Pezzi della mia Famiglia

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Tremo sulla sedia della mia camera:
Le braccia sono scoperte e i peli drizzi;
Non voglio coprirmi.
Preferisco tremare ed essere distratta dal freddo che sento;
Il silenzio di casa non è più confortante: mi tortura dall'interno, rimanendo in attesa del prossimo scambio di opinioni.

Non posso uscire, ma ho bisogno di distrarmi.

Rubo le sigarette nelle sue tasche e i miei piedi nudi toccano le fredde mattonelle del balcone di casa mia.
Cerco di godermela il più possibile e le mie labbra vengono ustionate dal calore del filtro:
Pizzica e mi costringe a staccarmi da esso.
La quiete della città è rassicurante,
ma non c'è nessuno come me affacciato sui tetti e sommerso dai suoi pensieri.

Le loro parole sono impercettibili.
Eppure perché sento i loro respiri sul mio collo? Le loro voci sussurrarmi all'orecchio, la loro ira e i loro rimorsi puntare al mio petto.
Io ero preparata a tutto questo,
lo sono tutt'ora.
Ma perché scrivo?
Perché mi ostino a non udire?

I possibili futuri passano veloci come le immagini di un film.
Anche se solo uno vivrò tra questi tutti, mi sembrano famigliari e provati.

Puzzo.
Puzzo di fumo e ho paura che si propaghi per la casa.
Ne ho ancora una, ma non so se domani sarà peggio di oggi.
Riuscirò a dormire?
Riuscirò a non sentirmi così... Impotente?Davanti a cose che mi tappano la bocca.
Davanti a quella persona, la mia opinione vale meno di zero.

Riesco a toccare i pensieri del diciannovenne nel letto: sono così semplici e tristi, angosciosi e volubili.

'Sei molto più di un semplice diciannovenne.'

Almeno è quello che mi ostino a credere.
Sei più di questo, vero?
Me lo hai dimostrato questo martedì, supplicandole quelle parole.
Dimostrami che non mi sbagliavo, che non sei quel maschilista che pensavo;
dimmi che sei diverso da lui, dimmi che avevo torto, urlami che noi ancora siamo fratelli, che nonostante i nostri discorsi di 4 frasi l'uno, essi sono molto più di quello che appaiono.

Tu ragazza seduta sul materasso, che non mangi perché non riesci a guardarci in faccia, Tu che fai quei discorsi che vacillano da tutte le parti, ma che solo io capisco a cosa puntano.
Tu che mi sei di ispirazione, non rifugiarti in quei inutili video di chi in questo momento se la sta passando meglio di te.

Cresci leone, impara da questo tuo primo trauma, e ora di uscire dalla tana.
Non puoi più bere dalle mani di qualcun altro, cercati l'acqua, cerca un uscita, qui non c'è nessuno che può aiutarti.
Io non ne sono in grado.
Devo sostenere già quattro persone e solo due di queste sono due corpi differenti.

Ostinato e ottuso.
Colmo di ira ripeti le cose fino allo sfinimento. Le tue prove ora non valgono più niente, perché la donna che hai davanti ha aperto bocca e non ha più filtri; ci siete solo voi due, finalmente a nudo. Il vero nudo che non è quello carnale, ma spirituale.
Dopo venticinque anni come ti appare?
Come è conoscerla per davvero?
Leva il tuo orgoglio di finto uomo e scendi dal trono: un trono di pezze e omertà, che ti sei costruito da solo con le bugie di chi stava male e i finti sorrisi dei tuoi figli.

Giorni dei miei più profondi desideri
il vostro vero volto mi fa paura.

Marta Guerci
13.03.2021

Poetry of a lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora