II. HINAMOTO CUCINA

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Ore 20.
Esco dal mio appartamento, abbastanza teso ma deciso, per avviarmi verso la porta della mia vicina Hinamoto; come da sue istruzioni, è socchiusa.

Entrai, chiudendola alle mie spalle sempre come richiesto sul messaggio.

YUUTA: "H-Hinamoto-san? Sono... Yuuta..."

Sentii la sua voce provenire da un'altra stanza.

HINAMOTO: "Sono in cucina!"

Mi stava aspettando.
E quando arrivai da lei, mi si presentò in grembiule e mutandine.

E quando arrivai da lei, mi si presentò in grembiule e mutandine

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HINAMOTO: "Prego, siediti pure!"
YUUTA: "G-Grazie..."

Eravamo separati da un muretto, dove lei aveva preparato dei piccoli antipasti a base di sushi.

Quando mi dava le spalle per cucinare ai fornelli, metteva in mostra un fondoschiena maestoso.

HINAMOTO: "Mangia pure! E... guardami quanto vuoi!"
YUUTA: "O-Ok..."

Anche senza chiedermelo, sarebbe a dir poco impossibile non fissarla. Intanto, io assaggiavo i suoi deliziosi manicaretti.

HINAMOTO: "È buono?"
YUUTA: "Molto... si!"
HINAMOTO: "Bene! Tra poco arriva anche il resto!"

Si destreggia tra i fornelli e quella mise che copriva pochissimo, con maestria. Non di rado, intravedevo i suoi capezzoli da sotto il grembiule quando magari si chinava al forno.

È tutto così surreale.

HINAMOTO: "Vuoi il riso?"
YUUTA: "Ok..."
HINAMOTO: "Sai solo dire "ok" per caso?"
YUUTA: "Uh? N-No, è solo che... una cosa del genere non mi era mai capitata e..."

Avrò anche una vita sentimentale povera, ma ho comunque avuto le mie esperienze con le ragazze.

Ma una come Hinamoto, non mi era mai capitata. Mai.

HINAMOTO: "Adesso, parliamo!"
YUUTA: "Di... cosa?"
HINAMOTO: "Di quello che stiamo facendo!
Ho una sola regola... guardare e non toccare! Tutto qui!"

Ammetto che la cosa mi rende confuso.

HINAMOTO: "Giocheremo come stasera! Tu vieni e mi guardi... se mi tocchi con le mani, ti caccio via e fine di tutto!"
YUUTA: "Va... bene..."
HINAMOTO: "Vedi, io adoro essere guardata! Mi fa sentire... eccitata! E dato che a te è piaciuto vedermi in intimo..."

Una specie di "accordo" insomma, sebbene con rigidissime regole.

YUUTA: "Per... me va bene!"
HINAMOTO: "Mi fa piacere!"

E per "ringraziarmi", si sfilò via il piccolo grembiule di dosso, restando in topless.
Il suo florido seno, è una vera gioia per gli occhi.

L'imbarazzo nemmanco sa dove sia di casa.
Anzi, è come se stesse attendendo questo preciso momento con ansia.

HINAMOTO: "Ti piace?"
YUUTA: "M-Molto..."
HINAMOTO: "Poi chissà... magari con il tempo... mi farò anche toccare! Ma non ora! Non adesso!"

Queste sue parole mi fecero eccitare più del dovuto, tanto da calare lo sguardo sul piatto di riso dinnanzi a me.

HINAMOTO: "Oh... guarda! Ho un chicco di riso sul seno! Perché non lo mangi tu?"
YUUTA: "Ma... hai detto che... non posso toccarti!"
HINAMOTO: "Con le mani no! Ma con le bacchette, potresti riuscirci!"

Si chinò, mettendo il suo davanzale a pochi centimetri di distanza dal mio naso.

Con calma, cercai di prendere quel piccolo chicco di riso poggiato sul suo capezzolo destro.

