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-[T/N]-

È tutto buio. Sento che qualcosa non va, come se ci fosse una presenza minacciosa vicino a me.
Tento di aprire meglio gli occhi nella speranza di riuscire a intravedere qualcosa nell'oscurità.
Sento il mio cuore mancare un battito alla vista di una figura di cui non riesco a distinguere alcun tratto facciale, che lentamente si avvicina a me, palpandomi.
Non riesco a muovere un solo muscolo.
Non c'è nessuno..? ..qualcuno mi aiuti.

Mi sveglio di colpo, alzandomi velocemente dal letto e rimanendo per cinque minuti buoni seduta con le mani tra i capelli e la schiena piegata in avanti.
Realizzare di essere sveglia riesce a tranquillizzarmi, tiro quindi un lungo sospiro di sollievo.
Dev'essere stato l'ennesimo incubo ricorrente in cui una figura misteriosa mi tormenta.
Negli ultimi mesi l'ho sognato spesso.

Guardo fuori dalla finestra mentre le luci dell'alba illuminano la mia stanza.
Le tapparelle sono alzate e la finestra è aperta a ribalta, da essa riesco a intravedere gli alberi nel giardino: hanno iniziato a germogliare le foglie.

Siamo all'inizio del mese di marzo, le temperature cominciano ad alzarsi e le giornate ad allungarsi.

Mi strofino gli occhi nel mentre che mi alzo dal letto per dirigermi verso il bagno.
Mi guardo allo specchio e un'espressione amareggiata appare sul mio volto.
Mi sciacquo il viso con una certa energia, quasi come a voler cancellare lo sguardo stanco che mi ritrovo.
Sospiro, realizzando di essermi alzata pure oggi prima del suono della sveglia per colpa di un banale incubo.
Dalle mie occhiaie si capisce lontano un chilometro che non riesco a dormire come si deve.
Cerco comunque di rendermi il più presentabile possibile per il mondo esterno, truccandomi appena gli occhi [C/O] e pettinando con cura i miei capelli [C/C].

Mi lavo i denti e mi guardo per l'ultima volta allo specchio prima di lasciare il bagno.

Ecco, questa sono io: mi chiamo [T/N] e ho 20 anni.

Durante la settimana mi reco in centro città per studiare cinema d'animazione in una scuola d'arte privata.
Ho sempre amato disegnare, ma fino ad ora non sono mai stata in grado di "dar vita" ai disegni, come si vede sempre negli anime giapponesi o più semplicemente nei cartoni animati.
I miei disegni sono sempre rimasti statici, immobili sulla carta.
Un giorno spero di riuscire anche io a realizzare un mio personale cartone animato, è l'unico sogno che tengo nel cuore sin dall'infanzia.
Poter studiare in questa scuola è infatti una grande occasione per me.

Subito dopo aver terminato le superiori, nel giugno dell'anno scorso, sapevo che questa era la strada che avrei voluto intraprendere. Anche se inizialmente ero indecisa tra questa scuola e l'università di biologia.
È buffo come siano due materie completamente diverse ma allo stesso tempo così interessanti.
Alla fine però ho optato per la mia prima scelta, e non me ne pento.

Vivo da sola in un piccolo appartamento in periferia.
Avrei potuto scegliere di rimanere a casa con i miei genitori ancora per qualche anno, ma questa opportunità è stata una boccata d'ossigeno per me e la mia indipendenza.
Perciò ho preferito trasferirmi in questo piccolo appartamento comprato anni fa dai miei nonni paterni, che mi hanno ceduto dopo la loro scomparsa.
Ironia della sorte, si trova vicino alla scuola, è perfetto.

Mi vesto con dei jeans lunghi a vita alta e una camicetta a righe bianche e azzurre, leggermente scollata.
Saluto il mio gatto con una carezza, dopo avergli lasciato acqua e cibo nelle sue ciotole.
Esco di casa senza nemmeno fare colazione, in quanto mangiare di mattina, prima di un viaggio, mi fa sempre venire la nausea. Preferisco trattenere la fame in modo da fare colazione in tutta calma un'ora dopo, al mio arrivo in città.

Giungo alla stazione dei treni con dieci minuti di anticipo, giusto il tempo per una sigaretta.
Mi ritengo una ragazza abbastanza equilibrata, se non fosse per la dipendenza da nicotina, che è cresciuta col tempo, per colpa di mio padre che fumava spesso in mia presenza.
Non ho avuto un buon esempio, in effetti.
La mia prima sigaretta l'ho provata all'incredibile età di 13 anni, rubandola di nascosto dal pacchetto di mio padre.

You. - Armin Arlert x Reader [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora