PARTE 1: Capitolo 1 - Fuga.

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NEWT

"Correte! CORRETE!"

Le urla disperate di Thomas rimbombarono nell'enorme struttura in rovina.

Era una bugia. Tutto quello che ci avevano detto, che avevano detto a me, a Thomas, a Minho, a Teresa...era una bugia. Coloro che ci avevano salvati dal Labirinto e portati via, non erano altri che collaboratori e subordinati di W.C.K.D., inviati dalla Dottoressa Paige per prenderci.

Dalla base eravamo fuggiti e avevamo raggiunto quel complesso devastato, in cerca di un riparo. E ora eravamo inseguiti dagli Spaccati, in un disperato tentativo di metterci in salvo. Io, Thomas e Aris davanti, con Minho, Teresa, Winston e Fraypan a coprirci. Di tanto in tanto, Teresa si girava per lanciare agli Spaccati qualcosa che afferrava istintivamente: oggetti raccolti da terra, che peró scagliati su quegli umani brutalmente mutati, non avevano granchè effetto. Continuavamo a correre piú che potevamo, ma arrivammo a un punto cieco. Il percorso era bloccato da delle assi di ferro. "Cazzo!" esclamó Thomas, tentando di spostare le assi, ma erano piuttosto pesanti. "Minho, dammi una mano!" disse all'asiatico, che subito cercó di aiutarlo. "Non ce la faremo mai da soli, Thomas!" rispose Minho, agitato.

Eravamo alle strette.

Gli Spaccati si stavano avvicinando, non gli mancava molto all'essere vicini a noi. Teresa afferró un bastone di metallo. "Pensiamo agli Spaccati noi!" Puntó il bastone in avanti e lo fece scattare contro i mostri, che accusarono i colpi. Aris, Fraypan e Winston afferrarono altri bastoni e si unirono a Teresa.

Thomas e Minho continuavano a tentare di sollevare da soli le assi. Mi avvicinai per aiutarli, ma non avevo abbastanza forza per sollevarle.

"Merda!" dissi. "Fraypan, Winston, aiutateci!"
"Ci stiamo occupando degli Spaccati!" gridó Fraypan. Erano in difficoltà. Non sarebbero riusciti a fermarli.

Avevamo poco tempo. Decisi di agire. Afferrai il fucile a pompa di Minho. Pur sapendo che non avevo esperienza con le armi da fuoco. Mi avvicinai agli Spaccati. "NEWT, COSA FAI?!" gridó Minho da dietro. Ma non gli diedi ascolto. "Ehi, stronzi!". Sparai un colpo dall'impatto pesante, che prese in pieno due Spaccati insieme, facendoli saltare in aria. Sospirai una risata. "Oh, allora sai usarlo quel coso!" mi disse Aris. "Credo proprio di sì!" Caricai il fucile e continuai a sparare.

Teresa e gli altri scagliarono i bastoni contro gli Spaccati, trafiggendoli. "Contiamo su di te, Newt!" disse Winston, mentre andarono ad aiutare Thomas e Minho. "Okay, al mio tre!" disse Minho.

Continuai a sparare contro gli Spaccati. Le teste di quei bastardi deformati esplodevano come barili di dinamite. Stavo riuscendo a rallentarli.

Le assi di ferro si sganciarono dal passaggio. "Newt, corri! Sbrigati!" mi urló Thomas

Mi girai verso di lui, annuendo freneticamente. Sparai agli Spaccati rimasti e corsi dietro di loro.

Una porta venne spalancata, e altri Spaccati entrarono, piú numerosi e agguerriti. Lanciai il fucile a Minho. "Prendi!"

Prese il fucile e si voltó mentre correva per sparare agli Spaccati. Stessa cosa fece Thomas con una pistola che aveva trovato, e avendone due ne lanció uno a me.

Urla. Spari. Rantoli deformati. Piedi che sbattevano sul pavimento.

Arrivammo a un intricato incrocio di corridoi e vicoli.

"Di qui!" gridava Minho!
"Non ha una cazzo di fine questo posto?" Teresa lanció una pietra agli Spaccati. "Continuate a correre!" disse poi.

Dopo la lunga serie di svolte a destra e a sinistra, infine trovarono una porta, chiusa a chiave. "Merda!" esclamó Thomas.
"Li abbiamo seminati?" chiese Aris.
"Per ora" ansimó Thomas, "ma fra poco saranno qui. Teresa afferró un bastone in ferro, tentando di colpire la serratura per aprire la porta bloccata. "Niente da fare!"
Minho avanzó, facendosi largo. "Lasciate fare a me!" disse il velocista. Diede una spallata alla porta. Non succedette nulla.

Diede un'altra spallata.

Il rantolo degli Spaccati si fece vicino. "Minho, presto!" gridai. "Ci sto provando Newt! Sto facendo il piú veloce possibile!" disse di rimando.

Gli Spaccati girarono l'angolo. Erano a poche decine di metri di distanza da me. Presi le due pistole, sia la mia sia quella di Thomas. Lui si voltó verso di me, allarmato. "Newt, che stai facendo?"

Avanzai contro gli Spaccati e gli corsi contro. Thomas si alzó di scatto e mi strappó di mano la pistola, puntandola davanti a sè.
Lo guardai. Lui ricambió lo sguardo.
"Insieme?"
Mi girai. Annuì.
"Insieme." risposi infine.

Gli Spaccati vennero verso di noi. Sparammo alla testa.

Minho continuava a dare spallate. La serratura si allentó, con il ferró che scattó. Minho si fermó incredulo. "Continua, Minho!" intimó Winston. Il velocista continuó a scagliarsi sulla porta.

Gli Spaccati si stavano avvicinando troppo. Io e Thomas tentavamo di tenerli a bada, ma erano troppi, almeno 20.

"Newt, credi di riuscire a bloccarli per un attimo?"
"Credo di si!"
"Bene!" esclamó, prima di correre indietro, verso la porta e lanciarsi contro.
"MINHO, SPOSTATI!" gridó paonazzo, per poi abbattere la porta con una spinta. "Newt, corri!"

Iniziai a voltarmi, finchè accadde qualcosa di altamente inaspettato. Il tetto e le travi della struttura crollarono. Un varco nel pavimento venne aperto e lasció un buco qualche metro piú avanti a dove mi trovavo io.

"Oh, no, no, no! Cazzo!" imprecai agitato. Mi voltai, gli Spaccati si avvicinavano.

Corsi il piú veloce possibile.

Avevo gli Spaccati dietro di me.

"SBRIGATI, NEWT!" gridava Minho.

Correvo, correvo. Il tempo era sempre meno, e la stanchezza e la fatica sempre piú pesanti. Caddi in avanti. Avevo una gamba ferita. Ma mi rialzai immediatamente.

Adesso erano piú vicini. Potevo sentire i loro versi, brutali, e orribili; ma anche i loro passi pesanti e scombinati; il loro odore, che sapeva di morte. E potevo sentire il loro sangue pulsare, le loro vene gonfiarsi, invase da quel virus che li aveva demonizzati e deformati in quel modo tanto crudele.

"ANDIAMO, SEI VICINO, NEWT!" mi disse Thomas, porgendo la mano in avanti.

Iniziai a rendermi conto che qualcosa non andava. Infatti, il pavimento stava crollando verso il basso. E io con esso.

Thomas mi guardó. "Afferra la mia mano, Newt!"

Io sapevo di avere un'unica possibilità.

Solo una possibilità per prendere la sua mano.

Chiusi gli occhi.

E quando credevo di cadere nel vuoto, saltai.

Verso la sua mano.

Verso la salvezza.

Verso di lui.

Thomas!

Thomas...

Thomas.










Non sarei riuscito a prenderla.

𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑳𝒐𝒗𝒆 - NEWTMASDove le storie prendono vita. Scoprilo ora