Lost in thoughts

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Un altro noioso e prevedibile lunedì era appena iniziato. La sveglia impostata per le sei del mattino aveva suonato, come ogni lunedì scolastico.

Mi preparai in fretta mettendomi la divisa scolastica, chiaramente la parte peggiore di andare in una scuola privata era la divisa. Così brutta e scialba.
Per il resto la scuola che frequentavo era okay. Gli insegnati erano severi, si, ma almeno in classe c'era la giusta calma per imparare qualcosa.

I miei compagni erano degli snob, ricchi, figli di papà. Di quelli che ti guardano dall'alto in basso, e fanno la faccia un po' schifata quando scoprono che non hai l'ultimo modello di iPhone. La mia domanda è "se il mio iPhone X funziona bene perché dovrei comprarmi un iPhone 12?". Effettivamente a quei perfettini importava solo spendere i soldi dei loro genitori. Invece a me piaceva risparmiare.

Ovviamente non erano tutti così, per fortuna direi.
Non mi ero fatta degli amici lì, solo conoscenti. Non ero una persona molto sociale, a cui piaceva parlare, uscire e cose così. Ecco.
A me piaceva stare in casa, sul divano a guardare nuove serie su Netflix. Stare da sola non era un problema. Anzi, il silenzio è rilassante. Però certe volte il silenzio ti porta a pensare. Pensare al passato, alle cose che potresti fare al posto di rimanere a casa.

Mentre pensavo a queste cose io ero già in cammino per arrivare a scuola.
I due chilometri più lunghi che abbia mai fatto, sopratutto il lunedì mattina, e soprattutto se mi metto a pensare a tutto il tempo che devo stare in classe.

Immersa nei miei pensieri sbatto contro qualcuno, non mi giro neanche per scusarmi o guardare chi avessi urtato. Questo mi portò di nuovo alla realtà. Ero di fronte all'ingresso di scuola. Pazzesco(pazzesco patrimonio dell'Unesco) ero già arrivata.

Mi avvio lentamente verso la mia classe, salutando di tanto in tanto chi mi salutava.

In classe ancora nessuno, beh effettivamente si entra solo dopo il suono della campanella. Ma io dovevo ripassare geografia, perché la nostra prof voleva interrogarci per vedere se eravamo pronti per la verifica programmata per la settimana dopo. Già è strano, quale pazza interroga una settimana prima della verifica? Ovviamente la mia prof di geografia.

Leggo e rileggo i miei appunti e mappe concettuali fatte precedentemente per studiare.
Gli Stati Uniti sono formati da cinquanta stati, Washington, D.C. è la capitale. Texas, Alaska, California, Florida, Alabama, Hawaii, Nevada, Maine, Kentucky... New York è divisa in cinque distretti e bla bla bla.
La geografia degli Stati Uniti è abbastanza noiosa, ma è cultura generale.

Inizio a sentire un brusio attorno a me, alzo lo sguardo e mi accorgo che la classe e completamente piena e la prof sta entrando in classe accompagnata dal suono della campana.
Ci alziamo tutti in segno di rispetto e la salutiamo ad alta voce. Lei ci rivolge un piccolo sorriso e ci fa segno di accomodarci.

«Bene ragazzi, come vi ho detto venerdì scorso oggi vi interrogherò, per vedere se avete iniziato a studiare per la verifica di lunedì prossimo. Farò una domanda ad ogni uno di voi. Spero che vi siate preparati»

Come al solito dei miei compagni si guardano preoccupati negl' occhi. Chiaramente si saranno "dimenticati" di studiare. Perché andare in una scuola costosa e prestigiosa se poi non hai voglia di studiare.
Molto probabilmente costretti dai genitori, che si aspettano troppo da loro. Perché vogliono ostentare i loro soldi e dire agli amici «Mio figlio va nella scuola più prestigiosa e costosa dello stato". Ma se poi tuo figlio non studia e non porta risultati a casa, non serve a niente vantarsi.
Okay, volete un futuro prospero e nella ricchezza per vostro figlio. Tutti lo vogliono, ma ci sono altri modi, non capisco a cosa serva far fare ai figli scuole che non vogliono frequentare.
Al posto di spendere soldi in un'istruzione che i vostri figli non vogliono, mandateli a lavorare, impareranno il vero valore della vita e dei soldi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07, 2021 ⏰

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