Per quanto il loro rapporto fosse difficile, Louis aveva sempre desiderato di piacere a suo padre. Non erano mai riusciti a trovare un punto in comune, qualcosa che li facesse sentire davvero legati, ma in qualche modo Troy era sempre riuscito a comprendere un aspetto di Louis che era sconosciuto a chiunque altro. Quando si chiudeva, quando non voleva parlare con nessuno, soltanto suo padre era in grado di comprenderlo e non mettergli pressione. Lo lasciava sbollire, gli dava il suo spazio e mai, neanche una volta, lo aveva guardato come se fosse un alieno.
In questo si somigliavano più di quanto lui stesso avrebbe mai voluto ammettere.
Ecco perché quel pomeriggio, a pranzo, come Louis stesso si aspettava, Troy non fece domande, e questo era confortante. A differenza di Jay, infatti, Troy non lo aveva mai spinto a parlare o a confidarsi con lui, e in quel momento Louis aveva così tanti pensieri per la testa che per nessuna ragione al mondo avrebbe voluto pressioni.
Troy, dal canto suo, era talmente assorbito da qualsiasi cosa stesse facendo al telefono che non lo stava degnando neanche di un'occhiata.
Louis finì di consumare i suoi Barbagiuan, dei ravioli fritti ripieni di formaggio, zucca e affettati che avevano ordinato al ristorante vicino casa di Troy. Lo vide mentre scartava le uova dalla sua insalata.
"Avevo detto di non mettere le uova!", sbuffò spazientito. "Come al solito se ne dimenticano."
Dato che suo figlio non mostrava alcun interessamento per quello che aveva appena detto, alzò lo sguardo su di lui e poi, inaspettatamente, appoggiò le posate sul tavolo e lo guardò dritto negli occhi.
"Louis, si può sapere che ti prende?", gli chiese incrociando le braccia e facendolo trasalire.
"N- niente, sono solo un po' distratto.", si giustificò.
"Tu hai la testa da un'altra parte. È successo qualcosa?"
"No, tranquillo papà. Non è successo nulla.", negò. Che altro avrebbe potuto fare? Per un istante, uno soltanto, pensò di confidarsi con lui. Sarebbe stato un bel modo per riavvicinarsi a suo padre. Si ricordò poi di come avesse preso male la sua relazione con Alessandro, di come l'avesse osteggiata, del dolore che aveva provato in quell'occasione non sentendosi accettato da lui, e cambiò immediatamente idea.
"Sei preoccupato perché la settimana prossima ricomincia il Mondiale?", lo incalzò.
Come al solito credeva che i suoi problemi dipendessero dal lavoro. Non sapeva che nell'ultimo periodo Louis aveva la testa impegnata da altro. Non riusciva neanche a pensare alla Formula 1, e questo non gli era mai accaduto in tutta la vita.
"No, non c'entra niente il Mondiale. Sono cose mie.", si decise a dire allora.
Troy lo scrutò attentamente, cercando di leggergli dentro. Ormai Louis lo capiva, e sapeva che in qualche modo stava provando a indovinare il perché di quel suo strano atteggiamento. Del resto lo aveva sentito assente nelle ultime settimane, e quando era andato a trovarlo durante gli allenamenti aveva avuto da ridire anche su quelli.
"Tu non ti stai concentrando abbastanza, questo lo vedo!", gli disse allora cercando di farlo sentire in colpa, così che sganciasse la bomba.
Il punto era che Louis gli avrebbe anche raccontato di Harry, ma era sicuro che non avrebbe capito. Troy non conosceva un sentimento così profondo come quello che Louis provava per Harry, e l'avrebbe sbeffeggiato, ridicolizzato, calpestato.
Se c'era una cosa che Louis aveva deciso di fare, a quel punto, non potendo più stare insieme a lui, quella era conservare almeno la traccia di quanto di bello avessero vissuto nei mesi precedenti. Avrebbe custodito il ricordo di quei momenti insieme per sempre.
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Il punto di corda
RomanceHarry Styles è la nuova promessa di Ferrari: a ventidue anni è già uno dei volti più conosciuti e amati della Formula 1. Per Louis Tomlinson la Formula 1 è tutto. Non conosce altro amore che quello per la corsa, ed è il giovane di talento più rile...