Epilogo

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Kassandra si girò nel letto e vide il volto di Derek coperto dai capelli. Con una mano li scostò dal viso e sorrise. Erano passati due mesi dalla morte di Lucian. L'Accademia era stata ricostruita del tutto e ingrandita. Il re aveva fatto in modo di stabilirsi permanentemente lì con Roxen, una tra le sue concubine preferite. I guardiani dell'Est erano nelle celle di detenzione. Il re non aveva ancora deciso cosa fare di loro. Potevano essere ottimi membri se avessero cambiato le loro abitudini. Tutti nel regno sapevano quello che era accaduto. Il Concilio dei Nobili aveva accettato che due mortali vivessero all'Accademia, anche se il re non aveva dato loro molta scelta. Sorrise pensando ai mesi fantastici che aveva vissuto come umana.

«Perché sorridi?» chiese sbadigliando Derek.

«Niente...» si accoccolò verso di lui «...pensavo a quanto fossi bello di prima mattina.» Gli carezzò il petto per poi scendere verso l'inguine. Notò il suo grosso rigonfiamento e rise. «É colpa tua.» le disse. Bruscamente si girò fino a posizionarsi sopra di lei. «Vedo che alcune vecchie abitudini sono dure a morire.» ammiccò Kassandra.

Derek la baciò con foga. «Preferirei che ci occupassimo di un'altra cosa dura.» sogghignò. Le slacciò i pantaloni del pigiama e glieli tolse. Le mutandine fecero la stessa fine. «Sei già bagnata per me, di prima mattina. Allora non sono il solo ad essere pronto.» Rise e ripresero a baciarsi con passione.

Bumm, bumm. Qualcuno bussò alla porta. «Siete in ritardo!» William urlava dal corridoio. «La smettete di scopare come ricci? Siete attesi di sotto, muovetevi.» Se ne andò. Kassandra sorrise sorniona. «Hai una nuova sfida. Vediamo quanto sai essere veloce.»

«Tesoro...non ne hai idea.»

Si vestirono in fretta e scesero di sotto. Subirono una piccola ramanzina dal Maestro Sifus ed entrarono nella sala del trono. Kassandra si sedette vicino Dmitri. Erano diventati amici. Gli amici più improbabili che potessero esistere. Tra loro vigeva un muto rispetto. Derek si sedette accanto a lei.

«Allora...» Orendel studiò ancora una volta la cartina che aveva in mano. «L'Est è attualmente senza protezione. Molti solitari sono fuggiti. Alcuni ci hanno giurato fedeltà, altri sono semplicemente svaniti.» Si sedette a capo tavola e sorseggiò la sua tazza di caffè. «Non posso lasciare il regno dell'Est incustodito, perciò...» Si voltò verso Sifus. «...lo lascio a te, amico mio.» Sifus rimase un attimo senza parole. «Cosa? Siete sicuro, Mio Re?»

«Chi meglio di te può prendersi cura dell'Est. In fondo è la tua patria natia. Tecnicamente il regno spetta a te di diritto. Lucian non ha eredi. Il trono passa a te ora.» Seguirono alcuni cori di fischi ed applausi. Qualcuno batté qualche pacca sulle spalle del Gran Maestro. Aveva abbastanza esperienza per poter governare ed inoltre era un guerriero straordinario. Se la sarebbe cavata egregiamente. Sifus guardò suo figlio. In questi due mesi passati insieme, aveva avuto modo di parlare con lui. Derek gli aveva raccontato ogni cosa, a partire da quel fatidico giorno. Dal giorno in cui tutto era cambiato. Aveva ritrovato suo figlio e ora il pensiero di perderlo presto a causa della sua mortalità, lo faceva stare male. Saperlo nelle dolci mani di Kassandra lo rendeva felice. Suo figlio, ora, poteva vivere la sua vita come voleva. «Va bene, regnerò sull'Est per tuo conto, amico mio. Sarò solo il reggente, farò le tue veci.» Si scambiarono qualche sguardo d'intesa.

Le Cronache della Spada Sacra - REDENZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora