Luca si trovava nel giardino principale della casetta. Deddy rideva felice ed entusiasta, dopo aver scoperto di essere il quinto finalista, e continava a parlare del fatto che fosse arrivato fin lì e ce l'avesse fatta.
Nonostante il napoletano fosse felice per sé e per i suoi amici, non riusciva a non pensare a Tancredi: era uscito da due ore eppure già gli mancava.Non ce l'aveva fatta, quando Maria aveva annunciato che Tancredi sarebbe dovuto uscire, da lì a qualche minuto, Luca gli era piombato tra le braccia, col viso nascosto nel suo collo, bagnato dalle lacrime che di tanto in tanto gli cadevano dagli occhi incontrollate.
"Luca, 'sta tranquillo. Lo sapevamo. E sai che sono felice così. Io sono fiero di te e ti guarderò da casa sabato" - gli aveva sussurrato Tancredi per tranquillizzarlo.
Poi lo aveva spostato dolcemente, per poter salutare anche gli altri. Eppure il biondo non si era allontanato, gli aveva tenuto una mano, come un bambino spaventato in mezzo alla folla, incurante dell'imbarazzo del milanese e del fatto che stessero davanti a tutti.E non aveva badato agli altri neanche quando Tancredi era sulla soglia della casetta.
Serena era già fuori, con le proprie valigie; tutti gli altri sul patio.Luca non si era trattenuto e gli aveva stampato un bacio veloce sulle labbra: "Mi manchi già" - gli aveva poi detto mentre lo abbracciava.
Si era seduto sulla loro panchina, che in quel momento gli sembrava così vuota.
Mentre il torinese continuava a blaterare qualcosa di incomprensibile, in preda all'euforia, Luca tornò indietro con la mente a tutte quelle volte in cui si era seduto lì col milanese.Quella volta in cui aveva rischiato di uscire, ed ironia del destino e della sorte, Luca si trovava su quella panchina tra Tancredi e Martina.
Probabilmente quella fu l'unica volta in cui il primo non aveva rischiato di scoppiare a ridere durante un ballottaggio.
Aveva gli occhi tristi, puntati verso il compagno. E anche quest'ultimo non aveva smesso di guardarlo neanche per un secondo passato su quella panchina.Poi quella volta in cui Tancredi era fuggito via dalla casetta, dopo aver ricevuto un guanto di sfida che lo aveva angosciato.
Si era acccolato sulla loro panchina, in silenzio, con la sua iqos tra le labbra.
"Dio, quanto siamo diversi" - aveva pensato il biondo nel vederlo lì, in quel modo, consapevole che in una situazione simile la sua reazione sarebbe stata del tutto diversa, sicuramente più irruenta e melodrammatica.
Gli si era seduto affianco e aveva cercato di rassicurarlo, affondando le dita tra i suoi ricci e lasciandogli poi dei baci casti su ogni angolo del viso. "Quanto sei bello" - gli aveva detto, prima di far congiungere le loro labbra.
"Secondo te posso farlo?" - gli aveva chiesto allora l'altro - "Certo che puoi. Dovresti provarci. Magari nella vita non canterai mai Hallelujah a cappella, però potrebbe essere un'esperienza" - "Mi fa stare male la sola idea di andare in studio e cantarla davanti a tutte quelle persone" - Luca gli aveva accarezzato il viso. Ogni volta che lo vedeva stare male avrebbe voluto essere in grado di prendere un po' di quel dolore e farlo suo, piuttosto che vederlo in quel modo - "Facciamo una cosa. Tu provala, cerca di fare del tuo meglio. Se non dovessi sentirti pronto a farla in puntata la canterai solo a me. Io voglio sentirla. Voglio sentirti cantare per me" - Tancredi aveva sorriso. Ancora una volta Luca era stato in grado di farsi spazio tra i suoi demoni e di annientarli.Poi ancora quella volta in cui avevano litigato, per un commento troppo pungente che Luca aveva fatto: "Non devi dirmi niente Aka, non me ne frega un cazzo" - era stata la risposta del minore, a cui prontamente il cantante napoletano aveva risposto con un flebile "scusa".
Luca, dopo mesi, si ritrovò a ridere, pensando a quell'aneddoto e che il milanese era stato capace di farlo scusare (lui, uno scorpione) in circa dieci minuti.
"Che cosa mi fai, Tancrè?"
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notti gialle -tanc7even-
Fanfictionnella stanza riecheggiava solo il rumore dei loro baci: luca e tancredi si erano finalmente trovati