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<Ugh..poverina.> sussurra Armin accarezzandomi la schiena, inginocchiato accanto a me davanti alla tazza del water.

<Che palle.> sbuffo tra un conato e l'altro.

Negli ultimi giorni le nausee non mi hanno dato tregua. Lo stress di sicuro non ha aiutato: ho come la sensazione che quella discussione non mi abbia davvero messo l'anima in pace, provo del rimorso per la decisione che ho preso ...purtroppo.

Ma ho paura che ritornare sull'argomento ci faccia litigare di nuovo.

Armin è stato così bravo a manipolarmi che ho onestamente avuto paura di perderlo e pur di non rinunciare al suo amore ho deciso di tenere il bambino.

Tutta quest'ansia mi fa venire un mal di pancia incredibile, come se non lo avessi già per qualcos'altro insomma, merda.

<Come ti senti?> chiede Armin innocentemente.

Ah non so, vorrei spararmi un colpo in testa, magari riesco a far smettere questa nausea.

Dovrei apprezzare le carezze di Armin, ma in questo momento vorrei soltanto stare da sola. Non voglio che mi guardi così, mi fa incazzare.

<Meglio.> dico pulendomi le labbra.

Non capisco se è colpa degli ormoni impazziti che mi fanno sentire così alterata o se davvero mi sto pentendo della mia scelta.

Vorrei solo che fosse un brutto incubo, onestamente.
Sento di aver sbagliato tutto, che non esaudirò mai i miei sogni. Tutto ciò mi fa rabbia, ma mi sembra brutto dire che è colpa di Armin.

Passo la giornata a letto scorrendo tra TikTok e YouTube. È una di quelle classiche giornate in cui il malessere non ti fa nemmeno alzare dal letto e passi le ore a sprofondare nel materasso, cercando di far passare il tempo guardando video per lo più inutili.

Armin oggi ha il giorno libero, continua a ronzarmi intorno cercando di dimostrarsi un bravo fidanzato.

Ugh.

Dopo un pomeriggio passato a guardare documentari su serial killer e complotti segreti, arriva la sera abbastanza tranquillamente.

<Hey, come stai? E le nausee?> chiede Armin avvicinandosi lentamente a gattoni sul letto, dopo avermi fortunatamente lasciato in pace tutto il pomeriggio.

<Fisicamente sto ok. Mentalmente, un po' meno.>

<Perché dici così?>

<È..più dura di quanto immaginassi.>

<Capisco.>

<In realtà no, non puoi capire.> sbuffo.
Ecco che ancora una volta rispondo in maniera scortese, nonostante Armin cerchi solo di essere d'aiuto.

Già, mi sa che non è colpa degli ormoni. Sono io che mi sento infastidita dalla presenza di Armin e dalla decisione che vuole farmi credere sia stata presa con la mia testa.
Mi sento orribile.

<Hai ragione, purtroppo non posso sapere come ti senti. Se ci fosse un modo per poter fare la gravidanza al posto tuo, non ci penserei due volte. Non mi piace vederti soffrire.>

You. - Armin Arlert x Reader [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora