6. Stiamo giocande a hockey, signorine!

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<<Mio Dio, ma quanto andava piano quello davanti a noi?!>>, sbraito quasi incredula scendendo dal posto del guidatore.

<<Lyn, stavi tamponando un vecchietto che andava agli ottanta all'ora!>>, ribadisce per la ventesima volta nell'ultima mezz'ora.

<<Il minimo erano i cento Quentin, ma chi te l'ha data la patente?>>, domando restituendogli le chiavi dell'auto che probabilmente non mi darà mai più.

<<Lo stesso idiota che l'ha data a te.>>, ribatte mettendosi le chiavi in tasca.

<<Anche tu hai imparato a guidare con nonno Joe?>>, domando quasi stupita.

<<Hai preso la patente da tuo nonno?>>

<<No! Era un vecchio tizio che girava con un cappello di paglia! Che brav'uomo...>>, alzo lo sguardo al cielo e lui mi guarda impaurito.

Si gratta la barba mettendosi il borsone della squadra sulla spalla. L'uno accanto all'altra ci avviamo verso il palazzetto, in silenzio.

<<Oh, non vedo l'ora di rivedere tutti! Mi sono mancati così tanto!>>, ammetto saltellando.

<<Ti prego Aelyn, promettimi che starai sugli spalti, ti prego. Ci sarà anche Nora.>>, prova a convincermi, peccato che abbia su di me l'effetto inverso.

<<Mi hai dato un buon motivo per non andarci, sugli spalti.>>, ridacchio notando un'ammucchiata di ragazze a qualche metro da noi. Si intravedono i colori della squadra uscire dal mezzo del gruppo, ma non riesco ad individuare chi sia della squadra. Io e Quent ci lanciamo un'occhiata fin troppo chiara prima di dirigerci lì.

<<Ti prego dimmi che non si tratta di->>

No. Capelli biondo cenere. Occhi azzurro ghiaccio. Sorriso da coglione. Che cazzo ci fa qui Carter Watson?

<<Aelyn! Quentin! Belli come il sole!>>

<<Merda. Che cosa ci fa qui? Pensavo che tornasse a metà stagione. Anzi; che non tornasse proprio.>>, dichiara Quentin spiazzato da chi troviamo in mezzo al gruppo di scolarette.

Anche io, così almeno mi sarei potuta preparare mentalmente al suo ritorno.

Con un gesto quasi impercettibile afferro la mano di Quent, stringendola forte, quando vedo che Carter si avvicina a noi.

<<Carter. Mi verrebbe da abbracciarti per darti il bentornato nella squadra, ma mi verrebbe da vomitare, e non voglio puzzare.>>, dico in modo piuttosto severo. Però, non ha avuto il tempo di aprir bocca che già lo sto insultando. Grandi risultati Parker, grandi risultati.

<<Come sta la coppietta più bella d'America?>>, chiede guardandomi come se si stesse prendendo gioco di me.

<<Se ti riferisci a quell'idiota del mio ex, si, alla fine ci siamo lasciati.>>, roteo gli occhi al cielo ricordandomi di quella relazione che ho avuto con uno dei giocatori della squadra di hockey per circa un mese prima dell'inizio delle vacanze estive. L'ho lasciato quando ho capito che era della squadra avversaria.

<<Io intendevo te e lo spilungone.>>, ribatte indicando me e il mio migliore amico, che si tira su le maniche.

<<Ora lo riempio di botte>>, ringhia Quentin facendo un passo avanti. Fortunatamente riesco a fermarlo prendendoli per il bordo della t-shirt.

<<Quante botte da parte di Q ancora ti servono per capire che siamo amici?>>, domando ironica incrociando le braccia.

<<Non abbastanza evidentemente.>>, Quent si scrocchia le nocche tentando ancora di fare un passo avanti, ma anche questa volta sono pronta nel fermarlo. Mi spaventa vedere Q a meno di due metri da Carter. Non so nemmeno più quante volte si sono presi a botte negli ultimi anni da quando li conosco.

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