Frammenti del libro perduto

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"Prima di procedere con l'epurazione degli uomini, i più grandi dèi della mitologia greca si riunirono per discuterne le sorti e comprendere quale fosse stata la reale causa della frattura di cui era ormai vittima l'umanità. Gli esseri umani erano diventati gli uni troppo diversi dagli altri, ogni uomo si era prima di tutto considerato un individuo e come tale possedeva valori che, scontrandosi con quelli degli altri, non avrebbero potuto evitare di accentuare la diversità via via maggiore che accompagnò l'evoluzione del genere umano. Era necessario estirpare tale diversità dalla radice, creare un mondo in cui non esisteva un "io" diverso da un "lui", un luogo e un tempo in cui si lavorava con tutti per il bene di tutti, sottostando allo strapotere della natura. L'uomo necessitava di essere reso consapevole della propria piccolezza e vulnerabilità, diventando una figura a cui veniva riservato il giusto, seppur limitato, libero arbitrio. Tale ambizione non si sarebbe potuta realizzare senza conseguenze, escludendo la possibilità di eliminare la sofferenza dal mondo, si fece in modo di alleviarne l'effetto, concentrandola in un unico punto remoto dell'universo lontano dalla portata dell'uomo, l'Apeiron.

[...]

Gli dèi passarono all'azione, tra le oscure nubi della notte e le fitte foreste apparve Demetra e gli uomini si fermarono all'istante: dea della flora e responsabile del potere del ciclo della vita naturale, ella mise da parte ciò che di buono era rimasto in quella terra intrisa di caos e distruzione, conservando piante e animali in modo da poterne riprodurre le specie nel nuovo mondo; squittii di civette si udirono e dal loro svolazzare si fece spazio Atena che, cultrice dell'aspetto più nobile della guerra e protrettrice della sapienza, raccolse l'intero sapere umano, dalle invenzioni più brillanti alle scoperte più futili, in un piccolo oggetto che la dea avrebbe poi custodito e privò gli uomini della conoscenza che fino a quel momento li aveva accompagnati; da una frattura di terra non molto lontana emerse acqua e con essa Poseidone, egli divise le terre provocando un disastroso terremoto e un'enorme spaccatura in cui gli uomini, prima occupati a fare guerra tra loro, si ritrovarono costretti a cadere, raggiungendo così il mondo degli Inferi.

[...]

Gli esseri umani rimasti furono cautamente sottoposti a un'attenta analisi, furono indagati gli aspetti più profondi del loro essere, in modo da perseguire e rendere realizzabile l'obiettivo originario di creare gruppi di persone con inclinazioni e caratteri simili tra loro. Uomini, donne e bambini furono sottoposti a una prova determinante per il loro passaggio al nuovo mondo: ognuno di essi avrebbe dovuto immergersi nella fossa di Meraki, un giaciglio d'acqua che, in base al livello di purezza dell'anima di chi vi si immergeva, sprigionava luce e mutava il proprio colore. Quella sera di quel determinato tempo, l'acqua si dipinse di ben quattro colori, ognuno dei quali indicava una specifica caratteristica: l'acqua divenne di un verde luminoso a contatto con individui indipendenti e logici, il loro gruppo prese il nome di Callisto; la sorgente si tramutò poi in un blu intenso quando vi entrarono persone con inclinazioni particolarmente innocenti e contemplative, portando tale gruppo ad assumere il nome di Andromeda; l'acqua fu rossa per gli individui dotati di particolare costanza e coraggio, simboli caratteristici del gruppo di Orione; infine fu bianca come simbolo di purezza e sincerità, per il gruppo del Centauro. Tuttavia, certi individui a contatto con la sorgente non furono smistati in nessuno delle quattro categorie in quanto l'acqua non mutò di colore e luce, furono perciò spediti in cielo, formando una parte di quelle che oggi sono le stelle. Non era scritto da nessuna parte che tutti i membri di una sola famiglia possedessero la stessa aura, non importava quanto apparentemente buone e giuste fossero le intenzioni degli dèi, la classificazione secondo il metodo Meraki non prevedeva eccezioni e parte dei componenti delle famiglie furono separati. Come in uno scenario apocalittico, quello che prima era un luogo colmo di vita ora è un'insieme di rocce galleggianti in una terra senza identità, rimaste vicine tra loro ma al tempo stesso lontane poiché separate da vasti e profondi mari. Ognuna di queste terre era destinata a un popolo, così i gruppi di Callisto, di Andromeda, di Orione e del Centauro furono definitivamente separati e mai si sarebbero dovuti incontrare. In ognuno dei villaggi nacquero nuovi individui, i quali formarono famiglie, popoli e così una nuova e pura umanità in cui niente e nessuno avrebbe potuto infierire sull'eguaglianza creata per il nuovo mondo.

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Prima che la grande epurazione fu portata a termine entrò in scena una dea dallo spirito libero e ribelle, Artemide insegnava a essere sempre se stessi e per questo si oppose al destino prestabilito agli uomini. La dea, fin troppo decisa ad autodeterminarsi, sfuggì alla precaria protezione di Atena e fu punita dal padre Zeus: egli trasformò Artemide in ciò che oggi conosciamo come Luna, condannando la sua esistenza ad alternare il fratello Apollo e concedendole, suo malgrado, un posto in prima fila per quello che sarebbe stato il nuovo mondo.

[...]

L'estromissione fu completa e tra i festeggiamenti degli dèi solo Atena parve particolarmente silenziosa: l'oggetto in cui ella aveva raccolto l'intero sapere umano non era più dove lei lo aveva lasciato."

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