capitolo 6

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Silenzio. Era l'unica cosa che percepiva, ed era travolgente ma allo stesso tempo agghiacciante come tutto quello che era successo quel giorno.

<<Allora?>> Le domandò il comandante Smith, il suo sguardo si concentrò di nuovo su di lui, guardandolo con aria interrogativa.

<<Com'è possibile che una ragazzina come te si trovi  fuori dalle mura?>> A quelle parole, il suo respiro divenne pesante e diventò sempre più veloce, stava per avere un attacco di panico. Si alzò con velocità da terra, il suo primo istinto fu scappare e senza perdere tempo provò a fuggire ma non riuscì a fare neanche un metro che un soldato la fermò.

La frangia dei suoi capelli biondi era divisa in mezzo e aveva baffi e barba scuri. Era molto simile a Erwin, anche lui teneva un'espressione seria e calma. Senza perdere tempo la immobilizzò tenendole le mani dietro la schiena e impedendole qualsiasi movimento. In quell'istante avvicinò il viso sul suo collo, istintivamente Beatrice cercò di spostarsi ma fu tutto inutile. Quell'uomo la stava annusando per poi allontanarsi senza dire una parola.

<<Scappare sarebbe inutile! Dove andresti? In più c'è la possibilità che tu incontri altri Giganti. Quindi adesso ti porteremo all'interno delle mura e risponderai alle mie domande! Mike tienila d'occhio. >> Mormorò Erwin avvicinandosi.

<<No no no!>> Beatrice cercava di divincolarsi, non poteva tornare a Eldia non di nuovo. Si sarebbe fatta ammazzare piuttosto che tornare in gabbia. Stava cercando di lottare contro Mike ma era inutile e tutto questo la frustrava perché non riusciva mai a imporsi per colpa della sua poca forza fisica.

Senza darle neanche il tempo di protestare la sollevò come fosse una bambola di pezza e la fece salire sul suo cavallo.

Non si sarebbe arresa facilmente, lei iniziò a muoversi freneticamente rendendo la cavalcata impossibile da effettuare, stava facendo di tutto per smontare e per rendere il percorso di Mike più burrascoso possibile.
A un certo punto un dolore lancinante le colpì la testa, il suo corpo si immobilizzò e gli occhi si chiusero.

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Quando riaprì gli occhi era ancora a cavallo tenuta saldamente da Mike per impedirle di cadere, ciò che era cambiato era solamente il paesaggio.
Davanti a lei si prostravano mura enormi, non aveva mai visto una struttura così tanto grande in vita sua.

Di certo quelle mura non potevano essere come quelle marleyane che erano solamente la metà di quelle che aveva dinanzi.
Quelle Mura saranno state alte almeno 50 metri, avevano una forma quasi circolare, concentriche fra loro, ed sembravano essere molto resistenti.

Le sue spalle si rilassarono lievemente per un breve istante nonostante adesso avesse la certezza che non sarebbe tornata a Marley non era comunque al sicuro.
La città in cui stava per entrare poteva benissimo essere un'altra base marleyana quindi il pericolo era sempre alle porte.
Non appena entrarono, Beatrice era alquanto spaesata, una grande folla si formò intorno a loro accogliendo i soldati. Lo sguardo che si manifestava tra le persone però non era per niente entusiasta, quella gente era silenziosa e sembrava che stessero osservando una marcia funeraria.

Lo sguardo di Beatrice vagò finché non vide un gruppo di bambini che contrariamente agli adulti sembravano entusiasti del ritorno dei soldati. Tra loro in prima fila c'era un bambino di circa sei anni, aveva un viso paffuto, e capelli neri, i suoi occhi gli ricordava il colore dell'erba fresca. Aveva un sorriso gioioso che avrebbe potuto contagiare chiunque ma non appena il bambino la vide le sue sopracciglia si alzarono con stupore e curiosità.

Beatrice distolse lo sguardo guardando il paesaggio intorno a sé, quel luogo era così diverso. Era così poco avanzato a confronto di Marley, le case erano grottesche e poco evolute ma nonostante ciò avevano quasi un aspetto accogliente.
Le strade brulicavano di vita e sembrava non ci fosse niente che differenziava le persone l'una dall'altra.

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