La telefonata di mia madre arriva come d'orologio, puntuale.
È il giorno prima della Vigilia di Natale, il 23.
Rimango a fissare a lungo il telefono che squilla, abbandonato sul materasso a faccia in sú. Lo guardo e l'unica cosa che vorrei fare è premere quella dannatissimo cornetta rossa e non pensarci più.
Ma non posso, lei sa che non posso.
-Non rispondi?-, la voce di Livia mi strappa dai miei pensieri. Siamo nella sua stanza e lei mi sta facendo vedere da un'ora tutti i libri che possiede, lasciandomi sfogliare i volumi e consigliando le sue letture preferite.
Il cellulare continua a suonare.
- Certo che rispondo-, mormoro allungando la mano verso il mio telefono. Mi aspetto che scotti. Non lo fa.
Rispondo alla chiamata prima che mia madre possa sentire la segreteria telefonica scattare.
-P...pronto?-
Sento che sto per soffocare.
Dopo aver fatto un cenno a Via, mi alzo dal letto facendo scricchiolare le molle e lascio Hunger Games su una mensola, uscendo poi fuori dalla stanza.
-Stavo già pensando che non ti saresti degnata di rispondere-
Mia madre è così. Bella e gelida.
Ferisce perché le piace mantenere il controllo sulla situazione.
Ferisce perché è l'unica cosa che sa fare.
-Non...non lo farei mai-
Mi sforzo a non balbettare, mi sforzo a non farle vedere che non voglio avere questa conversazione.
Fallisco.
-Lo spero-
Ci sono attimi di silenzio dall'altra parte della linea e io rabbrividisco appoggiandomi al muro. Questa cosa non promette mai nulla di buono.
-Dopo la tua mancanza di impegno durante questo primo quadrimestre sono stata costretta a chiamare i tuoi docenti- sibila, e una morsa fredda mi attanaglia lo stomaco. -Con mia grande vergogna ho scoperto che non solo i professori di ballo, ma anche quelli delle altre materie sono estremamente delusi dal tuo comportamento poco professionale negli ultimi mesi. Sai cosa mi hanno detto?-
Non alza nemmeno di un tono la voce, ma ho la netta impressione che vorrebbe urlare. E se fossi stata lì con lei, avrebbe voluto anche darmi uno schiaffo.
Non oso fiatare. Quando si ferma un attimo per valutare la mia reazione, io non penso nemmeno di rispondere.
-Mi hanno detto che hai perso tutta l'attenzione. Non segui le lezioni, certe volte non ti presenti proprio. Alla sbarra a malapena ti reggi, non ti sforzi- mia madre scandisce le parole lentamente, sapendo esattamente cosa dire e come farlo. È sempre stata la sua specialità. -Non fai assolutamente niente-
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Punte, sigarette e cuori spezzati
RomansaNella vita di Noelle Giordano non esiste qualcosa che non sia già calcolato e deciso dai suoi genitori. La scuola, gli allenamenti di danza, la sua dieta, le sedute dallo psicologo. I medicinali. Persino gli amici. Ogni cosa la fa sentire sbagliata...