«Girls so pretty and poised
And soft to the touch
But God made me rough
Girls, so heavy the crown
They carry it tall
But it's weighing me down
No, I'm fine, I'm lying on the floor again
Cracked door
You're only going to let them in once
And you won't come undone»{Princesses don't cry
by Aviva}[Bologna, Italia]
Sono appena atterrata in Italia. Volevo stare in hotel, ma mia zia ha insistito e quindi starò da lei. O meglio, io e George staremo da lei e avremo la brillante compagnia di Jack.
Perché ho aperto sta causa? Io non voglio vedere la mia famiglia. Ah si, perché voglio fargliela pagare cara. Ma è stancante farla pagare a qualcuno.
«George, non sono sicura di volerlo più fare» dissi al mio ragazzo mentre camminavamo dalla stazione dei treni a casa di mia zia. No, non abbiamo delle macchine in Italia. «Perché non sei sicura?» «Non voglio più vederli»
Ci fermammo in un lato del marciapiede e George mi prese il viso tra le mani. «Amore mio, c'è Jack, c'è tua zia, Olivia, Arabella, Cora e ci sono anche io. Se riesci a finire questa cosa, non dovrai più avere a che fare in qualsiasi modo con loro. Te lo prometto» Io di slancio abbracciai il ragazzo, che mi strinse a sé. A voi lo dico, una piccolissima percentuale di me lo ha fatto perché aveva molto freddo. Preferisco il freddo inglese a quello italiano.
«Hai capito?» «si si, ho capito»
. . . . . . . .
«Ciao Cia, tutto apposto spero? Se non è così, cerca di rimediare. Vai a cambiarti, ci sono le tue amiche di là» George intanto stava parlando con Jack, mentre io salii in fretta le scale andando in quella che sarebbe stata la stanza che condividerò con Olivia e Arabella per tutto il tempo che starò qui.
«Ciao Chia» le mie due amiche mi abbracciarono. Sono contenta che loro mi capiscano, anche senza dover dire loro qualcosa. «Allora, finita sta cosa, andiamo in vacanza tutti insieme noi, i nostri ragazzi, le altre...tutti a Miami, con me come guida ovviamente» disse Arabella. Io sorrisi, in questi tempi non accadeva spesso.
«Dai amore, adesso ti metti ciò che abbiamo preparato e vai subito a toglierti questo peso» disse Olivia dandomi una camicia e dei jeans. Presi delle Dr Martens, l'intimo e tutto il necessario e poi andai a farmi una doccia.
Accesi la musica e iniziai uno dei miei soliti concerti. Con la mente stavo però stavo ripercorrendo tutto quello che è successo quest'anno: la pandemia, la mia prima gara in F1, primo podio, prima vittoria, addirittura un quarto posto in classifica mondiale. Poi ho trovato uno splendido ragazzo che sono sicura che mi ami. Ho ritrovato alcuni pezzi della mia vita: mia zia, i miei amici in Belgio e alcuni piloti che sono miei amici dall'alba della mia carriera.
Poi anche i problemi: gli haters, quella che dovrei considerare la mia famiglia che fa qualsiasi cosa per buttarmi giù, i miei amici che per una parte di quest'anno mi sono stati lontani, che non credevano in me e non so neanche per quale motivo...e francamente adesso non mi importa più, dato che hanno capito i loro sbagli e si sono scusati.
Adesso sono qui nella sfida più grande della mia vita e sono qui per vincere. E vincerò. Eccome se vincerò. Se non lo farò sulla carta, lo farò nell'anima. Adesso i miei "genitori" sanno cosa ho il coraggio di fare nella vita. E sono sicura che non saranno più così sereni.
. . . . . . . .
Ero al fianco di mia zia, quando stavo entrando in tribunale. Incrociai lo sguardo con tutta la mia famiglia. Non mancava nessuno ed erano tutti contro di me.
Io però guardai zia Benedetta ed entrambe ci mettemmo a ridere. «sembrano dei cretini, credono ancora di riuscire a vincere contro di noi»
«Sono Chiara Anjelica Marini, ho 19 anni, ho vinto la mia prima gara in F1 rimontando dall'ultima posizione...dovrei essere spaventata secondo te?» dissi io ridacchiando. «No Cia, nessuno che è sano di mente lo ha mai pensato» disse mia zia dandomi una pacca alla Cannavacciuolo sulla schiena. Mi fa ancora male. Poi mia zia andò in sala.
Successe poi una cosa inaspettata. «Chiara...possiamo parlare?» Christian Marini, mio fratello. Non ve ne ho mai parlato, ma è sempre stata la persona che mi è mancata di più. La mia copia, la spalla su cui piangere, quello con cui la sera tardi chiacchieravo sui libri che leggevo, quello da cui mi andavo a rifugiare durante i temporali.
A lui non do la colpa di nulla, perché mi ha sempre provato a spiegare, si è sempre scusato, ma i miei genitori sono stati più forti di lui. Sono riusciti a tenerlo attaccati a loro.
«Chris, non devi spiegare niente» poi lo abbracciai di scatto. Lui era molto sorpreso. Voglio vincere sui miei genitori anche per lui. «Scusami, dovevo avere la forza di risponderti, ma avevo sempre la paura che ci fossero mamma o papà sotto» dissi
«Se vinco, te fai le valigie e vieni in Inghilterra con me, fratellone» zia mi ha detto che non ha ancora trovato la voglia di iniziare l'università, magari riesco a trovargli un lavoro come meccanico...non penso serva essere laureati. «Anche e soprattutto se perderai...sorellina, sarò sempre al tuo fianco d'ora in poi»
. . . . . . . .
E dopo ore infinite di udienza ho vinto. Non ci posso credere. I miei genitori avranno ciò che si spettano...non mi chiedete cosa, perché non ci capisco niente di queste cose.
«Raga, una pizza non ce la toglie nessuno» disse mia zia, che era andata a recuperare per il colletto della camicia. Pensava ancora di avere il suo posto nell'altra sponda.
Io rimasi indietro nella camminata con Geo che mi teneva a sé con un braccio. «amore mio, hai visto? Hai ritrovato tuo fratello e hai vinto la causa, di cui non ho capito nulla, senza dover dire una parola direttamente ai tuoi genitori. Non è stato difficile, ma ce l'hai fatta»
Io gli sorrisi «ce l'abbiamo fatta» dissi per poi dargli un dolce bacio sulle labbra.
Vorrei che questa storia finisca, come molte altre fan fiction che ho letto, con un "ecco bambini miei, come mi sono fidanzata con vostro padre", ma non ho ancora vent'anni, non ho ancora vinto un campionato del mondo e non voglio pensarci ora. Ci vediamo al prossimo campionato.
«Cause a princess doesn't cry (no)
A princess doesn't cry (no-o)
Over monsters in the night
Don't waste our precious time
On boys with pretty eyes
A princess doesn't cry (no)
A princess doesn't cry (no-o)
Burning like a fire
You feel it all the time
But wipe your teary eyes»Questa mi sa che è la fine di questa storia. Spero di avervi tenuto compagnia e vi chiedo di darmi un feedback di questa mia prima vera storia che è terminata.
Grazie :)
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un'italiana a brackley [george russell]
FanfictionChiara Anjelica Marini è una pilota belga (anche se metà italiana) nata in Belgio e cresciuta in terre emiliane. La sua famiglia non ha mai capito il perché a lei non fossero mai piaciute le Ferrari, tanto da minacciarla quando ha accettato l'invito...