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Avevo ormai capito che Constance non era una di quelle persone che per amicizia intendeva essere amorevoli, socievoli e gentili, per lei, significava rovinarti la vita riempiendoti di insulti con cui dovevi convivere e che al tempo stesso ti facevano ridere, Costance era questo: una macchina sparainsulti pronti per ogni occasione e vendette ben pianificate, ma nonostante ciò notava se le facevi uno scherzo per cattiveria oppure solo per farla ridere.
Per le altre due settimane del mese mi ignorò completamente, come la prima.
"Ehi, domani vieni alla partita di Quidditch?" le chiesi per non farla addormentare in piedi durante una ronda.
"Penso di sì, per vedere mio fratello, ovvio"
"Da quanto ti importa? O forse ti ho contagiato?"
"Da quando tu me l' hai chiesto" mi rispose sbadigliando.
"Devi ammettere che da quando siamo diventati amici ci hai ripensato sulle dimissioni"
"Un pochino, giusto un po', e poi non siamo amici"
"Posso chiederti una cosa?"
"Sì, vado a prendere del caffè e poi me la dici" ed entrò nelle cucine, dopo un po' ne uscì più sveglia. "Parla"
"Dovresti smettere di leggere durante le ronde, ti isoli troppo"
"Questo cosa te lo fa pensare? Perché giustamente se passano due persone allampanate come Fred o George, non li noterei, noooo!"
"Non noti me che-"
"Te lo faccio leggere apposta, genio" restai a bocca aperta. "Ciao" il turno era finito.
"Ciao" la salutai.

My friend's sister |Percy Weasley|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora