1.06 (70° anniversario F1)

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«Come faccio a isolare
il male per proteggerti
Se per farlo rischio sempre,
sempre poi di perdermi»

{Narghilè~Opposite}

[Silverstone, Regno Unito]

«cuore dovresti andare a parlare con George, almeno chiarisci la situazione» mi disse Sofia mentre eravamo assieme a Lucrezia e Gaëlle nella mia hospitality. «e gli ridai la felpa» aggiunse Gaëlle. «o gli chiedi di tenerla, anche perché è una settimana che indossi solo questa. Ma l'hai lavata?» disse Lucrezia ridacchiando. «si, mia nonna l'ha lavata e asciugata mentre dormivo» dissi come se fosse ovvio.

«comunque si, dovresti parlargli. Sai quanto è paranoico George e, se non gli vai a dire due parole, penserà, anzi, sarà convinto di aver sbagliato qualcosa» aggiunse Lucre. «si si, hai ragione. Ci andrò a parlare, ma dopo le qualifiche» dissi prendendo il casco e avviandomi verso il box della mia scuderia.

Vidi da lontano il ragazzo, che mi salutò con la mano. Gli feci un cenno di saluto con il capo e continuai per la mia strada. "Dopo la qualifica riusciresti a parlare?" Mi scrisse su WhatsApp e io, prendendola sul ridere, risposi "se non arrivo tra i primi tre, certo".

~POST QUALIFICA~
Sono arrivata terza. SONO ARRIVATA TERZA. Ho davanti solo le due Mercedes. Arrivo nel parco chiuso e sto in macchina per buoni cinque minuti, fino a che qualcuno non mi riporta nel mondo reale, dandomi un paio di colpi al casco: era Lewis. Si, era abbastanza prevedibile che fosse lui. 

«grande Sunshine, sei terza» mi disse «lo soo, sono invincibile» risposi ridendo. Uscii dalla macchina, togliendomi il casco.

Prima di fare le interviste qualcuno mi raggiunse «dobbiamo parlare» disse George affiancandomi. Avevo pochi minuti e poi dovevo andare in conferenza stampa. «George, ho la press conference tra un quarto d'ora» mugolai io «cinque minuti?» mi chiese facendo la faccia da bambi.

Io ridacchiai e poi annuii. Dissi alla mia PR che, finita la conversazione, sarei andata diretta nella sala delle conferenze e poi seguii George in un punto dove non davamo nell'occhio.

«Fammi parlare. Non mi interrompere. Dopo farò lo stesso con te». Disse lui e io roteai gli occhi, anche perché spesso e volentieri lui mi interrompeva mentre parlavo.

«ci siamo baciati e penso sia appurato che a entrambi sia piaciuto. So quello che hai passato, quindi puoi anche non accettare o pensarci un po' e non me la prenderò. Vuoi uscire con me?» il mio istinto avrebbe urlato "SIIII" a pieni polmoni, ma la me razionale mi ha portato a rispondere in modo più completo. «si, personalmente mi sento bene con te, ma credo di doverci razionalmente pensare un po'» lui mi sorrise e mi abbracciò.

Già in questo momento, se avessi un tantino di coraggio in più, avrei acconsentito non solo a uscire con lui, ma anche a essere la sua ragazza. Si, starei correndo leggermente in quel caso, ma sicuramente non me ne pentirei.

«ah, un ultima cosa» dissi io staccandomi, assolutamente contro la mia volontà, da quell'abbraccio. Lui rise, probabilmente intuendo la mia domanda «tranquilla, puoi tenere la felpa»

~POST GARA. A casa di Lewis~

Solo settima. Speravo in un podio, ma va beh, sono sempre punti importanti per il mondiale costruttori (e piloti). Sapete spero in una top 6/7 a fine campionato, se la macchina me lo permetterà.

I messaggi dei miei parenti continuano. «i tuoi genitori hanno scritto qualcos'altro?» mi chiese Lewis, che era abbastanza (come posso dire?) con le palle girate dopo la vittoria di Max. «si. Non penso abbiano scoperto che Giacomo mi sta aiutando. Comunque "vedi, la Ferrari ha fatto due podi prima di te in questa stagione". Vorrei ricordare signori miei che io sono al primo anno in F1 e Charles è al terzo, ma sono solamente dettagli dai.» dissi io.

«ma quanto rompono» mugolò lui «se ti stai riferendo ai miei genitori ti capisco, li sopporto da 19 anni di vita» «si, mi stavo riferendo a loro comunque»

«questione George Russell: come va?» io ridacchiai. Ho parlato poco con lui in questi giorni e lui non sa niente del bacio e tutto.

Presi fuori il telefono e iniziai a registrarlo. Lui alzò un sopracciglio «scusami, voglio immortalare questo momento» dissi io ridendo.

Presi un bel respiro «George William Russell mi ha baciata e chiesto di uscire» lui si bloccò per un paio di secondi.

«QUANDO PENSAVI DI DIRMI TUTTO QUESTO?! Hai accettato spero» disse calmandosi nella seconda frase. «no» risposi secca. «per la solita storia»

L'unica parte della storia che non ho omesso a George riguardo i miei genitori (anche se l'unico che sa tutta la storia è solo Lewis) è stato del tradimento del mio "ragazzo". Poco prima di partire per Brackley, Raul Martinelli, il migliore amico di mio fratello, mi aveva chiesto di uscire. Ne parlai con mio fratello e stranamente accettò, perché di solito non voleva che frequentassi i suoi amici. Mi baciò, mi chiese di essere la sua ragazza e giusto il tempo che mi innamorassi di lui, mi tradì con mia cugina. Avevo 14 anni e subito dopo scoprii che c'erano i miei genitori (e mio fratello, a cui ovviamente si aggiungeva anche Raul e mia cugina che è sempre stata "innamorata" di quest'ultimo, anche se di innamorata c'era ben poco perché era innamorata di quaranta ragazzi nello stesso momento) dietro con la convinzione che non sarei partita per quel motivo lì. Io invece partii con ancora più convinzione.

«penso sia sincero George comunque» mi disse Lewis. Io annuii: sapevo che era sincero, ma non volevo che un'altra relazione mi bloccasse e mi facesse male. «io intanto ci penso un attimo, poi vedrò cosa devo fare» "anche se accetterai probabilmente" finì la mia coscienza.

«ma quanto costa stare bene in due
Se non riusciamo a farlo neanche soli
Sembra di stare sopra un cielo e poi
Catapultati sotto i girasoli
Dammi la mano che corriamo lontano
E facciamo questa finta per te
Che tanto cambierà quando io e te
Saremo fumo come narghilè»

. . . . .
•la famosa felpa:

 •la famosa felpa:

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un'italiana a brackley [george russell]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora