𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐚𝐧𝐳𝐚

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𝟏 𝐆𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝟏𝟗𝟔𝟎

Quell'ultimo pensiero corrisposto all'ultima nota del brano, il silenzio tombale, riempito solo da movimenti di qualche sedia, mi riportò al presente, lì, davanti a Ethan per l'ultima volta. Il moro si spostò davanti a me barcollando leggermente, raggiungendo poi il mio viso con le sue candide dita, il palmo si appoggiò alla mia guancia, inserendo delicatamente le punte delle dita fra i miei capelli neri. Lo sguardo che rivolse Ethan era carico di rancore e tristezza, i suoi occhi vitrei e offuscati dall'alcol studiavano il mio viso un'ultima volta, così come i miei studiavano il suo. Il suo sguardo però era mutato da qualche ora prima, quando mi aveva osservato pieno di rancore ed odio, ma io avevo fatto lo stesso alla fine.
Se lui poteva perché non potevo io? Se Ethan era libero di baciarsi qualcuno, perché io no?
Lo osservavi con la sua stessa espressione, facendo la stessa cosa sua, ma con le lacrime che mi rigavano ancora il volto, troppo scosso da tutti quei ricordi che erano riaffiorati nella mia mente, così vicini, eppure sembravano di una vita passata. Quello sarebbe stato l'ultimo istante in cui lo avrei rivisto, gli ultimi minuti di noi due e poi mi sarei incamminato al crepuscolo, scomparendo dalla vita di tutti. Nessuno osò parlare di colpo tutto il fiume di parole che volevo pronunciare per lui un'ultima volta si dileguò, ci fu solamente un bacio casto da parte sua, così delicato che neppure mi sporcò con il rossetto le labbra. Mi rivolse poco dopo le sue parole, piene di pentimento, con un tono basso e dolce, per nulla arrabbiato in confronto al suo sguardo, ma solo triste, con una nota di felicità.

«Sai che le farfalle vivono solo per venti giorni? Una vita breve ma intensa la loro, come la nostra.»

Quelle sue lievi parole mi fece pensare che forse, in qualche modo, Ethan era riuscito realmente ad entrare in me, a capirmi in ogni pensiero e magari, in quel momento, era conoscenza delle mie reali intenzioni. Sapeva quindi che intendevo suicidarmi? La mia disperazione era riuscita a trapelare realmente in quell'ultima nostra litigata? Tanto da fargli capire tutto? Non lo credetti.
«Per alcuni uomini diventano anni.»
Risposi continuando a mantenere quel contatto visivo fra noi due, terrorizzato su ciò che potesse pensare. Per mesi, con lui, avevo capito che poteva esserci disperazione senza il desiderio di morte, come la morte senza disperazione. A Ethan apparteneva la prima di queste scelte e a me la seconda. Mi aveva sempre ripetuto e dimostrato come entrambi fossimo uno l'antitesi dell'altro e, se lui non voleva morire, allora lo volevo io.
«Grazie» Mormorai dolcemente sorridendo, tentando di fermare le lacrime anche per un solo istante, non volendo che la sua presa cedesse dal mio polso, non volevo sentirmi lasciare andare e tornare a quella solitudine che avevo finalmente scordato grazie a lui. Eppure lo fece, mi lasciò il polso e con uno sguardo abbandonato mi permise di congedarmi e fuggire da quella vita. Nulla mi mosse dal mio pensiero, scolpito nella mia mente come se fosse pietra, di dover morire. Quel mio animo romantico era nato negli ultimi mesi con la relazione tra me e Ethan, non avrei mai pensato prima di poter desiderare così tanto la morte. Mi sentivo un vigliacco di fronte alla natura, uno sconfitto dalla vita.
«Suwoo, ricordati che la vita è sorprendente, sa i tuoi piani ed è capace di cambiarli improvvisamente»
Quella frase fu detta da un tono basso e trascinato dall'alcol, mente gli occhi di Ethan piangevano ansia e disperazione. Eppure la sua frase ispirava speranza e conoscenza di come potesse cambiare improvvisamente il destino. Quella banale frase di positività mi fece smuovere i piedi dalle assi del pavimento, mi mosse fuori dal locale, dopo aver rivolto l'ultimo sguardo, l'ultimo bacio e le ultime parole al pianista.
«Grazie per avermi amato, Ethan. Spero di aver ricambiato bene.»
E la sua risposta mi rimbombò nelle orecchie fino alla mia fine.
«Sei stato il mio miglior amante.»
Sperai, in quei miei ultimi passi, che Ethan come Chagall, mi amasse e non mi dimenticasse per molto tempo, ma a cuor leggero.

Danzando come ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora