato per non so nemmeno che cosa.

-ti sembra normale?! - disse digrignando i denti e sbattendomi di nuovo contro la libreria

-Regulus mi fai male, che c'è? - riuscii a mugugnare

Mi sbatté nuovamente, questa volta più forte delle altre, e provocò un forte rumore che fece avvicinare madama Prince.

La vecchia bibliotecaria vide la scena e si mise a urlare cercando di staccare Reguls da me, ma questo non lo capii poiché iniziai a sentire tutto ovattato e distante per poi chiudere gli occhi.

Penso di essere svenuta.

𝘛𝘩𝘦 𝘮𝘦𝘮𝘰𝘳𝘺 𝘰𝘧 𝘺𝘰𝘶~R.A.BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora