Ancora una pagina della mia vita

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Incastrato fra lo stomaco e il cuore c'è un luogo, dove puoi distenderti e rilassarti senza pensare alla vita fuori, puoi stare al sicuro per un po', per tutto il tempo che vuoi. Tutti abbiamo questo luogo e possiamo raggiungerlo quando vogliamo, per ridurre lo stress, per ritrovare la pace, per piangere, per abbracciarci per poi ritornare alla vita fuori con più forza e gentilezza. È la prima volta che usciamo da soli io e te, stai ascoltando la fontana al centro della piazza vuota, con i piedi nudi senti la rugiata fredda che ti solletica ad ogni passo. Ti distendi sotto il sole primaverile che ti scalda dal venticello che passa veloce. Il mio cuore batte un po' più forte e il giardino vibra facendo cadere alcune pigne dagli alberi, ne prendi una e la lanci giocando. Accarezzi la corteccia di un pino e il mio stomaco lo sente, i rami sembrano parlare fra di loro con il vento che ansiosamente ho generato e tu sembri quasi capire cosa si dicono
-"Che poi gli alberi comunicano con le radici." Mi hai detto. Come noi che con i piedi ci sfioriamo sotto al tavolo. Vedi un museo, ti incuriosisci perché ti piace osservare, lo noto da come mi guardi le mani. Entri, non c'è fila, a dire la verità non c'è proprio nessuno. Questo silenzio ti piace, cammini con attenzione, non vuoi rompere nulla nemmeno questo silenzio. Non tutte le stanze sono aperte al pubblico, non ancora. Esci sorridendo, sei soddisfatta come se mi avessi rubato qualcosa.
-"Adesso mi parli di te?" Quasi sussurrando ti chiedo. Incominci a parlare con quella sicurezza che si ha solo con le persone che conosci da anni e sai che puoi fidarti. Mi sembra di vederlo il tuo luogo, sì quello fra lo stomaco e il cuore, ci sto arrivando con un ascensore, c'è una musichetta d'attesa molto orecchiabile, cosa che non si sente molto spesso. Le porte si aprono, c'è un pianoforte magico che suona da solo, la sua sinfonia riempie tutto. Ci sono statue grezze, con pochi strumenti del mestiere, comprendo che quando ti rifugi qui ti rilassa sporcarti le mani e sentire sotto pelle le tue creazioni prendere forma. Ci sono delle nuvole grigie, sembrano polvere nel cielo, sorrido perché c'è un aspirapolvere enorme nell'aria e qui giù c'è un tasto on e off, clicco su on e ti aspiro la polvere facendo ricomparire l'azzurro. Forse la polvere compare spesso, l'aspirapolvere è una bella trovata. Il tempo della musica aumenta, sarà il tuo cuore che batte più veloce? Non ne sono sicura ma mi piace pensarlo. Ho voglia di guardare in ogni angolo. Ogni respiro che faccio è sempre a pieni polmoni perché, non so se si può definire così, ma qui l'aria è proprio buona. Voglio respirarti profondamente. Mi siedo a gambe incrociate e gioco con i fili d'erba fra le dita. Guardo tutto intorno quasi freneticamente, condivido il tuo significato di pace, vorrei adesso entrare nei luoghi chiusi al pubblico ma so che è troppo presto, quindi mi distendo.
Accarezzo i tuoi capelli, la tua guancia, le tue labbra, ti bacio la fronte, gli occhi, le guance, la punta del naso, arrivo alle labbra ma mi fermo e giuro mi è sembrato quasi di sentirlo quel pianoforte suonare.

Raccolta di poesie: il titolo lo metto alla fine, ora penso a scrivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora