Sono passati già un paio di giorni dal ballo, durante i quali non ho visto né Vivy né suo fratello. Giorni in cui sono rimasta segregata dentro casa, per uscire solo per le voglie di vitale importanza. Le corse fuori dal bosco sono proibite, ma ovviamente se avessi voglia di non pensare, non ci penso due volte a disubbidire. Non voglio, però. Nonostante tutto, reputo il ballo un bel ricordo. Forse perché diverso, forse perché mi ha dato delle emozioni....fatto sta che mi sarei pentita di non esserci andata. Magari no, dato che non avrei potuto sapere come sarebbe stato se non ci fossi andata. Ahhh....insomma si è capito. Un' esperienza bella, mi dico. Forse non è il ballo di cui parlo, ma di quegli occhi. Quei maledetti occhi che mi hanno presa e poi abbandonata. Altro che angelo.... Scanso con energia la coperta e mi chiudo in bagno a sciacquarmi la faccia. Lascio che tutto il caos in testa scivoli via, come l'acqua nel rubinetto. Sono indecisa se andare a guardare la televisione o controllare il mio profilo sul network. Anche quello è una delle novità di questo periodo. Mi ributto sul letto e prendo il pc abbandonato sopra la scrivania. La fotografia di Miracol sullo schermo mi saluta. Adesso che ci ripenso, ieri sera mi sono dimenticata di aprire la finestra. Il povero animaletto sarà morto dal freddo. Allora mi alzo ad aprire la finestra sopra la scrivania e poi accedo al mio account. La canzone di Ed Sheeran "Give me love" mi rimbomba nelle orecchie. Tutta la scuola è iscritta al network, quindi puoi vedere tutto ciò che gli umani pubblicano. La prima cosa che faccio è andare sul profilo della mia amica e trovo un paio di fotografie del ballo. E quando le ha fatte? Ci sono anche quelle fatte dai genitori degli angeli. Ce n'è una anche mia e di Tom. Stiamo ballando il lento, ma dalla mia faccia si capisce che ho la testa da un'altra parte. Il vestito è veramente bello e sembra sia stato cucito apposta per me. Strano, non avrei mai creduto di trovarmi addirittura "attraente". No, non precisamente da un'altra parte, ma la mia attenzione è rivolta a una persona a pochi passi da me. Le sue mani sono in avanti, quasi si fosse immobilizzato mentre mi guardava. Carsy!! Ma certo, lei non può essere fotografata! Un sorriso incurva le mie labbra. Eppure le piace farsi notare. Peccato, il vestito era carino. Rimango per non so quanto tempo a guardare la foto. Quel suo sguardo magnetico, che neanche una macchina fotografica può attenuare. Sento un movimento venire dalla finestra. Miracol è tornato, penso tra me e me, ma non mi volto. "Sai cosa? È stato proprio bello!" gli dico fissando quei fari verdi. "Proprio bello..." poi mi volto a sorridere al corvo. Mi ritrovo a guardare quel viso che fino a pochi secondi prima era dentro lo schermo del mio computer. Lo chiudo con uno scatto e in pochi secondi mi trovo a pochi centimetri da Alex. "Che cavolo ci fai dentro la mia stanza?" sono sbigottita. Lui mi guarda impassibile, ma dritto negli occhi. Che diamine vuole? Sto ribollendo di rabbia e sto per gridargli di smammare, quando avvicina la sua mano al suo viso. I suoi occhi, la sua bocca, i morbidi capelli scuri. Sono paralizzata, finché il suo dito arriva a una delle cuffie dell'mp3 e lo tira fuori dal mio orecchio. Vorrei sprofondare! "Dovresti rispondere al cellulare o quantomeno aprire la porta." mi rimprovera. Prendo il cellulare e trovo diverse chiamate da parte di Vivy e un numero sconosciuto. Alex! Ma il campanello? Giusto, i miei sono andati alla fiera. Jason? "Cosa vuoi?" mi limito a dire. "Eveline ti sta aspettando per la lezione di incantesimo..." dice squadrandomi da capo a piedi. Trova attraente una ragazza con pantaloncini e canotta? penso sarcastica "...a meno che tu non abbia cose più importanti da fare" i suoi occhi sono rivolti ora verso il pc sul letto disordinato. Mi sposto un poco per impedirgli di vedere altro della mia stanza disordinata. "Arrivo tra poco. Puoi andare" gli dico acida. Lui alza un sopracciglio, gesto semplice, ma così maledettamente sexy. Distolgo lo sguardo e mi metto ad osservare il piumaggio delle sue ali immense. Mi prende una strana voglia di toccarle, ma cerco di contenermi. Torno a guardare Alex negli occhi e sembra offeso. Bè come voleva che lo trattassi? Non ha comunque diritto di irrompere nella mia stanza come un ladro. Non replica nulla, ma si limita a voltarsi nuovamente verso la finestra, per poi buttarsi di sotto. Mi catapulto in bagno a truccare quegli occhi fin troppo spenti. Almeno fino a prima che irrompesse l'angelo nella mia umile dimora. Sorrido da sola, come fossi una pazza. Quando atterro vicino alla radura, la prima cosa che vedo sono Vivy e Jason appoggiati a un tronco che parlottano tra loro. Cosa avranno da dirsi loro due non lo so. Poi vedo Alex seduto contro un masso e rimango quasi a bocca aperta. La luce illumina il suo corpo e sembra quasi immortalato nel marmo. La luce evidenzia i tratti muscolosi delle sue braccia. Con una mano scansa via il ciuffo dagli occhi e la posa nuovamente sul ginocchio. I suoi occhi sono fissi nei miei e non posso fare altro che immergermici. Se solo non fosse lui... Un senso di impotenza si impossessa di me. Come posso solo pensare che ci pensa a me? Come posso solo illudermi che una creatura della luce possa dedicare a un immortale del buio un pensiero? Gli angeli dovrebbero portare conforto e speranza. Allora perché sento solo frustrazione e odio per ciò che sono? Perché mi guarda sapendo ciò che sono? È crudeltà questa. No! Non posso provare qualcosa, non per lui! Fissarlo mi fa bene all'anima, però. Costringo i miei piedi a muoversi verso Vivy e dimenticare Alex. La mia amica non sembra molto felice di staccarsi da mio fratello, ma dalla mia faccia capisce che non ho voglia di parlare. Passiamo un paio di ore a provare a creare un uragano dal nulla e a farlo dissolvere velocemente. In quelle ore svuoto la mente e ignoro tutto ciò che ho intorno. Costringo la povera Vivy a rifare anche alcuni dei vecchi incantesimi. Alla fine siamo tutt'e due ricoperte di fango e sporcizia. Altro che pulire le stalle. Quando abbiamo finito mi dirigo verso la tracolla e metto il libro rosso dentro. Voltandomi, vedo che anche Alex ha raggiunto gli altri due e mi aspettano vicino al sentiero che conduce a casa Moonsteiner. Mi dirigo verso di loro svogliatamente, consapevole che il mio atteggiamento schivo e scorbutico stia irritando il gruppo. I don't care....Mi devo sorbire la chiacchiera di Vivy su quanto è stato dolce Jason ad accompagnarla da me e bla bla bla. Odio me stessa per il semplice motivo che sto ignorando la mia unica amica, ma è veramente impossibile starle dietro. Soprattutto con un metro e novanta di perfezione che cammina a pochi metri da te. Riesco ad osservare con la coda dell'occhio la sua andatura sinuosa, ma sicura allo stesso tempo. È incredibile come la vicinanza a una persona ti possa trasmettere sensazioni tanto contrastanti. Tensione, ansia, frustrazione, agitazione, curiosità, interesse, sensualità, mistero, attrazione e chi ne ha, più ne metta. La mia testa scoppierà, temo. Finalmente eccola la nostra "home, sweet home". Davanti all'ingresso attendono ,agitati, i nostri genitori Ora che sono tutti e quattro insieme, riesco a percepire chiaramente le differenze tra i signori Moonsteiner e Salvatore. Il rustico e lo chic sono difficili da mettere assieme. Allo stesso modo i nostri genitori, ma la cosa in comune è l'ansia nei loro occhi. Persino in quelli di Trevor. Affretto il passo e appena arrivo da loro esclamo "Cosa sta succedendo?" Alex dice lo stesso quasi nello stesso momento. Ignoro la cosa e incito Charity a spiegare. È mio padre a parlare però "Dovete partire. Sta notte stessa" io lo guardo interrogativa, ma lui ci chiede di entrare in casa. Quando ci sediamo sui divani Trevor inizia a spiegarci velocemente la situazione. Da come parla sembra che stia per succedere qualcosa da un momento all'altro. "Patrick Likanovsy è di nuovo libero. Dovete andare a Wilderlow prima che accada qualcosa di spiacevole." Sta guardando me, ma non riesco a dire nulla. Patrick? Non può essere già libero! È troppo presto, non ha scontato la propria pena. "Com'è possibile? Non doveva più uscire dalle catacombe quel bastardo" interviene Jason. Lui è furioso quanto me, ma io sono paralizzata a differenza sua. Le immagini scorrono davanti ai miei occhi come acqua un fiume. Elizabeth, l'inseguimento, gli artigli, il terrore, il vuoto e poi più nulla. Era stato lui, lui aveva portato via la mia migliore amica. L'unica persona di cui mi ero fidata ciecamente e che si era invaghita di un assassino. Un assassino che molto probabilmente è sulle mie tracce. L'avevo avvisata che non era consigliabile fidarsi di un licantropo che aveva violato più volte le regole di pacifica convivenza tra le creature. Eppure ha preferito il suo amore alla nostra amicizia. E ne ha pagato le conseguenza e l'avrei fatto anche io se non mi fossi buttata da quel dirupo. Il vuoto sotto ai miei piedi e lo schianto. Qualcuno mi tocca il braccio e io mi scanso spaventata. Gli occhi spaventati di Vivy mi guardano preoccupati e confusi. Cerco di controllarmi e mi asciugo le guance bagnate. Butto uno sguardo verso Alex e nei suoi occhi vedo qualcosa di nuovo. Rabbia? Ma nei confronti di chi? Mi alzo "Vado in camera a preparare la valigia" annuncio e prima di voltarmi chiedo alla mia amica di venire con me. In camera prendo l'essenziale vestiti, spazzolino da denti, l'mp3, il portatile, un paio di scarpe da corsa, il libro di incantesimi e chiudo il tutto dentro la roller blu. Finalmente mi siedo vicino a Vivy che, stranamente, non ha ancora fiatato. "Forse non ti piacerà, ma è giusto che tu sappia chi è Patrick, quel maledetto verme" iniziai a raccontarle di averlo incontrato con Elizabeth a un evento mondano, di come ho nascosto la relazione tra la mia amica e il licantropo agli occhi dei ficcanaso e della setta, di come poi Patrick ha iniziato a pretendere sempre di più, finche Elizabeth lo ha lasciato, di come lui si è vendicato, strappandole l'eterna esistenza, di come io mi sono salvata e di come sono stata ritrovata da mio padre e gli altri. Le raccontai anche di come mio padre mi accuso per ciò che era accaduto, perché non avevo detto nulla. Tutto questo mentre lacrime calde mi scorrono giù per le guance e scivolano sotto la maglietta. E allo stesso modo lei. "Ora capisco perché sei così schiva nei confronti di tutti. Bè, come biasimarti? Mi spiace di averti giudicato così in fretta...sono un mostro" dice coprendosi il volto con le mani. "Non fare così Vivy. Se mi fossi conosciuta in un altro corpo, mi odierei anche io" le dico cercando di ridere ed abbracciandola. Lei cerca di sorridere, poi si alza di scatto e mi tira su con se. I boccoli le ricadono sulle spalle, come in un effetto a rallenty. "Ora andiamo da me! Cosa pensavi, che hai solo tu roba da portare in Scozia?" mi chiede. Senza aspettare risposta, mi trascina al piano di sotto, mentre cerco di asciugarmi al meglio gli occhi. Bè, quella di Vivy non è una semplice valigia, ma sono ben tre. Ognuna piena di vestiti e cose solitamente non indispensabili per il clima piovigginoso della Scozia settentrionale. Ad esempio il costume da bagno, ma quando glielo feci notare, la sua unica risposta fu "Perché rischiare? Non si sa mai" allora lasciai perdere. Con noi sarebbero venuti Tom, Jason e ovviamente l'angelo. Per sua sorella, chiaramente. Partimmo quella notte stessa dopo le raccomandazioni dei nostri genitori e un abbraccio inaspettato di Trevor. Anche Jason sembrava sorpreso, ma annui solamente quando nostro padre ci disse che avrebbe fatto il possibile per sistemare la faccenda. La cosa mi fece sentire meglio, almeno finché non mi tornò in mente il motivo di questa "vacanza" Le nostre valigie vennero caricate sul furgoncino che avevamo acquistato all'ultimo momento. Mi sedetti alla destra di Vivy, mentre Alex alla sinistra. Jason e Tom avevano scelto i posti davanti, di guida. E partiamo con la consapevolezza che qualcosa accadrà. Qualcosa di buono o negativo. Io sono più propensa a dire la seconda. In ogni caso sto andando nella mia bellissima casa. La mia "vera" casa. Wilderlow.....arriviamo!!
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The Light side of Dark
RomanceHope ha 18 anni da ormai molto tempo ed é di una bellezza immortale. Essere diversa non è altro che un tormento per lei. Imprigionata in una vita che non le appartiene e schiava di una sete impossibile da saziare. La sua intera esistenza cambierà q...