Lacrime.
Era tutto quello che riusciva a vedere Caitiyn guardandosi allo specchio.
Ma perché piangeva?
Le guance furono divise ora da una riga trasparente, ora un 'altra e un' altra ancora.
Gli occhi di lei si posarono sul piccolo fogliettino che aveva posato sulla scrivania nell'immensa stanza.
"Καιτιυν"
Solo Caitiyn.
Non un cognome, una data, una notazione.
Doveva chiamarsi così per forza, così la chiamavano tutti... ma tutti chi?
Acheron?
Da quanto era lì, a castello? Due giorni? Due anni?
Perché non le veniva in mente nulla?
Perché sentiva solo il disperato bisogno di sapere tutto?
Perché quando guardava Acheron dritto negli occhi le mancava il fiato?Un rumore di nocche sbattute sul legno interruppe il flusso di pensieri della ragazza.
La bionda si asciugò le lacrime con le maniche del vestito color cielo che aveva, lasciando il tessuto azzurro di una tonalità più verso il blu.
Pochi secondi dopo il silenzio la maniglia si abbassò lentamente, e la porta si aprí scricchilando.
Una ragazza giovane, forse sulla ventina, si affacció per constatare che Caitiyn fosse effettivamente nella stanza.
Capelli marroni, raccolti in uno chignon ordinato dietro la destra, occhi verde smeraldo e carnagione pallida: Agnes, la cameriera.
Tirarono entrambe un sospiro di sollievo, una perché la porta non era stata aperta da Acheron, l'altra perché la bionda era ancora in camera tutta intera.
-Mi scusi per il disturbo signora..
-Non sono una signora! e mi chiami Caitiyn, per carità.
La domestica guardò accigliata la ragazza, pensava fosse la moglie di Acheron o comunque di qualche funzionario del Buio, nessuna ragazza passava mai per quel castello senza avere un qualche tipo di relazione con il principe.
-Come desidera. Mi ha mandato il principe, desiderava informarla che la cena inizierà alle 8.00 e che la cuoca è molto severa sugli orari. Le consiglia vivamente di presentarsi almeno alle 7.50
-il principe? intende Acheron?
A quel punto Agnes era sconvolta. Come faceva quella ragazzina a non sapere neanche chi fosse e a pronunciare il suo nome con tanta frivolezza?
-Si, intendo lui. Arrivederla
Agnes fece un leggero inchino, che le costò uno scricchiolio sospetto delle ginocchia, e uscì tirando un sospiro di sollievo.
Non poteva pronunciare il nome del principe, aveva troppa paura.
Paura di lui e della sua magia.La scenetta messa in scena in camera di Caitiyn la preoccupó.
Acheron era un principe?
E le aveva chiesto di cenare insieme?
La ragazza si mise a fissare il vuoto, come imbambolata, e finalmente ricordó che non era la prima volta.
Agnes l'aveva già vista, la vedeva ogni sera alle 7 quando veniva ad annunciare la cena.
Ma perché continuava a scordarsi tutto...
Un altro rumore.
Non erano le nocche stavolta, proveniva da fuori.
La grande camera in cui era confinata Caitiyn aveva più o meno una forma ovale, con un grande letto matrimoniale in centro, le lenzuola spiegazzate solo da lato destro, il comó fornito di lampada e un paio di libri presi dalla grande biblioteca in cui passava i pomeriggi con acheron, e un grande armadio vicino a una parete.
Vicino all'ernome finestra si trovava un divanetto con davanti un piccolo e grazioso tavolino, con tazzine di thè vuote e mai utilizzate e ancora libri impolverati.
Se si voleva sapere l'ora bastava guardare sopra la scrivania bianca, di fronte al letto, dove una delle magie di Acheron aveva preso piede: I numeri, disposti in orizzontale, segnavano ore e minuti, senza mai fermarsi e senza far rumore.
Come tutte le cose in quel castello.
Tranne Caitiyn.
Caitiyn faceva rumore.Si alzò per scoprire cos'era il rumore che continuava a distrarlo dai suoi pensieri, e avvicinandosi alla finestra notò una lettera dalla busta color caffè picchiettare il vetro.
Non sapendo come farla entrare, provó ad allungare una mano come per trapassare il vetro ed afferrare la lettera.
Fino all'ultimo pensó che avrebbe funzionato, tutto lì era magico e magari il vetro non avrebbe fatto eccezione.
Ma invece la piccola mano di Caitiyn si scontró con il vetro freddo e spesso della finestra.
Forse non tutto era magico come pensava.
Forse neanche lei.

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HIRAETH
RomanceTutti abbiamo bisogno di rifugiarsi in qualcosa ogni tanto. Qualcosa di irreale e distante. Ma caitiyn no. Non ha bisogno di andare da nessuna parte, perché è già dentro la realtà che vuole. o almeno così crede. TW : possibile menzionamento di sangu...