In un paio d'ore di cammino il Mar Piccolo non era più una porzione sottile all'orizzonte, bensì una chiazza argentata visibile oltre il bosco. Avevamo anche superato il binario sguarnito di passaggio a livello che tagliava di sbieco la strada. Da lì la finta curva in discesa ingannò David, che non riusciva a trovare un punto familiare che gli suggerisse la presenza dei suoi compagni. Gli diedi un buffetto sul braccio e lo diressi verso la giusta direzione. «My buddy!» Sorrise nello scorgere la tenda oltre gli alberi di vallone. Mi abbracciò di slancio e poi affrettò il passo. Ma lo raggiunsi e lo fermai, nonostante avessi la sua stessa fretta di arrivare l'accampamento. Doveva sapere che non avevo detto a Walter che era stato lui a spararmi in faccia. Non volevo venisse punito a causa mia. Attesi la sua attenzione e mi toccai la cicatrice. Scossi la testa nominando il suo amico, e lui annuì. Mi mise la mano sulla spalla, dispiaciuto, sospirò grave dal naso. Annuì ancora sbattendo gli occhi e stringendo le labbra in una riga sottile.
Attinsi dalla memoria le parole che mi aveva insegnato Vuòlt. «Do not say. (Non dire.)» Sperai d'averla detta bene la raccomandazione perché lui mi guardò serio prima di riprendere il poco cammino che ci separava dalla meta.
L'incontro con i suoi commilitoni non fu caloroso come avevo immaginato. Erano comunque contenti di ritrovare in buone condizioni il soldato smarrito, c'era del cameratismo nei risolini degli altri sei di fronte alla tenda. Quando uscì fuori Walter, la serietà tornò a regnare sovrana. Tutti sull'attenti anche se non in riga, fecero silenzio in attesa che lui li sciogliesse con un comando che non tardò ad arrivare appena mi vide accanto a David. Impartì ordini a destra e a manca per liberarsi dei presenti, tranne all'ultimo arrivato, al quale gli si parò di fronte e iniziò a interrogarlo. Di tanto in tanto David mi indicava, poi fissava Walter negli occhi mentre sparava a raffica parole che non conoscevo.
Walter, anche lui mi indicava mentre discorreva ma, accidenti, non capivo un cavolo nonostante era palese fossi l'oggetto della discussione. A un certo punto, annoiato di fare da ruota di scorta, mossi un passo. David, come niente fosse, mi tirò a se afferrandomi per un braccio. Fu così irruento che per poco non gli finii addosso. Walter alzò le mani spazientito del gesto dell'altro. Mi reclamò accanto a sé strattonandomi pure lui; sembravo una palla che rimbalzava da una parte all'altra. Sì, lo dichiaro, mi stava divertendo quella situazione, anche perché non c'era rimprovero né astio tra loro, mi scappò pure da ridere. Il limite arrivò quando David mi cinse amichevolmente il braccio intorno al collo e mi batté il petto proseguendo la discussione. A Walter forse non piacque quella confidenza tra noi. Allora lo mise sull'attenti in modo da sciogliere l'abbraccio. Era difficile a quel punto capire se era serio o scherzasse. Mi trascinò ancora una volta dalla sua parte, stavolta con più grinta. Possibile fosse geloso? Da come mi stringeva non avevo dubbi lo fosse davvero. Il suo tocco, il suo atteggiamento, trasmetteva qualcosa di diverso dall'amicizia offertami da David, me ne accorsi da come mi accarezzava il collo e dai brividi che mi procurava. Ah, quella mano sul pomo d'Adamo, odorava di polvere da sparo, mi solleticava il naso e molto altro sotto l'ombelico. Mi arrogai la libertà di aggrapparmi alla sua cintura da dietro, cercando di non toccarlo oltre, benché la voglia mi divorava.
Per evitare che accadesse qualcosa di disdicevole in presenza di altri soldati, svincolai dalla presa, e mandandoli tutti e due a quel paese, mi diressi verso il bagnasciuga. Fu allora che David si allontanò e sentii sulla schiena il tocco della canna del fucile di Walter.
«Hei! Mani in alto, Apache!» Mi voltai accigliato. Che caspita stava succedendo? Da come sorrideva speravo non fosse impazzito e volesse fucilarmi ora che gli avevo restituito l'amico. Ma no, mi fece l'occhiolino, voleva giocare alla guerra come un infante. Alzai le mani e lui infilò sul braccio destro una tracolla talmente pesante che per poco non caddi di lato. Risi chiedendogli cosa avesse in mente. Ma lui mi diede un colpetto in testa col fucile. Mi intimò di voltarmi, e spingendomi con la punta dell'arma mi pilotò verso la zona delle sorgenti.
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Corri incontro al fuoco
RomanceCorri incontro al fuoco è la storia dell'amore del diciassettenne Roberto per Walter, un soldato americano incontrato sul finire della seconda guerra mondiale. Una storia contrastata dall'angoscia della separazione forzata a causa del conflitto. Per...