UNO STRANO GRUPPO

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E' sabato mattina e Duca è tornato a casa mia, senza il fratello. Mi ha ridato i vestiti e mi pare molto più in forma di ieri. Ha deciso che mi aiuterà a studiare, così ripasserà anche lui. All'inizio mi è parsa una scocciatura e una pessima idea, ma, riflettendo, credo che persino la matematica potrebbe diventare semplice, studiando con qualcuno.

Stamattina, però, ci siamo concentrati sull'italiano, anche perché solo un'altra lezione e ci sarà il compito in classe basato sugli argomenti delle lezioni pomeridiane. Non posso permettere che vada male, dato che ne dipenderà la mia promozione.

Sara ha continuato a dormire fino quasi alle undici; quando la vediamo arrivare in salotto, capiamo che si sarebbe aspettata di trovare Valentine e, solo promettendole che sarebbe venuto l'indomani, si rasserena e ci lascia continuare a studiare ancora un po'. Tutti questi libri mi danno la nausea, non ho mai letto per così tanto tempo; in compenso ne sono felice, visto che mi sto impegnando per rispettare la promessa che ho fatto a mia madre.

Alle undici e trenta mi arriva un messaggio, è Monica che scrive: “Vi andrebbe di uscire con me oggi? Devo andare a fare shopping, ma non ho nessuno che mi accompagna” alla fine del testo c'è una faccina triste. Suggerisco a Duca di andare lui con lei; fare shopping con una ragazza è una perdita di tempo e pazienza. Lui mi sprona ad accettare e, alla fine, con la scusa che avrei dovuto in ogni caso, in questi giorni, prendermi dei pantaloni, accetto.

Il pomeriggio ci viene a prendere in macchina, sotto casa mia. Mi sono portato dietro anche mia sorella per non lasciarla sola e siamo passati a prendere Valentine, altrimenti si sarebbe annoiata e non avrebbe smesso di chiedercelo.

Che cosa bizzarra; mai nella vita avrei immaginato di fare una “gita” di questo genere e per di più con una ragazza incinta dai capelli appariscenti, uno straniero e due bambini. Stiamo camminando in una strada affollata, circondata di negozi. Duca non la smette di parlare degli ingredienti di non so che ricetta e Monica lo asseconda, interessata; intanto gli altri due si rincorrono, facendosi largo tra la gente. Spero che si cambi discorso, senza parlare di cibo che mi sta venendo già fame e che si entrerà in un negozio che mi piace.

Le mie speranze crollano e mi sale una gran voglia di tornare a casa, quando Monica chiama i bambini per farsi seguire ed entra in un negozio, appunto, per BAMBINI. Vedendo che non faccio lo stesso, mi prende la mano e mi trascina dentro: “Devo compare un vestito per quando avrò il pancione e qualche abitino per la bambina” dice emozionata.

Duca batte le mani: “Allora è una femmina!”, si esalta e l'abbraccia. Lei mi guarda e le sorrido: “Congratulazioni, cosa aspettavi a dirlo?”.

Mia sorella sente tutto e rimane a bocca aperta: “Hai una bambina?”.

“Non si sente ancora muovere, ma è dentro la mia pancia” le risponde.

Sara sembra non capire.

“Sta per diventare mamma” le chiarisco.

Lei fa una smorfia di stupore e poi chiede: “E chi dei due è il papà? Carlo, mamma ti ha sempre detto che bisogna aspettare quando si è maturi per avere un bambino!”.

Gli altri due ridono e mi metto una mano in fronte: “Cosa hai capito? Vai a cercare qualche vestitino per la bambina di Monica e non immaginare cose strane”.

Annuisce, prende per mano Valentine e Duca li segue.

“Scusala, è ancora piccola” la giustifico, rivolgendomi a Monica.

“E' normale che, non vedendo il papà ha immaginato che fosse uno di voi due” fa un sospiro e prosegue, mentre iniziamo a camminare per il negozio, “Si chiama Luca, dubito che lo conosci, ma credo che l'hai già visto”.

Fragili come BOLLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora