8. Nel letto sbagliato

25 7 2
                                    

Cerco di aprire gli occhi lentamente, per via della luce che mi colpisce direttamente in viso, ma decido che in fondo, è meglio girarsi a pancia in giù è dormire un altro po'.

Gemo quando mi giro; è come ricevere una scossa che mi attraversa il corpo per finire sulle costole, dove il dolore si diffonde.

Sento la testa scoppiare e oltretutto riaffiorano, -facendomi sentire peggio -, i sensi di colpa a causa della squalifica di Quent per tre partite della scorsa notte.

Ho passato tutta la notte a sognare il suo volto deluso che andava via con quell'arpia di Nora. Dio, non la sopporto neppure un po'.

Il mio obbiettivo di oggi sarà farmi perdonare da Q;

anche se lui dice che è tutto a posto sono sicura che in realtà è arrabbiato. Anche se non sa che è arrabbiato mi faccio perdonare lo stesso.

Prendo il cuscino e me lo metto sopra la testa, faticando a respirare, ma va bene così, ben mi sta.

<<Pensi di restare così finché non soffocherai?>>, ride qualcuno.

Il mio cuore aumenta il battito e credo per un attimo di aver sognato quella voce.

Chi cazzo c'è nel mio letto? E soprattutto perché non me lo ricordo?

Mi metto seduta e non appena riconosco la persona che è in piedi al fondo del letto, non mi viene un attacco di cuore.

Inconsciamente urlo anche.

<<Di certo non mi aspettavo che ti svegliassi salutandomi con un bacio, ma di sicuro non mi aspettavo che mi urlassi contro.>>

Mi sento svenire.

<<Dove sono?>>, gli domando non riconoscendo la stanza.

E' una stanza dalle pareti bianco latte con qualche quadro appeso su di una parete, un grande armadio beige, una sedia dove ci sono dei vestiti piegati con cura ed infine al centro della stanza, attaccato ad una della pareti c'è il letto a due piazze.

<<In camera mia.>>

Come cazzo ho fatto a finire nella camera da letto di Carter Watson? Chi cazzo è che mi fa questi scherzi? Perché non può che essere uno scherzo questo; io non sono andata a letto con lui, no.

Porto le ginocchia al petto, passandomi una mano fra i capelli, esattamente come farebbe una pazza. Però sono giustificata dal momento che non so come ho fatto a finire in una situazione simile.

Devo cercare di ricordarmi cosa è successo per far si che io sia qui ora.

<<Perché sono qui?>>, gli chiedo anche se non sono esattamente pronta per una sua risposta.

<<Oh, tranquilla, non abbiamo fatto nulla.>>

I miei occhi si illuminano per la gioia: almeno non ci ho fatto sesso. Questo è un punto a favore, però ora vorrei solo capire perché sono qui.

<<Di buono, ovviamente.>>, aggiunge dopo qualche secondo, facendomi l'occhiolino.

Il sorriso si spegne sulle mie labbra. Alzo in fretta il lenzuolo e con grande felicità scopro di avere la biancheria addosso; almeno ho avuto la decenza di rivestirmi.

Mi alzo in fretta.

<<Niente che non abbia già visto la scorsa notte.>>, sghignazza e vorrei tanto sferrargli un bel pugno in faccia. Cercando di tenere su il lenzuolo con una mano afferro i vestiti da per terra, sotto il suo sguardo attendo.

Solo ora mi accorgo che in bocca ha lo spazzolino da denti.

E' a petto nudo, ed indossa una tuta della squadra, che ho fatto fare io circa due anni fa.

Everyday usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora