6. solo un sorso

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Io, Fede, Lorenzo e Ciro avanzammo verso l'entrata del locale che straripava di gente, osservando bene si poteva notare che c'erano alcuni gruppi di ragazzi sui sedici o diciassette anni fuori dalla disco che parlavano tra di loro, ma non fu quella la cosa che mi stupì.
Una volta attraversato l'enorme porta di legno pitturato di bianco, avrei giurato di soffrire di claustrofobia in quello spazio così ampio ma allo stesso tempo piccolo.
La musica ti bombardava le orecchie, e io avevo quasi perso il mio compagno in mezzo a quella folla di giovani ubriachi e dati alla pazza gioia.
Alla mia destra erano presenti lunghi tavoli, con dietro intere vetrate di alcolici e super-alcolici, in più sulle tavole c'erano bicchierini e bottiglie di altre bevande o roba simile.

"Come mai mi hai portato qua?" La mia voce era stata quasi ignorata da Fede a causa del bordello.

"Per lasciarti andare prima della maturità, no?" disse facendomi accomodare su un divanetto di velluto rosso acceso.

"E perché dovresti preoccuparti per me?" Adesso riuscivo a parlare molto più facilmente siccome ci eravamo allontanati da dove era concentrata la folla.

"Mh, in fondo perché non dovrei?" Mi rispose a tono.

Lui mi porse un bicchierino con qualche liquido all'interno, penso che fosse qualche liquore strano.

"A rendermi ubriaca non sarà un bicchierino" dissi rifiutando la sua richiesta.

"Ah no?! Beh allora faccio io" e si portò il bicchiere alla bocca finché io non gli bloccai la mano.

Mi sentivo un po' la mamma del gruppo a fermare il ragazzo che mi piaceva da una sbornia.

Federico ignorò il mio gesto e inghiottì l'alcolico senza farsi due domande, lo so, probabilmente un bicchierino non lo renderà poco sobrio però ero abbastanza preoccupata su cosa potesse succedere più tardi.

Intanto mi guardavo intorno per vedere se Ciro o Lorenzo fossero nei paragi ma di loro non c'è traccia, chissà che stanno facendo e chissà dove sono.

Forse mi dovrei lasciare andare e bere un po' anche io? Certo che però sarebbe imbarazzante sui giornali "Figlia di Roberto Mancini con Federico Chiesa trovati ubriachi fradici in un locale", ma a interrompere queste paranoie fu la mano di Chiesa sulla mia coscia.

"A che pensi piccola?" Mi chiese stringendomi la coscia.

"Piccola?" ripetei.

Probabilmente mentre io pensavo alle mie paranoie sui giornali lui si era scolato mezza bottiglia, mannaggia a me, sarei dovuta stare più attenta.

Certo che questi giocatori di calcio non sanno proprio tenere l'alcool.

"Vuoi venire con me?" disse facendomi una smorfia pervertita.

"Non ci tengo, grazie" risposi; mi sistemai il vestito e mi alzai dal divano molto comodo in cui ero seduta ormai da mezz'ora.

"Dove vai, amoree?" Mi domandò istericamente.

"Esco da questo putiferio" risposi acida.

Tenendomi il vestito e sistemandomi la borsetta che avevo con me tornai all'inizio, dove ancora realizzavo quanta gente ci fosse in questo locale.

"Dove vai? Ti prego vieni quaa"

Fede mi seguii barcollando e finalmente eravamo fuori da quella confusione, precisamente ci trovavamo sul retro del locale, sulla spiaggia.

Fede mi spinse contro la parete del Beach Club e mi strinse i fianchi.

"Fede...ma che fai...?" con tono preoccupato.

Lo sai che ti amo!  [Fede ChiesaxReader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora