Era un martedì pomeriggio e la vita nella casetta scorreva frenetica. I ragazzi erano stati avvisati, che uno alla volta sarebbero stati chiamati per svolgere la prova costume in attesa del quinto serale. Deddy era appena rientrato, arrivando sull'uscio della camera di Luca e Tancredi e aveva avvisato il primo che fosse il suo turno.
Tancredi aveva alzato lo sguardo dal testo che stava studiando e ''Ti prego, niente di troppo cuozzo, fallo per me'' - aveva detto, facendo ridere anche il torinese. Luca li aveva guardati male, trattenendo un sorriso per come l'amico aveva pronunciato il termine in napoletano: ''Dovete smetterla di dare un'accezione negativa all'essere cuozzo, è un pregio, non un difetto''. E gli amici avevano riso ancora, prendendolo in giro - "Sai che ti dico? Ora vengo con te, così facciamo la prova insieme, torno prima in casetta e posso evitare che tu metta nuovamente in mostra la tua cuozzagine'' - ''Non ho bisogno dei tuoi consigli di moda, Tancredi'' - ''Invece sì, Aka, ne hai bisogno'' - aveva detto alzandosi e ignorando le lamentele del biondino, irritato dall'arroganza del milanese e da Deddy che aveva appoggiato il riccio: "Ha ragione lui, brody''.E così erano usciti dalla casetta e si erano recati verso lo studio, sotto il sole tiepido, tipico di aprile, che splendeva nel cielo di Roma. Luca stava fumando una sigaretta che aveva preso uscendo dalla sua stanza, fin quando Tancredi non gliela tolse dalle labbra portandola verso le sue. Il biondo lo aveva seguito con lo sguardo, fissando per qualche secondo di troppo la sua bocca- ''Ti prego non iniziare oggi eh, non è giornata Tancre'' - Il riccio lo aveva guardato, sfuggendo all'amico che cercava di riprendere la sigaretta - ''Fumi troppo, ti fa male'' - ''Sono lusingato dal tuo interesse verso la mia salute, davvero. Prima o poi, però, mi spiegherai come fai a irritarmi sempre di più di quanto io non lo sia già'' - aveva detto con tono nervoso il biondo, che aveva ricevuto in risposta solo un dito medio.
La conversazione si era chiusa lì e i due erano arrivati fuori allo studio ed erano entrati, solo dopo che Tancredi aveva finito di fumare ciò che rimaneva di quella sigaretta, sotto lo sguardo del biondo che borbottava qualche insulto in napoletano, che l'altro neanche riusciva a sentire. I costumisti li avevano visti entrare e una tra quelli aveva chiesto come mai fossero insieme: ''Sono venuto in soccorso del mio amico Laura, mi ha chiesto disperatamente un'aiuto e sai come sono, non riesco a dirgli di no'' - aveva detto il milanese, generando la risata della ragazza - ''Ja strunz, finiscila di fare lo sbruffone e inizia a provare qualcosa'' - gli aveva risposto Luca, perché la giornata era già iniziata male a causa di una litigata con la Pettinelli, e di Tancredi che continuava a fare lo stronzo ne aveva già abbastanza.
E così i due avevano iniziato a cercare tra gli abiti a disposizione; il milanese aveva provato un completo rosso scuro, elegante ma non troppo -come diceva lui-, con una t shirt nera sotto, che però non lo convinceva; e il biondo non aveva potuto non soffermarsi sul minore quando, con una naturalezza che sicuramente invidiava, aveva sfilato la giacca e la t-shirt, per provarne un'altra. Il suo sguardo scorreva sulla sua figura, sui muscoli delle braccia, sugli addominali leggermente pronunciati e sul collo incorniciato da quella collana, che Tancredi gli aveva detto fosse l'unica cosa che gli ricordava la madre.
E a Luca sembrò di guardarlo davvero per la prima volta, o forse era la prima volta che lo squadrava con quegli occhi e in quel modo.
Dovette risvegliarsi dai suoi pensieri, sperando inutilmente che il minore non avesse percepito il suo sguardo addosso, quando questo gli aveva chiesto cosa ne pensasse del nuovo abbinamento che aveva trovato, con una t-shirt del medesimo colore del completo.Poi era toccato ad Aka, che guardava tra tutti i vestiti quelli che più gli potessero piacere, con lo sguardo del milanese che lo seguiva, mentre tutti gli altri nello studio sistemavano gli abiti: ''Dai, Tancredi, lo so che vuoi dirmi qualcosa. Cosa c'è ora?'' - ''Niente, stavo solo guardando cosa sceglievi. Ti posso aiutare?'' - ''Da quando chiedi il permesso tu?''.
E così Tancredi si aggirava tra tutti gli abiti che si trovavano in quello studio, scrutandoli come se fosse uno stilista di alta moda, causando le risate divertite del napoletano. Avevano passato almeno mezz'ora a stuzzicarsi sui vestiti che Tancredi gli mostrava: - ''Dai Aka, questa è bella'' - aveva detto prendendo una giacca verde - ''Tancredi, questa non se la metterebbe neanche mio nonno'' - aveva risposto il biondo tra le risate, facendo innervosire il riccio che lo aveva insultato in molteplici modi.
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notti gialle -tanc7even-
Fanfictionnella stanza riecheggiava solo il rumore dei loro baci: luca e tancredi si erano finalmente trovati