Capitolo 7

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Liam si stava facendo strada tra le macerie della vecchia biblioteca. Altair, subito dietro di lui, lo seguiva in silenzio. I due avevano camminato uno affianco all'altro per tutto il tragitto dalla palazzina dove abitava Leila senza rivolgersi parola.

Liam aveva sentito più volte lo sguardo del biondo su di lui, ma non si era mai girato per incontrare i suoi occhi. Non avrebbe mai ammesso di aver avuto paura.

Paura di trovare, in quelle due meravigliose gemme azzurre come il cielo, pietà. Pietà verso di lui. Verso quello che era diventato.

Non voleva trascinare Altair in quell'oblio di oscurità che lo stava isolando dalla vita.

Non poteva permettere che succedesse la stessa cosa anche a lui.

Non poteva perdere il sorriso o il luccichio emozionato dei suoi occhi, la sua dolcezza o la sua bontà incondizionata. Non poteva perdere ciò che lo rendeva così speciale.

Non poteva e basta.

လоလ

I due ragazzi si fermarono davanti ad un cumulo di macerie e solamente in quel momento, Liam spostó il suo sguardo sul Altair. Annuirono nello stesso istante e poi fecero un passo avanti. Un varco si aprì dal punto esatto in cui posarono i piedi. Era di forma ovale e ciò che si poteva scorgere all'interno di esso era ben diverso da ciò che si trovava fino a pochi istanti prima davanti ai loro occhi.

Vi era una struttura ancora in piedi. Nessun segno della distruzione che li circondava era presente su essa. Le mura e la grande porta in legno ad arco completamente intatta.

Quella che avevano appena attraversato era una barriera di pura magia di luce, che aveva protetto quell'area dall'attacco della sera precedente.

I due ragazzi si mossero contemporaneamente verso la porta ad arco, come fossero una cosa sola.

Le loro mani si sfiorarono quando entrambi le mossero per afferrare la maniglia.

Liam la ritrasse come se fosse stato scottato da quel piccolo contatto e fece qualche passo indietro.

Altair sembrò non fare caso a quel gesto, o semplicemente lo ignorò, ed aprì la porta.

Si ritrovarono davanti un archivio ricco di manuali, documenti e libri riposti in ordine tra i vari scaffali e vetrine presenti nella stanza.

Appoggiato ad una parete vi era Matev che stava osservando qualcosa che si trovava dietro ad una fila di librerie antiche.

Il ragazzo portò lo sguardo su Altair e Liam appena varcarono la porta e fece un cenno di saluto con la testa.

Una voce roca ed affaticata giunse alle loro orecchie. Sembrava provenire da un luogo chiuso.

<< Matev muoviti e vieni ad aiutarmi! >>

Il ragazzo dai capelli bianchi come la neve appena caduta, si staccò immediatamente dalla parete e scomparve dietro alla fila di scaffali nel punto che stava osservando, fino a poco prima, con attenzione.

Liam sorrise per il modo in cui Matev era scattato quando quella voce, riconosciuta come quella di Atlas, l'aveva richiamato.

Quando però, si accorse di avere lo sguardo di Altair addosso, mutò la sua espressione in una spenta, a suo solito priva di emozioni.

I due aspettarono qualche secondo in silenzio e poi videro comparire l'albino dallo stesso punto in cui era sparito. Tra le mani teneva diversi libri di grandi dimensioni. Erano indubbiamente antichi, e rovinati dal tempo.

Vennero appoggiati sul grande tavolo che si trovava nel mezzo della stanza e Liam, incuriosito, si avvicinò per osservarli meglio.

Passò una mano sul primo e tolse il leggero strato di polvere che lo ricopriva. Le parole ricamate in oro sulla copertina citavano: "L'avvento dei cacciatori. Il tramonto della magia libera." Fece passare le lunghe dita affusolate su ogni lettera. Lo sguardo sempre più concentrato. La mente persa tra mille pensieri.

La mano di Atlas, il quale era appena arrivato portando con se altri pesanti libri, si posò sulla spalla di Liam. A quel contatto il ragazzo voltò il capo per incontrare due occhi azzurri chiarissimi come un cielo senza nuvole.

Erano tanto simili a quelli di Altair, ma allo stesso tempo così diversi. Erano dello stesso colore e di forma pressoché identica, ma quelli di Altair sembravano brillare.

Erano sempre luminosi, curiosi di osservare il mondo in tutte le sue imperfezioni. Riuscivano a trovare del buono, del bello in ogni cosa.

Liam li considerava il suo più grande punto debole ed odiava doverlo ammettere. Quegli occhi lo distraevano, lo facevano agire d'impulso. Riuscivano a scrutarlo nel profondo, a capirlo meglio di come non riuscisse da solo. Leggevano i suoi sentimenti, comprendevano le sue paure.

လоလ

<<Non sono riusciti ad arrivare in questa zona. Un campo di magia si è subito innalzato a protezione dell'area antica della biblioteca.>> La voce di Atlas era calma come a suo solito. Dopo aver tolto la mano dalla spalla di Liam si era seduto su una delle sedie in legno che circondavano il tavolo sul quale erano posti i volumi.

Matev si era subito posizionato dietro di lui con le spalle appoggiate ad uno scaffale.

<<Perché li avete portati qui?>> Altair, incuriosito, si era rivolto al fratello indicando la pila di libri.

<<Ci servono per capire.>> Atlas aveva il viso rivolto verso Liam. I due sembrava stessero avendo una discussione silenziosa, tramite gli sguardi che si lanciavano.

<<Capire cosa?>>

Questa volta fu il corvino ad intervenire.

<<Capire perché proprio ora. Il motivo per il quale sono tornati adesso, dopo tutto ciò che è successo l'ultima volta.>>

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