Capitolo 1.9

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21 Febbraio 3406

La ragazza osservava Kane, particolarmente a disagio, da circa un minuto, squadrandolo da capo a piedi con uno strano sogghigno, quando finalmente parlò.

«Allora sei davvero interessato a quelle piante da appartamento o ti stai nascondendo?».

Kane aggrottò le sopracciglia e sollevò le spalle, mentre con le dita percorreva nervosamente l'intera lunghezza di una foglia.

«Nascondermi? Perché mai dovrei nascondermi?», con lo sguardo vagò dalla ragazza alla pianta. «Questo è un ficus, vero?».

Mes scoccò la lingua in segno di disapprovazione.

«Oh ma finiscila Kane, mi stai evitando da settimane!».

«Ma non è vero!», rispose Kane, con falsa incredulità.

Si, certo che era vero. Non sopportava Mes Tupit. Erano usciti insieme solo un paio di volte, o meglio avevano fatto da sostegno alle uscite di Gerix e Tejan un paio di volte, ma subito Kane aveva capito che quella ragazza c'entrava poco e niente con lui. Era bella si, e sicuramente molto ricca, ma soltanto questo. Mes era arrogante, sboccata, viscida, con nessun argomento di cui parlare. La tipica donna abituata ad avere tutto, che non accettava un "no" come risposta. Ogni occasione era buona per fare battutine sconce, provare a baciarlo o addirittura portarselo a letto. Non che Kane fosse il tipo di ragazzo che ricercasse un corteggiamento tradizionale, fatto di fiori, regali costosi e appuntamenti richiesti ai genitori. Se qualcuna si fosse presentata a casa sua chiedendo il permesso a Vana di uscire con lui, probabilmente sua madre lo avrebbe obbligato a sposarla. Per questo aveva tenuto nascoste tutte le sue tresche amorose nel corso degli anni, anche se non c'erano grandi cose da coprire. Mes Tupit era sicuramente qualcosa da seppellire il più possibile nei suoi ricordi insieme alla vergogna che provava per averla baciata solo per levarsela di torno.

Mes incrociò le braccia sul petto e alzò un sopracciglio.

«Si, invece», disse. «Non hai mai risposto ai miei messaggi o alle mie chiamate, non ti ho più visto in giro. Sono mesi che non riesco a rintracciarti. Pensa che per un momento ho anche avuto l'insana idea di chiamarti a casa».

«No!», la parola uscì di getto dalla bocca di Kane, troppo velocemente.

Un ghigno spaventoso si formò sul volto di Mes.

«Hai paura che mammina sappia di me? Ti vergogni?», poi alzò un sopracciglio con aria di sfida. «O hai paura che possa dirle qualcosa anche di tutte le altre? Potrei lasciar cadere l'argomento con una certa noncuranza, sai, sono brava in questo», disse accompagnando le parole con un gesto sciolto della mano.

Kane sospirò mentre un brivido gli percorreva la schiena.

«Che cosa vuoi, Mes?», chiese arreso.

Mes gli si avvicinò lentamente e Kane sentì la tensione irradiarsi in ogni muscolo del suo corpo, e bloccarlo completamente quando la mano di lei sfiorò il suo avambraccio.

«Voglio solo un appuntamento. Io e te. Da soli. Senza ne Gerix ne Tejan, ne nessun altro.», la mano di Mes continuò a salire adagio verso la spalla. «E se anche in quel caso non ti avrò suscitato nessuna emozione, ne un briciolo di interesse, allora ti lascerò stare.».

Kane girò di scatto la testa verso di lei, con espressione molto seria, bloccandole la mano che si stava avvicinando alla sua guancia.

«Davvero?».

Mes sorrise e annuì.

«Davvero».

Kane lasciò andare il braccio di Mes.

«D'accordo, un solo appuntamento», disse.

Mes fece un passo indietro, continuando a sogghignare.

«Molto bene, ti scriverò io. Quando meno te lo aspetti, ovviamente. Voglio che sia un bella sorpresa per te».

Kane stava per replicare e dirle che forse aveva cambiato idea, che passare del tempo con lei era peggio di qualsiasi minaccia potesse fargli, ma una voce giunse a fermarlo qualche fila di piante più in là.

«Kane! Dove sei? Dobbiamo andare!», urlò Alaic.

Mes indicò con la testa nella direzione della voce.

«Ti stanno chiamando».

Kane le voltò le spalle senza aggiungere altro e mentre percorreva il corridoio si pentì di ogni secondo passato all'interno di quella serra.

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