Si consiglia l'ascolto di:
High Enough – K.Flay
Who are you, Really? – Mikky EkkoBuona lettura!
Kat;:PoVNiall:
Scappare è facile, rifugiarsi nel passato e dimenticare il presente e il futuro. Il passato è qualcosa di sicuro, nonostante il mio passato fosse da dimenticare, lo conoscevo più del futuro e quindi pensai di rifugiarmici.
Quella festa rappresentava il periodo peggiore del mio passato, quello che ricordavo forse meglio, quello che la Dottoressa Ballard mi aveva fatto rivivere e analizzare così tante volte che ormai era radicato in me. Lei mi diceva sempre che il passato non doveva essere dimenticato o rinnegato, ma analizzato, processato e archiviato nel migliore dei modi e aveva usato la metafora della memoria di un pc: generalmente quando portiamo sulle spalle la realtà di un passato scomodo, tendiamo a strapparcelo di dosso, come un hard reset, dimenticando che così facendo andremo a cancellare tutto e non solo ciò che odiamo, dimenticando che esiste un modo per recuperare anche le cose belle, ciò che serve, dimenticando che non è necessario compiere gesti estremi.
La dottoressa Ballard mi aveva aiutato ad evitare il mio hard reset e a crescere e rifiorire attorno alle cicatrici del mio passato. Ci era riuscita, avrei giurato prima di quel momento, ma ora, con James davanti a me, che mi porgeva la banconota per tirare della coca che era già stata sistemata in sottili strisce sul bancone che ci separava, non ne fui più così sicuro.
Però stavo bene, pensai, quando lo facevo, perché ho smesso? Non so fare il padre, io so cantare, so fare quello e so distruggermi, so divertirmi, so divertirmi se bevo, so divertirmi se tiro, se fumo, non so fare altro. Sono paranoico e non mi fido di nessuno, non mi sento bene con me stesso, non mi sento mai abbastanza e per questo indosso la maschera dello stronzetto narcisista con l'ego smisurato, per non rischiare di essere scalfito. Non so amare, non so essere amato.
L'amore, l'amore per Evelyn. Dov'è adesso lei? Pensai ma non lo ricordavo, non ricordavo più nulla. In quel momento mi sembrava di aver fatto un hard reset dei miei ultimi mesi di vita. Non ricordavo nulla se non quanto fosse bello il me del passato, quanto fosse bello bere e drogarmi. Volevo farlo più di ogni altra cosa, volevo avere ragione a reputarmi un fallimento, volevo rifugiarmi nelle braccia comode del passato, tornare indietro e stare bene.
La dottoressa mi aveva avvertito che avrei avuto delle ricadute, che avrei dovuto combattere e che non sarebbe stato facile. Avevo combattuto fino a quel momento, ma io ero stanco, stanco morto, di lottare. Volevo farmi cullare e trascinare in ciò che conoscevo bene.
"Niall! Sei dei nostri o no?" disse James con tono poco paziente, mentre faceva sventolare la banconota con insistenza. Ci pensai per una frazione di secondo ma i miei pensieri erano stati corrotti, poiché non riuscii a trovare un solo motivo per non farlo.
Mi avvicinai a James e al gruppetto di ragazzi i quali, quando presi la banconota dalle mani del ragazzo, esultarono entusiasti, già strafatti.
"Ti ricordi ancora come si fa?" rise James sfottendomi.
"E tu ricordi come si fa qualsiasi altra cosa oltre a organizzare feste, drogarti e bere? O ti sei pippato totalmente il cervello?" quella che avrebbe dovuto essere una battuta sarcastica uscì dalle mie labbra più sprezzante del previsto."Uh, mister Horan fa il moralista con la banconota in mano e la striscia pronta. Non mi sembri nella posizione di poter criticare, o sbaglio?" non mi sforzai nemmeno di spiegare come non volessi risultare ostile, con loro era inutile spiegare.
Mi chiesi perché li disprezzassi tanto, James in primis, per ciò che facevano, per il loro modo di portare avanti la loro vita quando io, in quel momento, in quella situazione non ero in alcun modo diverso da loro.
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Hey, Neighbor! » [Niall Horan]
FanfictionQualsiasi ragazza adolescente, per guadagnare qualche soldo, cerca un lavoro part-time come babysitter. E così anche Evelyn Green, teenager londinese, fu "assunta" dai suoi vicini di casa, Greg e Denise Horan, per occuparsi del piccolo Theo, nipote...