⚛︎ 𝐧𝐨𝐰 𝐤𝐢𝐬𝐬 𝐦𝐞

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Non ci parlavamo da una settimana, se non qualche saluto appena ci vedevamo e qualche sorrisetto di disagio, per non restare proprio a secco di conversazioni.

Quella sera stavo pulendo la macchinetta del caffè che quella mattina era impazzita, e
cercavo di ignorarla il più possibile finché strofinavo il canovaccio sul ferro caldo della macchinetta, mentre lei era dietro di me.
Non ho la minima idea di cosa stesse facendo e non avevo intenzione di girarmi e dimostrarmi interessata in qualsiasi contesto nei suoi confronti, così rimasi lì, a strofinare il nulla.

Le macchie erano andate via, eppure continuavo a strofinare la stoffa sulla macchinetta, perché non volevo girarmi, non volevo vederla in generale eppure senza vederla stavo di merda.

«Credo sia pulito» mi fece "notare" lei; sentii una sensazione che ormai non percepivo da tempo, ovvero i suoi occhi su di me, sulla mia schiena, che poco dopo venne sostituita dal mio petto, essendomi girata.

«Lo è» ammiccai irritata, mettendo il canovaccio al suo posto, e dirigendomi verso la porta principale per chiudere il locale definitivamente.

«Vado a cambiarmi» dissi semplicemente dirigendomi verso gli spogliatoi senza degnarla nemmeno di uno sguardo per paura di cadere nella solita trappola del contatto visivo.
Chiusi la porta dello spogliatoio e prima che lei potesse arrivare mi chiusi anche in bagno, accovacciandomi a terra sfinita, lasciando da parte la mia germofobia, dalla giornata passata ad ignorarla ed evitare di stare vicino a lei.


D'inverno il buio arrivava sempre prestissimo e quella sera non fu da meno; le lampade dello spogliatoio non volevano saperne di accendersi e l'unica fonte di luce erano i lampioni che si intravedevano dalla finestre, oltre ad una luce molto scadente situata nel bagno.

«Julia puoi aprire la porta dello spogliatoio? credo sia.. bloccata?» chiese Elizabeth dall'altro lato della porta, cercando di scassinarla o roba simile.

«Arrivo» Sbuffai abbastanza infastidita dalla sua interruzione nei miei pensieri.

«Grazie» sussurrò appena aprii la porta; non c'era un motivo preciso, nessuna delle due era in intimo o nessuna delle due aveva detto qualcosa di carino all'altra, semplicemente ci stavamo fissando negli occhi così, senza motivo.

Le rivolsi un sorrisetto imbarazzato come scusa per andarmene, prima di spostarmi e dirigermi verso il mio zaino che era appeso ad un appendiabiti sopra le panche, tirai fuori dallo zaino uno dei felponi che Aiden aveva lasciato a casa mia e che avevo cominciato ad utilizzare per il troppo freddo, e dei jeans.

«E' presto» disse Elizabeth, girandosi verso di me che ero intenta a cambiarmi, quasi come se mi stesse chiedendo di restare. Che controsenso, proprio lei che se ne era andata.

«Si» sintetizzai io vestendomi il più velocemente possibile per andarmene via da quella situazione imbarazzante e disagiante e correre a casa per trascorrere il resto della mia giornata deprimente mangiando gelato sul divano a guardare sitcom.

I suoi occhi esploravano il mio corpo proprio come faceva prima del litigio, non che la cosa mi dispiacesse ma faceva strano dato che lei era.. fidanzata credo? O comunque si stava frequentando con una ragazza, perché sicuramente l'accaduto due settimane fa non me lo ero sognata.

Le sue iridi verdi si fermarono sul mio reggiseno bianco che sarà stato due taglie più grandi dato che lo avevo rubato a mia madre l'ultima volta che ero stata da lei, che figura di merda.
Elizabeth non aveva ancora cominciato a cambiarsi, era ferma lì con il grembiulino slacciato dietro, ma del resto era ferma seduta sulla panca di fronte a me, intenta a fissarmi, anche se cercava di non darlo a vedere.

𝐨𝐮𝐭 𝐨𝐟 𝐦𝐲 𝐥𝐞𝐚𝐠𝐮𝐞» 𝖾.𝗈𝗅𝗌𝖾𝗇 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora