9. Satana ha chiamato

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Sono passati giorni dall'orrenda avventura a casa di Carter, e ancora fatico a credere a quello che ho fatto. Come può, una persona essere così stupida? Può? Si, solo se si chiama Aelyn Parker.

Mi sono svegliata solamente da dieci minuti e già ho la voglia irrefrenabile che questa giornata giunga al termine.

Osservo Lottie aggirarsi per il corridoio mentre mi spazzolo i capelli.

<<Buongiorno bella addormentata.>>, schernisce entrando in camera mia.

Quest'oggi la nostra bellissima amica ha i capelli rosso scuro piastrati impeccabilmente, indossa un paio di jeans ed una canotta di Chanel. Questo, ovviamente, è quello che lei definisce il look 'casalingo'.

<<Dio Lottie, ma ti sei svegliata presto per piastrati i capelli? Sei una macchina da guerra pure di prima mattina.>>, osservo cercando di sistemarmi in modo dignitoso.

Diciamo che non mi è mai importato sembrare perfetta o anche solo carina; la mattina è già tanto se non infilo le braccia nei pantaloni e non mi metto le mutande in testa, anche se una volta mi è capitato...

<<Se per 'prima mattina' intendi che sono le due di pomeriggio allora sì, sono una macchina da guerra.>>

Mi volto verso di lei, che nel frattempo si è seduta composta sul bordo del letto, osservandomi divertita.

<<No, stai scherzando, vero? Non è possibile che siano le due di pomeriggio!>>, esclamo appoggiando i palmi delle mani alla scrivania.

Ieri avevo programmato tutta la giornata di oggi: cercare di non dormire fino dopo le dieci!

Maledizione Aelyn, maledizione!

<<Non sto affatto scherzando. Questa mattina mi sono fatta la doccia, poi sono andata a correre e a prendere una brioches a bar, sono tornata a casa, mi sono fatta un bel bagno mentre ho finito un libro da leggere. Poi, ho deciso di andare in biblioteca per studiare un po', e indovina cos'è successo dopo...>>, spiega.

<<...hai anche accompagnato due vecchietti ad attraversare la strada, portando loro le borse della spesa!>>, scherzo beccandomi un'occhiataccia da parte sua.

<<No.>>, ribatte secca.

<<Hai sfamato tutti i bambini del terzo mondo!>>, ritento puntandole contro la spazzola a forma di unicorno. Ce l'ho da quando andavo alle elementari, e forse credo sia ora di cambiarla magari.

<<No!>>, il suo tono di voce si alza, come le sue braccia, che si alzano in aria per mezzo secondo.

<<Ah, ci sono: hai trovato una cura per il cancro mentre ritinteggiavi l'appartamento!>>

<<Mia madre ha chiamato.>>, esordisce poi, zittendomi immediatamente.

Indietreggio lentamente, sgranando gli occhi.

Siamo nella merda fino al collo.

<<Satana ha chiamato? Cos'è, siamo già a Natale?>>, domando sbalordita, ma da come sposta la testa di lato capisco che potevo anche risparmiare quel nomignolo.

<<Esattamente. Credo che mezza popolazione fosse spaventata, e l'altra metà divertita.>>, afferma abbassando lo sguardo. Si osserva le unghie smaltate di rosso, anch'esse senza la minima ombra di imperfezioni. Il rosso è il colore perfetto per Lottie. Rosso per me significa qualcosa di forte, indistruttibile, vincente. Se Lottie fosse un colore, sarebbe sicuramente il rosso.

<<Buone o cattive notizie?>>, chiedo sedendomi vicino a lei.

<<Qui arriva il bello. Mi ha anticipato che oggi per posta, mi sarà spedito un invito informale per andare a cena da lei questa sera.>>, spiega tralasciando un po' di eccitazione nella sua voce.

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