HINAMOTO: "Però, che mano ferma!"
YUUTA: "Cerco di... rispettare la tua regola!"
HINAMOTO: "Ottimo! So allora di potermi fidare di te!"

Credo fosse un test improvvisato.
Potevo benissimo agguantare "altro" con le bacchette, ma non l'ho fatto, guadagnando quindi punti di fiducia nei suoi confronti.

HINAMOTO: "Sei uno studente, giusto?"
YUUTA: "Uh? Si! Arte e... letteratura..."
HINAMOTO: "E quanti anni hai?"
YUUTA: "23... ho quasi finito gli studi e... spero di diventare insegnante!"

Non so dire quanto fosse interessata alla mia vita privata, anche perché ero molto distratto dallo spettacolo visivo che mi si parava davanti.

HINAMOTO: "Io ho 34 anni, infermiera ed anche divorziata! Ma credo tu già lo sappia, vero?"
YUUTA: "Beh... di solito non faccio caso alle pettegole del condominio, ma sono parecchio rumorose e..."
HINAMOTO: "È ok! Non me ne frega nulla di quello che dicono quelle zitellone da quattro soldi!"

Ammetto, che mi strappò un sorriso.
Comunque, la nostra differenza di età è palese: Lei è oltremodo matura, ed ammetto di sentirmi a disagio.

HINAMOTO: "Domani pomeriggio ci sei?"
YUUTA: "Certo... è domenica del resto!"
HINAMOTO: "Vuoi fare un altro gioco con me?"
YUUTA: "Sarei... stupido a rifiutare!"

Fu a quel punto che si coprì il maestoso seno con le braccia.

HINAMOTO: "Allora credo che tua abbia già fatto una bella scorpacciata con il mio corpo e... la mia cucina, non credi?"

Pur senza mostrare nulla, rimane sempre sensuale, soprattutto quando ancheggia dolcemente con quelle mutandine bianche a vista.

YUUTA: "Non è che... potrei guardare ancora un altro po'?"
HINAMOTO: "Oh? Non ti è bastato quello che hai già fatto?"

Compresi una cosa, ovvero che lei conduce i giochi. Quando dice che è finita, non devo far altro che accettare mestamente la sua decisione.

In fondo, sono già fortunato a trovarmi in questa faccenda. Comunque, attese prima che terminassi la cena, prima di donarmi le sue prossime "istruzioni".

HINAMOTO: "Domani pomeriggio, verso le 16, ok? E... porta il cellulare! Credo potrebbe servirti!"
YUUTA: "Va bene! Troverò sempre la porta socchiusa?"
HINAMOTO: Ma certo! Non farmi aspettare troppo però, mi raccomando!"

Oh credimi, non tarderò nemmeno di un misero secondo.

YUUTA: "A-Allora a domani! E... grazie per la cena..."
HINAMOTO: "Prego! A domani... Yuuta-kun!"

Cavolo, io ancora non ci credo.
Fino ad un giorno fa, a stento ci salutavamo sul pianerottolo ed ora, facciamo insieme un "gioco".

Me la sognerò stanotte, poco ma sicuro.

YUUTA: "Un messaggio?"

Neanche il tempo di rientrare in casa, che il mio smartphone squillò.

"Ricorda, ore 16.
Vieni direttamente nel
soggiorno e leggi il foglio che
ti lascerò sul tavolo.
Non dimenticare il tuo
cellulare.

Hinamoto"

Che cosa mai avrà in mente questa volta?
Fantasticai sul come si sarebbe presentata ai miei occhi, ma presumo che ora non possa far altro che attendere.

Un'attesa lunghissima, ma già so che ne varrà la pena.

YUUTA: "Magari... ingannerò il tempo con un po' di studio!"

Mi mancano pochissimi esami alla laurea e di certo non rinuncerò a questo importante traguardo della mia vita.

Ma fu difficile anche solo aprire un libro a causa della presenza di Hinamoto nella mia testa.

Meglio farsi un'altra doccia.

HINAMOTO-SANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora