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Luca si era svegliato a causa del solletico che i ricci di Tancredi gli avevano provocato sulla fronte.
Erano viso contro viso, le gambe intrecciate e un braccio del biondo a circondare il fianco dell'altro.

Il napoletano sorrise nel guardarlo mentre dormiva, coi ricciolini che gli ricadevano sul viso.
Era sereno, come quando faceva musica, e a Luca nacque il desiderio di vederlo sempre così, di renderlo egli stesso così sereno, come in quel momento.

Gli lasciò un bacio sul naso, e poi si alzò, attento a non svegliarlo, quasi intontito da tutte le nuove sensazioni che aveva vissuto nelle precedenti ore, che lo avevano portato a condividere di nuovo il letto con Tancredi.

Non sapeva come, ma Luca si era ritrovato seduto sulla panchina, con il milanese spalmato addosso.
Si baciavano probabilmente da ore e  non accennavano a voler smettere, come a recuperare tutti quei baci che avrebbero voluto darsi precedentemente ma a cui erano sfuggiti per molteplici motivi.
Tancredi gli baciava le labbra, poi il collo e poi di nuovo le labbra, lasciandolo senza fiato. E Luca si sconvolgeva, per l'effetto che il milanese faceva al suo corpo e a lui stesso.

"Così non mi fai respirare però" - aveva detto poi, ridacchiando, mentre il milanese continuava a stampargli baci sulle labbra.
"Mi stai rifiutando, Aka?" - aveva risposto l'altro con un sorrisino sul viso.

Erano rimasti così per qualche minuto.
Poi il minore lo aveva guardato con occhi grandi, e il biondo sapeva che volesse dirgli qualcosa, così lo aveva invitato a parlare.
"Non voglio rovinare l'atmosfera" - aveva iniziato Tancredi - "ma questa cosa tra me e te... non voglio farmi castelli in aria, non voglio immaginarmi cose che non esistono" - "Tancrè" - un bacio sulle labbra - "non stai immaginando niente" - un altro bacio - "ne parleremo con calma" - e ancora un altro - "ma non ora, perché ora ho solo voglia di baciarti".
E se l'era tirato ancora più addosso, per baciare poi il sorriso che era spuntato sulle labbra del minore.

Alla fine erano tornati nella loro stanza, dopo aver fumato una sigaretta che avevano buttato via prima che finisse, per baciarsi ancora.

Luca si era subito steso sul letto del milanese, mentre quello era andato in bagno.
Tornato in stanza quello lo guardò confuso: "No, Luca, tu non dormi nel mio letto" - aveva detto, pensando alla precedente volta, quando il biondo aveva occupato tutto il suo spazio e gli aveva tirato le coperte.
"Perché, no? Non ti salto mica addosso" - aveva ridacchiato vedendo l'altro arrossire - "Che poi, non credo ti dispiacerebbe" - e Tancredi gli aveva lanciato un cuscino in faccia.
"Sei un coglione" - aveva poi detto mentre si stendeva.

Erano faccia a faccia e il riccio non era riuscito a trattenere un sorriso.
"Perché ridi?" - "È la prima volta che non devo girarmi per trattenermi dal baciarti".
Luca aveva sorriso a sua volta e non aveva aspettato un secondo per avvicinarsi ancora di più.
Gli aveva soffiato sulle labbra, e poi aveva preso quello inferiore tra le sue, mordendolo, per fargliele schiudere e far incontrare le loro bocche, in un bacio che diventava sempre più esigente.
Poi si erano staccati, senza fiato: "Buonanotte" - aveva detto il biondo al più piccolo, lasciandogli un bacio sul naso.

-

Tancredi aveva aperto gli occhi piano, cercando come sempre di focalizzare dove si trovasse.
I primi momenti della giornata erano tragici per lui.
Poi i ricordi della sera prima gli si erano piantati davanti agli occhi e lo avevano travolto.
Ricordò di aver condiviso il letto con Luca, ancora.
Allora, con gli occhi semi aperti aveva cercato di capire se fosse solo in quel momento. E lo era.

Si era dunque steso in mezzo al suo letto e aveva cercato di riordinare i pensieri e le immagini della sera prima.
"Cazzo" - aveva esclamato a voce alta, nel ricordare tutto.

notti gialle -tanc7even-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora