11.

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-[T/N]-

Finalmente apro gli occhi.
Sono in una stanza che non riconosco.
Il soffitto e le pareti sono completamente bianchi.
Roteo gli occhi per studiare l'ambiente circostante: dev'essere una camera d'ospedale.

Lentamente alzo la testa, al mio braccio destro è attaccata una flebo, mentre alla mia sinistra un fastidioso monitor sta tracciando il mio elettrocardiogramma.
Subito mi sale il panico, non ricordo niente delle ultime ore.

Come sono arrivata qui?
Quanto tempo sarà passato?
Mi ricordo solo di aver aperto la porta ad Armin.

Oh, a proposito..
Dov'è Armin?

Parlando del diavolo, vedo il biondino comparire da dietro la porta con un bicchiere di caffè di plastica in mano.
Nel vederlo mi sento subito più sicura.
Non sembra essersi reso conto che ho riaperto gli occhi, il suo sguardo è triste e cupo mentre cammina a testa bassa verso una sedia posta alla destra del mio letto.

<Hey...> sussurro.

Lui immediatamente alza la testa, i suoi occhi si spalancano luminosi.

<..[T/N], finalmente!> in men che non si dica mi ritrovo delicatamente avvolta tra le braccia di Armin.

<Che..ore sono?> chiedo, è la prima frase di senso compiuto che riesco a dire.

<Le 4 del mattino.>

<...In che senso le 4? Non era pomeriggio l'ultima volta che ci siamo visti?> improvvisamente tutto mi ritorna in mente.
Sento il mio cuore fare un sobbalzo al ricordo.

<Beh, sì [T/N], in pratica hai dormito fino ad ora.> insiste lui, mostrandomi la schermata di blocco del suo cellulare, facendomi notare che sono davvero le 4.

Dev'essere rimasto sveglio a vigilare su di me fino ad ora.

<Senti Armin..da quanto tempo sono conciata così?> chiedo alzando il braccio con la flebo.

<Sei svenuta..sono passate circa dieci ore da allora. Dopo esserti ripresa ti hanno portato in questa stanza per riposare. Non ricordi di aver spiegato ai medici dell'attacco di panico prima di andare a risposare?>

<Ho come un vuoto in testa durante quelle ultime ore.>

Prima di continuare a parlare, Armin deglutisce a fatica, come per cacciare indietro le lacrime.

<Eri molto pallida e poi..hai smesso di muoverti. Fortuna che qualche attimo dopo sono arrivati i soccorsi. I medici hanno detto che hai semplicemente perso i sensi.>

<Capisco..> affermo mettendomi una mano dietro la testa, sentendola pulsare.

<Da quant'è che non mangi? Sei ancora molto pallida.> mi chiede posandomi una mano in fronte.

<..Non lo so.>

<Credi di riuscire a mangiare? Posso chiedere ad un'infermiera di portarti qualcosa se vuoi.>

<Mi viene da vomitare al solo pensiero.> scuoto la testa per dire di no.

<È okay, non preoccuparti. Possiamo sempre mangiare più tardi.>
Alzo lo sguardo su di lui, attualmente in piedi davanti a me.

<Perché sei ancora qui? È notte fonda.>

<Non potrei mai lasciarti sola in un momento del genere.> mi rivolge uno dei suoi calorosi sorrisi in grado di confortarmi ogni volta.

<Se sei d'accordo, vorrei rimanere qui ancora un po'.> afferma infine.

Sono contenta che lui sia qui..con me.
Allargo le braccia per chiedere un altro abbraccio, che Armin non tarda a ricambiare.
Lo stringo forte a me, il suo profumo mi pervade le narici e subito un groppo alla gola si fa sentire.
Sto così bene tra le sue braccia che mi viene quasi da piangere.

You. - Armin Arlert x Reader [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora