Capitolo 16

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Kassandra si sistemò in quella che un tempo era la sua vecchia stanza. Fu sorpresa nel notare che nulla era cambiato. Tutto era esattamente come lo aveva lasciato all'epoca. La sua vecchia spazzola, ormai antiquata, era sopra il piccolo tavolino posto vicino alla finestra. Il letto, completamente sistemato, con lenzuola di seta bianca, era una figura imponente vicino alla grande parete dove era appeso un quadro che era stato commissionato da Derek. Aprì le vetrate che davano sul balcone, avanzò e osservò le guardie che si muovevano rapide e precise. Straikerius era lì fuori che camminava. Anche lui non era cambiato di una virgola. Gli stessi capelli biondi, un tempo molto lunghi, ora erano un groviglio di corti riccioli d'oro. Quella notte la luna piena, ormai alta nel cielo, rendeva il paesaggio magico e sublime.

«È bellissima non è vero?»

Una figura nera uscì dall'ombra. Grundior si avvicinò. «Mi avete sentito?»

«Non so perché. È come se percepissi ogni volta dove sei. Un po' la stessa cosa che mi succede con Pain.»

«Questo è il vincolo di fedeltà dei draghi. È molto simile a quello di voi vampiri, quando vi unite ad un compagno.» Kassandra lo guardò rossa come un pomodoro. Il drago rise «Non è quello che pensate... questo è un vincolo che riguarda solo lo spirito. Il mio è unito al vostro, così come il vostro è unito al mio. Percepirò ogni volta quando voi sarete in pericolo e viceversa.» Rimasero in silenzio per qualche minuto, contemplando il panorama. «Vostro padre ha ragione. L'unico modo per spezzare il legame con Pain è ucciderlo.»

«Sì, lo so. È solo che è difficile... La faccia che sto per uccidere è quella di Derek, non di Dartest.»

«Derek è già morto. Sarete comunque costretta ad ucciderlo, altrimenti vi troverà ovunque e non possiamo permettere che questo accada.»

«Noi siamo amici?» Si voltò a guardarlo. Ora che lo osservava attentamente non poteva non ammettere che fosse molto affascinante. Di sicuro avrebbe riscosso molto successo con le donne. La sua faccia però sembrava perplessa a questa domanda.

«Sono stato molte cose nel corso della mia esistenza. Servo, carceriere, cacciatore, preda, amante...ma mai un amico.» Nel sentire la parola amante, Kassandra deviò subito il suo sguardo. Di sicuro sarebbe stato un amante fantastico, su questo non avevo dubbi. «Beh, per me è questo che sei e spero che anche tu possa considerarmi un'amica.» Voleva dirle qualcosa, ma non ne trovò il coraggio, perciò svanì semplicemente.

Qualcuno bussò alla porta. Era Dafne. C'erano stati degli aggiornamenti. «Ehi Kass! Marcus ha chiamato. Lucian e i suoi uomini si stanno avvicinando rapidamente all'Accademia. Hanno già fatto sgombrare il campo. Tutti gli allievi sono stati richiamati a casa.» Kassandra diede una sistemata ai coltelli e uscì dalla stanza con la sorella. Percorsero tutto il corridoio, passando anche davanti al montacarichi dove anni addietro aveva nascosto le sue sorelle. Passarono davanti gli alloggi reali, fino ad arrivare all'enorme scala che conduceva alla sala del trono «Quanti uomini ci sono a difendere l'Accademia?» Chiese Dafne.

Le Cronache della Spada Sacra - REDENZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora