Capitolo 8

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Le tre settimane di pausa estiva erano sembrate a lungo un miraggio, ma finalmente erano arrivate. Harry si sentiva stanco. Avrebbe avuto bisogno di rilassarsi e ricaricare le batterie, ma c'era qualcosa che non lo faceva stare in pace, una preoccupazione che lo stava divorando dall'interno.

"Mamma, ti ho detto che ti farò sapere!", le ribadì per l'ennesima volta, al telefono. "Devo ancora organizzarmi."

"Ma non ci vediamo da mesi, Harry!", protestò Anne. "Non vorrai sparire alle Maldive per tre settimane come l'anno scorso?!"

Harry ridacchiò pensando a quanto fossero diverse le cose adesso. "Non credo che andrò alle Maldive, mamma. Ma ho bisogno di una vacanza. Ti prometto che ci vedremo comunque."

"Dici sempre così...", si lamentò Anne.

In effetti non riusciva a ricordare l'ultima volta che era stato a casa. Erano passati forse tre o quattro mesi, ma gli sembrava un'eternità.

"Ti prometto che starò a casa almeno due giorni..."

"Oh, che gran concessione!", rise Anne. C'era una punta di divertimento nel suo tono di voce. "La verità è che mi manca il mio bambino."

"Fingerò che tu non mi abbia chiamato bambino."

"Ma lo sarai sempre, per me!", puntualizzò Anne. Perché le mamme non riescono mai ad accettare quando i figli crescono?

"Mamma, ascolta, io..." Stava per dirle che avrebbe organizzato un week end insieme nelle settimane a venire, ma fu interrotto dal suono del campanello. Strano, non aspettava nessuno. "Scusami, devo andare. Ti richiamo."

"Sempre più indaffarato.", protestò lei. "E va bene, va' pure.", gli concesse.

Si salutarono frettolosamente e Harry si diresse alla porta, convinto che si trattasse del postino, visto che non attendeva visite.

Non si preoccupò neanche di sistemarsi, e se ne pentì all'istante quando, aprendo la porta, si trovò faccia a faccia con Louis.

"Ehi.", gli si rivolse l'altro con un sorriso. "Disturbo?"

Harry rimase imbambolato per qualche istante, col cuore in gola e il cervello completamente in tilt. Fu solo quando Louis assunse un'espressione leggermente accigliata che si riscosse.

"No, certo che no." Si spostò dalla porta per lasciarlo passare. "Sono solo sorpreso di vederti."

Louis chiese permesso entrando e Harry l'osservò mentre si guardava intorno spaesato. Non era mai stato a casa sua, e Harry pensò che fosse bello vederlo nel proprio ambiente.

La sua casa non somigliava all'enorme villa di Louis, e sicuramente era meno maestosa e più minimale, perché lui avrebbe odiato vivere in un ambiente troppo grande per starci da solo.

"Ero di passaggio e ho pensato di venire a salutarti."

"Perché, parti?", gli chiese Harry chiudendo la porta, il panico che già minacciava di assalirlo.

Louis lo guardò con espressione seria, senza lasciar trapelare nulla di ciò che stava pensando. "No."

"Oh...", un senso di sollievo lo invase a tal punto che Harry era sicuro che perfino Louis lo avesse notato.

"Ho pensato di salutarti perché saremo in pausa per tre settimane. Ho visto la tua auto fuori e ho capito che fossi ancora qui, altrimenti l'avresti lasciata nel garage."

"Ancora qui?", chiese Harry confuso. Erano ancora in piedi impalati di fronte alla porta d'ingresso.

"Sì. Non parti per le vacanze?"

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